Nella precedente puntata “Slovenia, natura e ‘senatori’ asburgici” avevo spiegato perché mi sta simpatica la Slovenia: colline e paesaggi montani (salvo la mondana costa adriatica sotto Trieste) – riposanti lo spirito non meno che l’occhio perché sempreverdi – abitate da bravi tognini slavi molto simili ai miei paìs subalpini, dotati di più educazione e cultura asburgicamente mitteleuropee però con profumi e sapori mediterranei.
Profumi e sapori mediterranei
Laddove mi riferisco a vini (prevalenza dei corposi bianchi, ovvi gemelli di quelli gustati nell’adiacente Collio), buon olio (la brava imperatrice Maria Teresa incrementò con generosi contributi la coltivazione dell’ulivo) e una valida capacità nella lavorazione del maiale (con produzione di buoni insaccati, leggi il prosciutto di Staniel alias San Daniele e in primis una saporita coppa). E trasferendo i piaceri dal palato alla mens sana la Slovenia offre gli sport tipici di un Paese addossato all’estremo est di quelle Alpi che (come dice la cantilena, ormai, forse in disuso) cominciano dalle parti di Cuneo col nome di Marittime. Ma fatto non fui per viver come bruto e mollati il palato e lo sport (ahhh la bella slovena Tina Maze è attualmente la più brava sciatrice del Circo Bianco) passo ad argomenti un po’ più coinvolgenti la cultura o quantomeno l’informazione (turistica e non).
Lubiana al centro dell’Unione Europea
Ed eccomi a Lubiana, già carina prima di divenire capitale dello Stato sloveno (dal 25/6/91, conta più di 2 milioni e 100 mila abitanti distribuiti su circa 20.000 kmq – poco più delle Puglie –, gente che vive tranquilla, in grazia di dio imperocché, come urlo da sempre “piccolo è bello”, e ci siamo capiti). E se non campava poi così male sotto Tito (quantomeno meglio di tante altre città dell’ex Jugoslavia, ma che ci facevano, mi chiedo, questi polentoni con musulmani, montenegrini e kosovari variè?) figuriamoci adesso che Lubiana, oltre ad ospitare ambasciate e tante organizzazioni installatesi dopo l’ingresso della Slovenia nella Ue, si ritrova praticamente al centro geografico dei 28 Paesi dell’Europa unita (e vabbè, licenza poetica).
Molto da visitare e ammirare
Sono tanti, per i pigri pure vicini, gli edifici e i monumenti da visionare nel centro storico di Lubiana, osservato a vista da un dominante castello medioevale che oltre a permettere belle foto garantisce un congruo calo di calorie a chi vi sale scarpinando (può poi seguire un relax a bordo, perché nella capitale slovena è financo proposta una Cruise on Ljubljanica River, ma se è per questo anche a Madrid organizzavano crociere sul forse ancor più minuscolo Manzanares). Quanto ai dettagli del cosa e dove vedere rimando (non intendendo sottrarre lavoro a nessuno) alle cosiddette guide specializzate e/o ai pedissequi compitini di inviati speciali narranti paro paro un posto dopo averlo diligentemente visitato (ma c’è anche chi – e ne conosco – lo descrive senza esservi mai stato, è il giornalismo d’oggidì, bellezza).
Capitale mitteleuropea a misura d’uomo
Una Lubiana a misura d’uomo (meno di 300.000 abitanti) vantante un intrigante centro storico meritante davvero una visita, soprattutto da parte di chi (rieccomi, ma, sennò, mica sarei andato due volte a Giassìco/Cormòns a festeggiare il genetliaco di S. M. I. Cecco Beppe?) coltiva il ricordo e non nasconde una lacrimuccia al pensiero dell’Austria Felix (anche perché, nubens, conquistava i regni combinando nozze, mica sparando i cannoni). Mi riferisco alla (cara al triestino Magris) Mitteleuropa, che nella versione absburgica donò secoli di pace a 13 popoli, genti di differenti, culture, lingue e religioni (dopodiché dopo il secolo dei Lumi spuntarono i cosiddetti nazionalismi romantici e ciao Pepp, vai con due guerre dette Mondiali ma distrussero solo l’Europa).
Note a piè di pagina
1° Post Scriptum.
Ho forse eccessivamente insistito (e mi scuso con i cultori delle 5 Giornate milanesi) nella descrizione ed elogio della Lubiana mitteleuropea, anche perché – e penso che a molti giunga nuova – esiste pure una Rimska Ljubljana (Rim – Roma), Lubiana romana, si chiamava Emona, fondata nel 14 a. C. e fu importante località strategica e di traffici, da cui reperti archeologici di notevole importanza, quindi meritevoli di una visita anche da parte del turista che “è già stato a Roma”.
2° Post Scriptum (più frivolo del precedente, ma se è vero che L’occhio vuole la sua parte, figuriamoci il palato…): nel centro della città vecchia per curiosità paraprofessionale sono entrato in una pescheria scoprendovi nel retro un bel ristorantino (nome Valentin) e fu così che per 15 euro e 60 degustai un bel piatto di sarde fritte (in sloveno Sardele come a Venexia), una cicciotto sgombro ai ferri (il massimo del magnifico pesce azzurro, pure Omega 3) e 2 bicchieri della (a me cara) istriana Malvazija (ma ‘sti sloveni, non gli basta solo una I o una J, le scrivono tutt’e due insieme!….).