Dopo anni di crolli e chiusure, a Pompei si festeggia la riapertura al pubblico di sei edifici. E per farlo, il giorno prima del Natale, agli scavi arriverà il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, oltre al il ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, che con il soprintendente Massimo Osanna e il direttore generale del Grande progetto Pompei, il generale dei carabinieri Giovanni Nistri traccerà il bilancio dell’intervento finanziato da Unione europea e governo con 105 milioni di euro.
Franceschini aprirà al pubblico, dopo i restauri realizzati nell’ambito del Grande progetto, uno degli edifici più visitati dai turisti, la fullonica di Stephanus, una vera e propria tintoria con vasche per il trattamento delle stoffe, dove venivano utilizzati non solo coloranti e acqua ma anche urina, che si trova sulla centralissima via dell’Abbondanza. Oltre alla bottega dei tintori, riaprono al pubblico la case del Criptoportico, di Paquio Proculo, del Sacerdos Amandus, di Fabius o di Amandius e dell’Efebo. La casa del Criptoportico era in corso di restauro al momento dell’eruzione del 79 dopo Cristo, quella di Paquio Proculo fu attribuita a un candidato al duovirato di Pompei, una sorta di sindaco della città, sulla base dei programmi elettorali dipinti sulla facciata, così come – sempre per le iscrizioni presenti in facciata – vengono attribuite al Sacerdos Amandus e a Fabius o ad Amandius le altre due case vicine. Dietro la domus del Sacerdos Amandus c’è la quinta casa restaurata, quella dell’Efebo, così chiamata dal rinvenimento di uno splendido portalampada in bronzo, oggi al Museo archeologico nazionale di Napoli, che si presenta come un gruppo di più residenze con ingressi dalla strada.
Gli edifici restaurati sono nella Regio I, tra la via dell’Abbondanza, il vicolo del Menandro e la via di Castricio.