Spigolatura eccezionale (ma qualche lettore, se mai ve ne sarà uno, concorderà e farà suo questo Grido di Dolore) redatta “una tantum” e motivata da una giustificatissima non meno che disperata incazzatura.
Laddove si fa riferimento alle tante (anzi troppe per chi in casa propria sta facendo qualcosa) telefonate scassamaroni (nel senso di rompiballe) mediante le quali un pover crist sente suonare il telefono, si infila la cornetta nelle orecchie sperando che a chiamarlo sia un’antica morosa vogliosa di ricreare qualche ora di lubrica intimità, e invece, ahilui, si ritrova alle prese con una voce, sì, femminile, ma dalla chiara pronuncia senegalese, o circassa, o bielorussa (o forse solo moldava) che gli chiede che telefonino usa oppure ogni quanto lava le mutande oppure che luce accende quando viene buio oppure ogni quanto spera di cambiare il picì, o la tivù, o il frigobar, con un più nuovo e magari anche più bello, dopodiché alla fine della spossante giornata (spesa ad alzare la cornetta e a mandare affanculo) il “telefonato” (non senza esternare l’umana e massima comprensione e rispetto per il lavoro, e quindi il pane, della senegalese o circassa o bielorussa o forse solo moldava) si chiede a che cazzo serve quella tanto sbandierata (evidentemente solo per becera e modaiola demagogia) “pràivasì” (dall’inglese “privacy”) per cui tutta (o quasi) la cosiddetta sfera (fa tanto chic) personale di un individuo dovrebbe sacralmente rimanere (appunto) “privata” eppertanto nessun altro essere umano, nemmeno se italiano (non parliamo poi se senegalese, circasso etc etc, vedi sopra) può scassare le palle facendo domande (vedi sopra) alle quali, oltretutto, ben il 92,7% degli interrogati non sa che cacchio rispondere (tipo “controlla spesso se funziona lo sciacquone del cesso?”) col risultato che ‘ste telefonate scassamaroni rompono solo le balle ma uno non sa chi maledire … o no?
Caso (forse) unico nel mondo dei viaggi, in una cittadina della California è stato trovato (e sarà esposto nel Museo dei “Casi Unici”) un turista assai raro.
In visita in Italia, era riuscito a entrare (in quanto stranamente aperti) in tutti i musei che aveva programmato di visitare (nonostante scioperi, feste nazionali, del santo patrono e quant’altre, scioperi a capocchia, assemblee –beninteso in ore lavorative, sennò che gusto c’è- e riunioni sindacali ….).
21 Aprile, giorno dichiarato dal Fascismo, “Natale di Roma” (mancava solo il ‘Pupone’ Totti a fare da Bambinello nella mangiatoia, che, quella, invece, sì, è sempre esistita: tutti, non solo Totti, a magnarvi dentro, e che magnate…).
E trascorso il Natale, adesso Roma è all’Epifania …