Consegnate dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini e dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette, all’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, cinque pregevolissime sculture in legno intagliato, dorato e policromo, della fine del XV sec., asportate nella notte tra il 14 e il 15.11.1981 dalla Chiesa di “San Pietro Apostolo” in Carnia di Zuglio (UD). Le opere, dal valore stimato in € 500.000,00, facevano parte del gruppo di quattordici sculture lignee dei due registri principali del polittico realizzato dall’artista Domenico Mioni, detto “Domenico da Tolmezzo” (Canale di Gorto 1448 – Udine 1507).
Cinque sculture lignee di Domenico da Tolmezzo
Si tratta delle figure intagliate dei Santi Apostoli Andrea, Paolo e Giacomo Maggiore (che affiancavano la figura assiale di San Pietro) e di quelle di San Matteo e San Tommaso, un tempo alloggiate nel registro superiore. Le sculture testimoniano pienamente l’abilità raggiunta da Domenico da Tolmezzo nella sua maturità, sia per quanto riguarda l’intaglio sia per la doratura e la policromia. Il polittico infatti (che ora contiene copie delle opere trafugate), firmato e datato “O[PUS DOMI]NICI DE TUMETIO 148[4]”, è un’articolata struttura di 490 cm di altezza x 287 cm di larghezza x 38 cm di profondità, che prevedeva: predella, doppio registro con 14 sculture, cimasa con il Padre Eterno, simboli degli Evangelisti e Annunciazione nei decori laterali.
Il ritrovamento delle sculture
Quattro delle sculture erano state pubblicate su un social network, nella pagina di presentazione di una galleria antiquaria di Torino e lì individuate dai Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale, nel diuturno monitoraggio dei siti internet teso alla ricerca di beni culturali illecitamente sottratti. L’identificazione delle opere esposte per quelle rubate nel 1981 a Carnia di Zuglio, ha permesso al TPC di richiedere all’Autorità Giudiziaria di Torino un decreto di perquisizione e sequestro.
Il 1° luglio u.s., il TPC procedeva, pertanto, a sequestrare le quattro sculture pubblicate online nonché una quinta, presente nella galleria antiquaria e facente parte dello stesso polittico, denunciando per ricettazione due persone. Il ritrovamento delle cinque sculture si qualifica come un importantissimo recupero per la storia, la cultura e l’identità del Friuli V.G. in generale e della Carnia in particolare, poiché restituisce alla pubblica fruizione un patrimonio che colloca Domenico da Tolmezzo tra il Friuli V.G. e Venezia, di cui assorbì l’insegnamento di Antonio e Bartolomeo Vivarini e di Giovanni d’Alemagna. Proseguono le ricerche per il recupero delle altre sculture rubate.