Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Ischia l’isola che trema

Ischia Isola-di-Ischia-dal-mare

Nell’isola plasmata dai vulcani, l’inviata di Mondointasca, su una panchina del porto a Ischia, incontra uno sfollato di Casamicciola. Il suo racconto dopo il terremoto del 21 agosto 2017.

Isola di Ischia veduta col porto
Isola di Ischia veduta col porto (foto F. Gögele © Mondointasca)

Eppure Ischia un segnale l’aveva dato. Le fumarole hanno improvvisamente smesso di fumare e due giorni dopo s’è sentito il gran botto. Un’onda risalita per più di un chilometro e mezzo dalle profondità della terra, che ha spaccato e scosso la superficie fino a dislocare strade e palazzi, metter muri di traverso, scardinare porte e far crollare pareti. Seduti su una panchina del porto incontriamo il padre di una famiglia di sfollati (non vuole che scriviamo il suo nome, gliene diamo uno fittizio: ‘Antonio’) che ci racconta cosa è accaduto dal suo osservatorio particolare, in quella ancor non troppo lontana tarda serata del 21 agosto. La sua voce mi si infrange nelle orecchie come le onde sul bagnasciuga, uno sciabordio napoletano sfumato nella mimica sostenuta, capace di lasciare una scia di non detto in questo nostro dialogo a senso unico: lo lascio parlare.

Uno sfollato di Casamicciola
Isola di Ischia vista dal mare in-barca
Giro dell’isola in barca (foto F. Gögele © Mondointasca)

E’ padre di tre figli e fa il muratore a Casamicciola. Gira ancora in ciabatte dalla sera del terremoto; tutto ciò che aveva è rimasto sotto alle macerie. Non è il primo terremoto a cui sopravvive. Aveva una decina d’anni nel 1983, quando in Irpinia la terra tremò con echi tali da sentirli ancor oggi propagarsi nei ricordi di chi ha visto e vissuto quei momenti, anche solo riportati dai telegiornali dell’epoca. In quell’occasione, però, ‘Antonio’ visse la situazione quasi come una “festa di paese”: gente in strada ad allestire tende e tavolate, intere famiglie a condividere e dividere cibo ed emozioni, masnade di bambini che giocavano insieme e a tutto ci pensavano mamma e papà. Adesso però, da padre, le responsabilità son ben altre e ‘Antonio’ gira sempre con gli occhiali da sole scuri, per nascondere gli occhi gonfi di lacrime di fronte alla snervante attesa di un nuovo inizio.

Isole delle acque: abusivismo figlio dell’ignoranza
Ischia il terremoto e Casamicciola
(foto F. Gögele © Mondointasca)

Che Ischia l’ isola delle acque dia di matto e tremi è risaputo; l’abusivismo, dice, è dell’ignoranza; non centra nulla con la mancata osservanza di norme e leggi! Certo, il cemento usato per risollevare le case dopo l’ultimo terremoto di fine ‘800 non può di certo rispettare le normative europee, e un tempo non si poteva mica immaginare di costruire proprio sopra una faglia vulcanica. Il fatto poi che l’epicentro non si trovasse a dieci chilometri dalla costa, in mare aperto, ma proprio sotto la località di Casamicciola, dimostra che i danni potevano essere ancor più gravi se i materiali edili fossero stati scadenti. Sta di fatto che una frazione alta del paese è venuta giù tutta. Ci sono stati due morti e 2000 sfollati.
Erano le 20.57 quando s’è sentito un botto terrificante e la corrente è saltata. Intere famiglie, invece di ritrovarsi tranquille a cenare dietro ad una tavola, si sono riversate in strada. Nei primi attimi di panico era tutto un chiamar nomi e gridar aiuto. Vicini di casa che salvavano anziani imprigionati dietro cancelli improvvisamente messi per obliquo e bloccati. Lati di strade che si avvicinavano. Muri che si spostavano.

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L’isola di Ischia e lo strano terremoto
Ischia la costa
La costa vista dal mare (foto F. Gögele © Mondointasca)

Un terremoto strano questo: né ondulatorio né sussultorio, solo una deflagrazione catastrofica per timpani d’orecchie, di case e di chiese! In una decina di minuti già ci si guardava attorno increduli e la polvere iniziava a depositarsi lenta. Iniziava un’attesa lunghissima dei soccorsi, bloccati dal crollo della chiesa in alto e da quella di una palazzina in basso. Nel tempo in cui i terremotati si contavano e guardavano, organizzandosi con sedie, acqua e televisori spostati fuori dalle finestre in via Daloisio, gli aiuti sono arrivati a piedi. I bambini dopo le prime ore hanno preso sonno e gli adulti si sono messi a scavare a mano e ad allestire un campo di fortuna.

Ischia: la paura e il fuggi fuggi dei turisti
Ischia figure scolpite nella roccia dall'acqua e-dai-venti
Figure scolpite dall’acqua e dai venti nella roccia (foto F. Gögele © Mondointasca)

L’eco del disastro s’è ripercosso in una tam tam che ha svuotato l’isola dai turisti. Il vero terremoto, secondo ‘Antonio’, inizia adesso, in quella che sarà una scossa d’assestamento esistenziale per ricominciare da capo. La sua famiglia è l’ultima rimasta delle quattro ospitate nello stesso albergo in cui mi trovo anch’io. Chi ha più disponibilità economiche trova, prima, una nuova sistemazione e la solidarietà, a quanto mi è dato da intendere, non è una virtù tra le più diffuse sull’isola (attenzione però, per quanto simpatico e disponibile, il mio interlocutore è di origini napoletane, e si sa, tra partenopei della capitale ed ischitani non “fuma” tanta simpatia). Mi spiega che la sua famiglia sarà ospite di una struttura dei salesiani in località Fontana, uno dei comuni più alti di Ischia dove portare i figli a scuola e trovare un nuovo alloggio risulterà sicuramente più complicato. Per convincermi della sua opinione, da muratore esperto mi riporta esempi pieni di tecnicismi tipici di chi è convinto del fatto suo, coinvolgendo su una stessa barca architetti, ingegneri, capi cantiere. Dice che tutti avrebbero da perderci a non svolgere bene il proprio lavoro e a non prendersi la responsabilità; che i saggi di cemento usato per costruire si eseguono e che se i controlli per concedere l’abitabilità non fossero stati fatti “a quest’ora da Napoli non ci vedrebbero più!”.

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Il muratore che voleva diventare prete
Isola di Ischia scorci
Isola di Ischia, scorci (foto F. Gögele © Mondointasca)

Questo “vociar di cartapesta” sta facendo saltare l’ecosistema turistico e sociale dell’isola ed ora c’è pure tutta la trafila burocratica per ottenere i finanziamenti promessi dal governo da affrontare. Ogni mattina, all’alba, quando io esco dall’albergo per andare a camminare in spiaggia, ‘Antonio’ parte in cerca di una sistemazione. Gli occhiali ancora alzati sulla fronte, è al rientro che gli ricoprono gli occhi. Al momento è in attesa, in uno stato d’animo di concreto realismo: sa bene come vanno le cose. Fino a quando c’è “da faticà”, dice, è certo di mantenere la sua famiglia. Domani, sabato, dovrà lasciare l’albergo, consolare la moglie, rincuorare i figli e trasferirsi nella struttura del clero, lui che avrebbe voluto in gioventù proseguire gli studi e diventare prete!
A volte un terremoto rimette a posto le cose andate storte in passato, quando un padre duro e severo impedì al figlio di realizzare un sogno. Ora ‘Antonio’ tornerà in collegio dai Salesiani, certo: non per studiare o farsi prete, ma come nuovo inizio di una spirale che torna su se stessa e riparte. Intanto anche le fumarole hanno ripreso a fumare.

Ischia: isola delle acque plasmata dai vulcani
Isola di Ischia territorio
Scorci del territorio (foto F. Gögele © Mondointasca)

Comunque la si guardi, sia circumnavigandola in barca, sia risalendo sulla cima del suo monte più alto, a 789 msl, Ischia è un’isola emersa e plasmata dall’attività di sei vulcani. Una geologia talmente complessa e articolata che i terremoti sono realtà naturali, come le fonti d’acqua e le manifestazioni piritiche e fumaiole che caratterizzano questa oasi tirrenica di vegetazione lussureggiante e acque dalle profondità di lapislazzulo.
Narra una leggenda che il monte Epomeo sia uno degli ingressi per l’ipotizzata Terra Cava, una regno sommerso tra mare e rocce, arcano e antico come il fuoco che alimenta il cuore di Ischia e dei suoi abitanti. A guardarla dal mare, la costa è ricca di insenature e piccoli porti, alcuni eleganti e pittoreschi, come Forìo, altri meno visibili e frequentati, come la spiaggia dei pescatori o quella di San Pancrazio. Baie accessibili solo in barca o su ali di gabbiano.

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Sentinelle marine a strapiombo sul mare
Isola di Ischia dalla cima del monte Epomeo
Dalla cima del Monte Epomeo (foto F. Gögele © Mondointasca)

A strapiombo sul mare fari e uliveti se ne stanno come sentinelle marine, spremuti dalla salsedine e aggrappati ad una roccia chiara, argillosa di verde e butterata da anfratti. Macchie estese di fico d’india seguono le stratificazioni formate dall’erosione del tempo scendendo fino al mare, unici coloni di intere zone disabitate. Mani rocciose scolpiscono sagome animalesche, dando vita a fantasie marine, profili, grotte di maghi e corpi addormentati a guardare il cielo, ricoperti da secoli e secoli di macchia mediterranea. Qualche casupola sbiadita qua e là, ville elegantissime da sceneggiatura di film.

Ischia: escursione sul Monte Epomeo

I sentieri che portano alla sommità dell’isola, la cima dell’Epomeo, risalgono da ogni versante del monte, rendendo accessibile la conquista panoramica da diversi paesi, a seconda del grado di fatica e del tempo da dedicare alla ricerca di questo possibile ingresso. Seguo le orme degli zoccoli dei satiri e mi trovo a vagar tra vigne basse, eremi e antri di sibille. Muri a secco, terrazzamenti di  pomodori che una mano coltivatrice ha dimenticato di annaffiare da un po’, gechi, roverelle e finocchietto selvatico.

A Fiorìo attraverso il bosco della Falanga
Ischia Bosco della Falanga
Sentieri nel bosco della Falanga (foto F. Gögele © Mondointasca)

La vista sul mare si fa sempre più alta e arrivare in cima è un respiro profondo di totale apertura alare. Se si decide di scendere verso Forìo, si attraversa il bosco della Falanga, un ceduo di castagno e querce, silenzi e presenze rupestri in cui la luce cambia di tono, le foglie custodiscono canti e le orme leggere e solitarie di passanti incantati lasciano tracce di memorie antiche.
A livello del mare tutto torna ondoso e lucente, il traffico della statale porta e riporta i soliti autobus e le vetture dai fianchi rigati per le strette manovre cui la viabilità obbliga. Capisco chiaramente cosa significhi vivere circondati dall’acqua, in una sicurezza marina che l’isola di Ischia protegge, che culla di notte e rievoca di giorno. Capisco l’alchimia sostanziale per ricreare dal naturale un’armonia in grado da far vivere meglio… e, paradossalmente, è su quest’isola vulcanica di scosse, boati, crolli e  terremoti che ho ritrovato la mia stabilità. (4 – Fine)

Isole delle acque 1:  venire, restare o partire

Isola delle acque 2: storia campana-ischitana

Isola delle acque 3: Ischia istruzioni per l’uso

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