L’ipotesi di limitare il numero degli accessi e l’obbligo di un permesso ha creato consensi, dissapori, dissensi. Difficoltoso l’accordo raggiunto tra lo Stato francese, il comune di Saint-Gervais, le guide alpine, la gendarmeria e il club alpino francese. L’intesa, in attesa di essere formalizzata, prevede l’introduzione dalla prossima estate di un “permesso” per salire sulla montagna più alta d’Europa, considerata l’ottava meraviglia, con i suoi 4.810 metri della vetta. La quota massima di scalatori autorizzati al giorno è di 214, pari ai posti letto del rifugio del Gouter, dove la prenotazione continuerà a essere obbligatoria.
L’accordo arriva alla fine dell’ennesima estate turbolenta in alta quota, con numerosi incidenti ma anche con alcuni episodi incresciosi: pugni e insulti a guide alpine (colpevoli di far notare agli alpinisti i comportamenti scorretti), il tentativo di portare un cane sulla vetta, una tenda piantata sulla cima, aspiranti scalatori senza ramponi, spesso slegati, o addirittura in scarpe da ginnastica su una cresta ghiacciata. E ancora guide abusive, alpinisti sorpresi a riposarsi su un pericoloso ponte di neve, il bivacco Vallot ‘occupato’ per giorni da una ventina di scalatori.
Monte Bianco: libertà di scalare o montagna elitaria
Tra i favorevoli Jean-Marc Peillex, sindaco di Saint-Gervais, da sempre in prima linea per la regolamentazione degli accessi sul Monte Bianco: “Sono fiero di annunciare che dal 2019 il Monte Bianco non sarà più oltraggiato. E’ una giornata storica per questa montagna”. “Vietare l’accesso alle montagne significa togliere la libertà. Il sindaco di Saint-Gervais esulta, ‘giornata storica’. Ma è la più triste nella storia dell’alpinismo. Il Monte Bianco solo per chi pernotta in rifugio e solo con un permesso – osserva Hervé Barmasse, scalatore valdostano – significa una montagna elitaria. La libertà di scalare e di essere liberi è a rischio. Queste sono leggi per evitare di fare cultura”.
Più cauti Reinhold Messner e il prefetto Pierre Lambert. Per il primo: “il problema è che c’è troppa gente sul Monte Bianco, è difficile che senza un’organizzazione queste masse possano essere controllate. Purtroppo l’alpinismo sul Bianco è diventato alpinismo di pista e così ci sono migliaia di persone che vogliono salire. Non è il mio alpinismo”. Il dirigente, rappresentante del Governo, invece, ha precisato come “i contorni giuridici di questa misura dovranno essere oggetto di una seria analisi tecnica”.