Surrealismo Svizzera è il titolo dell’ultima esposizione annunciata al Lac, Lugano Arte e Cultura e aperta fino al 16 giugno. Il museo d’arte della Svizzera italiana, a neppure un’ora da Milano, apre la stagione primaverile con una retrospettiva originale: cento opere vicine al movimento fondato da André Breton. Lugano torna a parlare delle avanguardie del primo Novecento, da un punto di vista singolare: molti degli artisti in mostra, noti dalla critica e in patria, sono stati meno presenti nelle esposizioni al grande pubblico sul surrealismo.
La rassegna di Lugano è una buona occasione per conoscerli: insieme a nomi come Hans Arp, Paul Klee, Alberto Giacometti, ci sono Serge Brignoni, Kurt Seligmann, Meret Oppenheim e ancora Gérard Vulliamy, Max von Moos, Werner Schaad.
Surrealismo Svizzera o surrealismo svizzero?
Usando una licenza poetica e scrivendo Surrealismo Svizzera, non surrealismo svizzero o surrealismo in Svizzera, il titolo della rassegna fa riferimento a una cerchia allargata di artisti: coloro che aderirono realmente al movimento parigino, autori che ne anticiparono le istanze, altri che, grazie alle loro frequentazioni europee, ne sentirono l’influenza. Francesca Benini, co-curatrice della mostra insieme a Tobia Bezzola, ha chiesto di interpretare l’espressione Surrealismo Svizzera come una sintesi, una forzatura grammaticale, quasi alla maniera sperimentale degli artisti del Novecento. Del resto, proprio i surrealisti invocavano l’incursione dell’inconscio nel linguaggio cosciente: le loro opere mostrano spesso una combinazione di immagini realistiche e simboliche, con l’effetto di turbare lo spettatore o di disorientarlo.
Molti autori presenti in mostra a Lugano fanno lo stesso: citando, a volte, l’opera di Salvador Dalì, Giorgio De Chirico.
Francia, Svizzera, Europa
È stato Tobia Bezzola a sottolineare il legame tra il movimento di André Breton e la cultura svizzera: “Tutto sta nell’incontro tra Tzara, esponente del gruppo Dada, attivo a Zurigo e Breton. Tzara darà a Breton l’occasione di vedere i principi surrealisti da una prospettiva pittorica”. Le prime istanze del surrealismo, infatti, in Francia si devono a Guillaume Apollinaire: ma con lui si trattava di una tendenza principalmente letteraria. Breton elaborò poi un’estetica che abbracciava invece l’arte visiva: al gruppo aderirono Giacometti, Brignoni, Vulliamy, Seligmann e Oppenheim. L’appellativo “surrealista”, allora, indicava che l’artista era iscritto al movimento e ne seguiva le regole. Furono molti gli artisti influenzati dallo spirito del surrealismo, anche se non aderenti in senso stretto. In Svizzera, molti autori provenienti da Parigi aderirono a gruppi progressisti come Gruppe 33 e Allianz.
Surrealismo assoluto e verista
La mostra al Lac Lugano è un’edizione, più piccola, della retrospettiva chiusa a gennaio 2019 ad Arau, presso l’Aargauer Kunsthaus. Negli spazi di Lugano si trova una selezione, rappresentativa, però, di molte tendenze dell’arte svizzera tra gli anni Venti e Trenta. Si vedono, ha detto Francesca Benini, esempi di surrealismo “verista”, elementi figurativi accostati ad immagini oniriche, rappresentazioni simboliche o metaforiche. Trova spazio, però, anche il surrealismo assoluto: la pittura va verso l’astrazione, la ricerca è su forme e colori e gli elementi figurativi sono sempre meno.
La mostra Surrealismo Svizzera è aperta fino al 16 giugno. È la più recente delle iniziative di Lac Lugano che, da quando ha aperto nel 2017, ha organizzato 295 mostre e ha un bilancio di visitatori più che promettente.
Info: www.luganolac.ch
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