Giovedì 18 Aprile 2024 - Anno XXII

Vienna rinnovata

Sempre d’attualità le mete classiche (Hofburg, Santo Stefano, il Prater, il Ring) ma di grande interesse anche le recenti realizzazioni architettoniche e il “make-up” sapiente di alcune strutture periferiche. Nel segno della cultura

Hans Hollein Haus
Hans Hollein Haus

Vienna è ricca di un’architettura contemporanea e di interventi attuali su edifici d’epoca che, da soli, richiedono ben più di un unico fine settimana.
Partendo da Stephansplatz, nell’isola pedonale cuore pulsante della città, si può già notare il palazzo di Hans Hollein, della fine degli anni Ottanta, con le pareti di vetro in cui si specchia il campanile mosaicato della cattedrale.
Anche il palazzo imperiale di Hofburg, a pochi passi da qui, porta con discrezione svariate tracce di questo secolo. A parte la ristrutturazione sapiente che valorizza ed evidenzia più che mai i grandiosi saloni, gli eleganti cortili, le preziose collezioni, ci sono delle piacevoli sorprese per chi cerca il contemporaneo.
Come la rinnovata Albertina, minimale e con una concezione di spazi quasi da loft. O la bella caffetteria progettata anch’essa dal prolifico Hans Hollein.

L’architetto delle favole

KunstHausWien
KunstHausWien

Più ci si allontana dal centro storico, più le proposte “contemporanee” aumentano. Appena fuori dal Ring, la strada circolare che lo racchiude, in Kegelgasse c’è la Wohnhaus. È una delle bizzarre architetture di Friedensreich Hundertwasser.
Casa d’abitazione degli inizi degli anni Ottanta, è un surreale e fantasioso patchwork di citazioni, da Gaudì all’art déco, con tocchi di colori forti.
Davanti c’è un Terrassen Café raggiungibile da una scala tagliata in una roccia alta circa quattro metri. Nel cortile trova spazio un giardino non coltivato, nel quale la semina e la cura delle piante è affidata al vento e alla pioggia, secondo un principio condiviso da Le Corbusier.
A qualche isolato di distanza, nella Untere Weissgerberstrasse, c’è un’altra opera di Hundertwasser, di qualche anno più giovane. È la KunstHausWien, che si può raggiungere anche in battello, navigando sui canali fiancheggiati da vialetti, meta preferita per le passeggiate di cani e padroni e degli innamorati.
All’imbarcadero l’edificio viene segnalato. Costruito nello stile inconfondibile dell’estroso architetto, è un museo che ospita sia una collezione di sue opere, sia mostre temporanee di artisti del momento, noti o emergenti. Da non mancare una puntata alla boutique con oggetti e gadget ispirati alla produzione dell’architetto austriaco. Suggerita una sosta nella caffetteria, con sedie e tavoli stile Hundertwasser, che nella bella stagione si dilata in un giardino pieno di fiori.
Il terzo progetto cittadino dell’architetto “visionario” è un gasometro, tuttora funzionante come tale. Lo sviluppo in altezza e la forma inconsueta lo rendono ancor più parte di un paesaggio da favola.

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Archeologia industriale e dintorni

Il nuovo volto dei gasometri
Il nuovo volto dei gasometri

Non sono invece funzionanti i gasometri nella zona periferica di sud est.
Costruzioni cilindriche in mattoni rossi, sono state trasformate in un centro commerciale con cinema, auditorium, negozi, locali. Collegate direttamente alla stazione della metropolitana in Eyzingasse, sono diventate un punto d’incontro soprattutto per i giovani, in alternativa all’animatissima Mariahilfestrasse.
L’ambizioso e perfettamente riuscito progetto, è di quattro architetti tra i quali Jean Nouvel che, maestro nell’uso di vetri e acciaio, ha creato le leggerissime e aeree strutture di collegamento tra un edificio all’altro.
Questo non è l’unico intervento viennese dell’architetto francese; nella Leopoldauer Strasse, al nord della città, ha realizzato una casa d’abitazione giocando sull’alternanza di pieni e vuoti, con un uso sapiente di griglie e terrazzamenti.
Tra le ultime novità, la Biblioteca inaugurata nel 2003. È stata costruita, su progetto dell’austriaco Ernst Mayr, sulla stazione di Urban Loritz Platz, opera di Otto Wagner, uno dei grandi architetti viennesi dei primi Novecento. È costituita da due elementi, ognuno su un lato della ferrovia, collegati fra loro da una struttura in vetro.
La facciata è una grande scalinata, con a metà l’ingresso, che continua fino a un tetto-terrazza, simile alla tolda di una nave, con vista superlativa e il delizioso Caffé Canetti (dal nome dello scrittore).

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