Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Ma mi faccia il piacere… “A bit of BIT”

E così è finita anche la BIT, panta rei, tutto scorre. E tutto ha fine. Eppertanto si torna al nostro orticello, alle nostrane beghe di campanile, ai pissipissibaobao, o se si preferisce al gossip. Per sapere se quel tour operator è davvero alla canna del gas o per lamentare che Alitalia (circolare agli agenti viaggi 12/2) è ricorsa alla scusa dell’aumento della benzina (ma, come!, se 3 mesi fa costava ben più di adesso! e l’Euro è rimasto ‘forte’ come allora!) per tirare a campare ancora qualche mese; ma con gli scioperi di Sult & C. dietro alla siepe farebbe … Leggi tutto

Ma mi faccia il piacere… "A bit of BIT"

E così è finita anche la BIT, panta rei, tutto scorre. E tutto ha fine. Eppertanto si torna al nostro orticello, alle nostrane beghe di campanile, ai pissipissibaobao, o se si preferisce al gossip. Per sapere se quel tour operator è davvero alla canna del gas o per lamentare che Alitalia (circolare agli agenti viaggi 12/2) è ricorsa alla scusa dell’aumento della benzina (ma, come!, se 3 mesi fa costava ben più di adesso! e l’Euro è rimasto ‘forte’ come allora!) per tirare a campare ancora qualche mese; ma con gli scioperi di Sult & C. dietro alla siepe farebbe fatica a sistemare i bilanci anche “Chi” moltiplicava i pani e i pesci, senza contare che moltiplicare soldi e passeggeri in tempo di crisi è oggettivamente più difficile.
Chiusa la BIT la stampa turistica ha pertanto concluso un arioso dialogo sui massimi sistemi o quantomeno ha posto fine a una visione onirica del mondo (una birretta allo stand Germania, un omaggio di pasta Spinosi alle Marche – con anice Varnelli per la digestione -, una mangiatina al Friuli Venezia Giulia e un salto in Spagna tanto per vedere se ci scappa un famtrip).
La BIT è morta Viva la BIT, ma prima dell’oblio le si dedichi una acconcia ode funebre, o quantomeno la si consegni alla Storia con rapidi commenti, considerazioni, vicende grandi e piccole buttate lì a caso, disordinatamente, perché sparpagliate in quel bailamme che è una Fiera del Turismo e diffuse in una ridda frenetica di comunicati, notizie e informazioni.  D’altro canto se gli addetti stampa, se non se la  sfangano e si guadagnano la biada in BIT quando mai potrebbero mandare il loro onorario al tourcliente pubblicizzato? Tante perciò le cose dette, lette, scritte.
Si è venuti a sapere, ad esempio, che “La Regione Lazio guarda alla Cina”, e infatti, ha detto l’Assessore Luigi Ciaramelletti, “è stata tra le prime a partecipare alle Fiere del Turismo cinesi”. Brava (regione Lazio), bene, 7+, comunque meglio della Fiavet (almeno rispetto alla sua omologa francese) datosi che recentemente la Fiavet transalpina ha svolto un suo congresso a Pechino con ben1000 partecipanti (prevedono 1.000.000 di cinesi in Francia e 100.000 francesi in Cina), mentre la Fiavet italica (come peraltro puntualmente precisato da Mondointasca) non è nemmeno riuscita a metter su un congresso a Cagliari.
In attesa che (fosse solo per reciprocità) “Shanghai guardi a Frosinone”, c’è qualche compagnia aerea che imita la Fenice e tenta di nascere dalle proprie ceneri. E’ forse Volareweb? None (a proposito, ma non c’erano i soliti esperti, regolarmente intervistati dalle gazzette di settore, che a fine novembre non escludevano una ripresa dei voli di Volareweb “entro fine anno”? Tèl chì el servìsi!). E’ invece Azzurraair Airlines, che dal Tribunale di Busto Arsizio è stata autorizzata a trasferire le licenze alla Air Blu spa. L’aeroporto di Ronchi dei Legionari potrà pertanto arricchirsi nuovamente di alcuni voli verso l’Est Europa, evviva. Un bel salto da BustoArsizio a Panamà (p.f. accento sulla ultima “a”, perché così fa in spagnolo) il cui Capo dell’Ente del Turismo ha dichiarato “Abbiamo tutte le carte in regola per crescere in modo esponenziale sull’Italia”.
Lungi l’idea di fare del facile spirito commentando che da 2 a 4 (turisti) il concetto di “crescita esponenziale” non fa una grinza, è il caso di rivolgere encomi ai bravi panamensi che nonostante l’assenza di Low Cost e di Last Minute sperano pure di poter accogliere turisti italioti sempre più asserviti all’idea dei viaggi rottamati in offerta speciale. Chi invece sta schiscio (termine che lungo il corso centrale del Po è dialettico sinonimo di lavorare duro, non contarla su, stare coi piedi per terra) è Joao Renano Henriques, direttore del Turismo Portoghese in Milano, dichiarante che nel 2004 i turisti italiani sono stati 380.000, il 2% in più del 2003.
Da tanta sobrietà, apprezzabile understatement e chiarezza, un evviva anche al Portogallo che prosegue bello e tranquillo con il solito, tradizionale turismo basato sui ‘pacchetti dei tour operators’ (un po’ perché abbastanza distante dall’Italia, un po’ perché non ancora intaccato dai voli Low Cost). 

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Ma mi faccia il piacere… "A bit of BIT"

Meno allegri quelli della nostrana Federalberghi il cui Osservatorio ha denunciato “Perdite di domanda generalizzate nelle strutture italiane 2004”. In soldoni 2,8 milioni di presenze in meno, pari al 1,2%. Questo dato può essere utile a chi desiderasse sapere se nel Belpaese “c’è veramente crisi o no” e per venirne a capo, saperne di più, volesse seguire il metodo qui suggerito da Mondointasca: si prendano questi dati, li si collezioni debitamente, si aggiungano ai bilanci di fine anno dopodichè si potrà finalmente sapere se “non c’è crisi” (come da trionfanti numeri e percentuali in più sparati per far scena dal chiacchierato di turno) oppure se “crisi c’è” (come da pacati dati di fine stagione e vere statistiche, ove non si parli di bilanci farlocchi per far contente le banche).
C’è quindi chi sta coi piedi per terra e chi invece sogna, coltiva ubbìe, respira aria fritta, vedi la Fiavet che appunto durante un Convegno alla Bit sul futuro delle agenzie viaggi “ha evidenziato il ruolo di professionista che tutela il consumatore”. L’agente di viaggi è un professionista? Ma quando mai, o anime belle della Fiavet! (NB: Par ben chiaro che si parla di una “capacità media professionale”, di un “livello di mezzo”, del know how della “metà + 1” dei facenti viaggiare e sarebbe ben squallido dover commentare che sono pure tanti e tanti quelli che la loro professione la conoscono… ma tanti altri…).
Se un tempo di validi professionisti invero ce n’erano, adesso il loro numero è tremendamente scemato (d’altronde, la quantità va sempre a scapito della qualità, dopodichè basta precisare che attualmente nel Belpaese allignano 7000 agenti di viaggi 7000). Siamo proprio sicuri che tutti gli agenti di viaggi conoscono il tempo ai Caraibi piuttosto che in Svezia? Forse, forse la vicende dei franchising e delle agenzie vendute “chiavi in mano” a parrucchieri o cartolai stufi del solito trantran non ha fatto dei danni? Chi è passato dal casco della permanente o dalla macchina del caffè, al computer dei viaggi, è stato opportunamente addestrato? Sì? Per quante ore, come e dove, cosa gli è stato insegnato? 
In assenza di professionalità, il consumatore si tutela da solo. Come appunto, sta avvenendo.
Evviva la BIT 2005, ma sempre negli attuali, demenziali impianti (si resta dovè). Eh sì, credevate di finire nella Nuova Fiera di Rho, e invece nisba. Rifarete le minimaratone dall’uscita Metrò ai padiglioni 15 e 16 percorrendo una struttura che, invece di essere rotonda o quadrata, come dovrebbesi, altro non costituisce che un lungo serpentùn, avanti e indrè, non una curva. Rischierete ancora la salute lungo  i PPP Passaggi Polmonite Pleurite (dal caldiccio umido fieristico una bella passeggiata all’aperto ad acchitare il bel vento gelido del Gottardo). E anche nel 2005 tornerete a dilettarvi con la versione bittiana del Gioco Dell’Oca (poca segnaletica, cerchi il 12, segui un cartello che però dopo un po’ scompare, giri a destra invece che a sinistra ed eccoti ritornato alla Stazione del Metrò Amendola-Fiera).

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