Diciamocelo francamente, non meno che onestamente: l’italiano non è un buon turista, nel senso di viaggiatore acuto. Viaggiatore attento, aperto ai tanti interessi e curiosità che suscita un viaggio dal punto di vista culturale, ambientale, artistico, naturalistico.
Le ragioni? Beh, molte e svariate.
Tra le più importanti il fatto che il turismo nostrano (superfluo precisare che si tratta di quello outgoing, degli italiani che vanno all’estero) è nato improvvisamente. In particolare si è sviluppato troppo velocemente con il boom alias miracolo economico degli anni Sessanta. Senza una progressiva educazione, maturazione.
Tanto per fare paragoni – salvo casi di chi sa viaggiare – sono tuttora sensibili le differenze nel girare il mondo tra italiani e inglesi. Il popolo inglese nell’era vittoriana inventò il turismo percorrendo i continenti. Dalle nostre parti, solo qualche audace si spingeva fuori porta. E nemmeno con i nostri vicini di casa (francesi, svizzeri) le affinità viaggiatorie sono molto marcate.
Ad ogni “tipo” di turista l’hotel su misura
Quali le differenze e i perché? A parte una buona dose di provincialismo e un notevole disagio nell’imparare le lingue, il viaggiatore italiano è prevalentemente pigro. Preferisce un normale albergo facilmente raggiungibile invece di una bella struttura meno centrale. Al diverso e sconosciuto (di una destinazione) sceglie la sicurezza di una località o di una sistemazione nota (meglio ancora se frequentata da altri connazionali).
Il viaggiatore del Belpaese ha meno interesse per l’ecologia e la natura, opta per il mordi e fuggi in luogo di una vacanza tranquilla e meditata. Cerca, perché gradisce le principali componenti del turismo di massa, albergoni meglio se caciarosi, con boutiques, vendita di cartoline, souvenirs di un viaggio status symbol, ristoranti dai menu facili da non far fatica mentale con domande e traduzioni.
Premesso che il suesposto modo di viaggiare, definibile all’italiana, è ovviamente praticato anche all’estero, ma in minor misura e da un’utenza di livello sociale inferiore. Anche se nel Belpaese il viaggio banale, non diverso e non personalizzato piace anche a una clientela socio-economicamente alta. Ne derivano difficoltà professionali da parte di chi (oltretutto penalizzato dalla scarsa importanza data al travel consultant) opera nel turismo di nicchia.
Una guida davvero speciale
Prova di ciò è la difficoltà nel commercializzare sul mercato italiano prodotti turistici ed alberghieri che altrove godono di buon successo.
È il caso delle strutture proposte da Rusticae, Pequeños Hoteles con Caracter, su una guida la cui eleganza anticipa il buon gusto delle sistemazioni descritte. Si tratta di più di 100 alberghi tra Spagna e Portogallo (cui si aggiunge una più recente Selezione Metropolis, hotels cittadini di personalità e stile nei due citati Paesi e in Argentina) accuratamente valutati, scelti, selezionati.
E anche contrattati quanto a costi e livello di servizi e commercializzati da due intraprendenti ragazze asturiane, Carlota e Isabel, giovani ma già ben affermate nel firmamento alberghiero spagnolo (beninteso di nicchia).
La proposta di Rusticae (un soggiorno alberghiero diverso, intrigante, curioso, non banale, fuori dai soliti schemi di viaggio) è talmente vasta da rendere monotona la descrizione dei differenti pequeños hoteles beninteso con caracter.
Hotel “rustici” forse; ma raccolti ed eleganti
Non senza precisare che gli hotel (appunto pequeños) si caratterizzano soprattutto per le contenute dimensioni (al Molinos de los Gamusinos, vicino a Segovia, stanno antipatici i gruppi fosse solo perché dispongono soltanto di 2 camere doppie e 1 ‘speciale’) la validità della proposta Rusticae consiste sia nella differenza (di servizi e quindi di costi) dell’offerta (quanto tempo è trascorso dalla costruzione – primi del XVII secolo – della Posada San Josè, casa colgada di Cuenca, e del Palacio de la Rambla, palazzo nobiliare del ‘500 nel centro storico di Jaèn, alla moderna struttura della Posada Morisca annidata sui monti di Malaga affacciati sul Mediterraneo).
Rusticae presenza in Spagna e Portogallo
La presenza degli hoteles di Rusticae su tutta la geografia di Spagna e Portogallo (l’esclusivo Hotel Britania di Lisbona dell’architetto Cassiano Branco, la Casa das Senhoras Rainhas affiancata alle antiche mura di Obidos) prescinde grande varietà quanto a stili, usanze e abitudini. Levar del sole in un magnifico aranceto al Tancat de Codorniù, Alcanzar, Tarragona, un tempo masìa e residenza estiva del re Alfonso XII a due passi dal mare catalano (solo 10 camere); altrettante sistemazioni nonché identica pace e raffinata eleganza sono riservate al Molino de Alcuneza, Siguenza (sotto il pavimento dell’ingresso dall’inizio del ‘500 scorrono le acque del fiume Henares).
Sempre in un mixage di storia, buon gusto e tradizioni Rusticae propone antichi luoghi di culto lussuosamente ristrutturati da grandi architetti: il Monasterio de Rocamador, a Barcarrota, Extremadura. Ma anche castelli gotici del XIV secolo: il Castell d’Empordà, a La Bisbal, ex fortezza nel cuore della verde Catalogna). Alla nordica architettura delle Asturie espressa dalla Casona de la Paca, a Cudillero, tipica residenza degli Indianos emigrati e tornati dall’America dopo aver fatto fortuna, e al gallego Pazo Cibràn, a Santiago de Compostela, l’Andalusia risponde con la Hacienda de Oràn, un cortijo, ricca fattoria dal sabor campero poco distante da Siviglia.
Rusticae, luoghi e arredi in sintonia
Solo folklore e tipicità locale? No, Rusticae sa anche spaziare tra esempi di coloniale messicano, nella Casa de los Azulejos a Cordoba, e un’architettura andalusa blanca sposata con mobili asiatici e luce mediterranea, al Tio Kiko ad Agua Amarga, Almerìa. Non mancano ovviamente i Rusticae isolani. Una finca platanera del 1572 (la più vecchia delle Canarie), azienda agricola bananiera divenuta il pequeño hotel Hacienda del Buen Suceso a Gran Canaria e il Caserio de Mozaga, casa colonica ristrutturata con 6 camere doppie e 2 suites nella vulcanica Lanzarote.
Nelle più vicine Baleari, il Petit Hotel, solo 8 camere nella romantica Valldemossa (Maiorca) di Chopin e George Sand, più storica (XIV secolo, ristrutturazioni neoclassiche) la casa señorial Alcaufar Vell a Sant Lluìs (Menorca).
Con tanta eleganza e diversità i pequeños hoteles di Rusticae non potevano essere assenti dalla magica Granada. Ecco allora un poker di assoluta bellezza. Vicino al Museo Garcia Lorca la Casa de Federico abbina costi contenuti con originalità e buon gusto. Nel mitico Barrio del Albayzìn, Patrimonio dell’Umanità, più che la descrizione del Ladròn de Agua (palacete del XVI secolo), del Carmen del Cobertizo (casa nobile con carmen, antico orto-giardino) e della Casa Horno de Oro (intrigante casa morisca, dal suo terrazzo quasi si toccano le mura dell’Alhambra) valga il suggerimento di trascorrervi qualche magica notte.
Leggi anche: