Conquistata dai Celti (VIII secolo a.C.) quindi dai Romani, cacciati definitivamente nel 352 d.C., è stata per così dire “valorizzata” da Carlo Magno, divenendo un centro di potere indipendente.
Con il Trattato di Vestfalia (1648) viene annessa ufficialmente alla Francia che la cede alla Germania dopo la guerra franco-prussiana del 1871. A questo punto l’anima è già francese e gli anni che seguono – finito per sempre l’infausto periodo hitleriano – sino alla liberazione del 1945, vedono un’altalena di “passaggi” (ben quattro negli ultimi 75 anni!) da una nazione all’altra. Passaggi che lasceranno una traccia indelebile nei suoi abitanti, tenacemente aggrappati alla propria cultura (anche se mista), alla propria architettura, alle proprie tradizioni.
Una Francia “diversa”: franco-europea
Regione compresa fra il rilievo dei Vosgi e il fiume Reno, che la separa dalla Germania, oggi è terra profondamente francese nell’arte, nella musica e nell’ospitalità, sempre calda e genuina. E’ tuttavia ancora tedesca nella parlata locale (una specie di dialetto germanico) nei cognomi dei suoi abitanti (i nomi sono quasi sempre francesi) nell’architettura delle case e dei palazzi, nella determinazione a “ben fare” degli alsaziani.
Non a caso Strasburgo è sede del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa, riconoscimento dovuto a una città “ponte” ideale e reale fra due culture e due anime fra loro profondamente diverse, pur se sorelle nell’Europa.
Sui terreni ondulati e talvolta decisamente montagnosi, l’Alsazia è un solo vigneto e frutteto. Ma è anche boschi e foreste, luoghi protetti e curati con puntiglio e consapevolezza dagli alsaziani.
Con l’avvicinarsi del Natale, risaltano ancor più del solito le città e i paesini della zona, tutti caratterizzati da un invidiabile stato di conservazione architettonica, molto simile a quella dei paesi renani dell’Europa settentrionale, con casette in genere dipinte di bianco, coperte di gerani, rivestite di legno e sovrastate da tetti a punta.
Un biglietto da visita inconfondibile che meglio predispone il visitatore a partecipare alle molte iniziative che accompagnano il periodo delle festività natalizie, nelle grandi città quali Strasburgo, Colmar, Mulhouse e nei molti centri minori della Regione.
Mercatini di Natale, che passione!
A far data dal 25 novembre, giorno dedicato a Santa Caterina, nelle settimane che precedono l’apoteosi natalizia e sino alla chiusura del periodo festivo (6 gennaio, Epifania) è un brulicare di gente dappertutto, frastornata e felice tra le mille luci e decori che accendono l’Alsazia. Ci sono mercatini per tutti i gusti e per tutte le tasche, a cominciare dal capoluogo della regione.
Strasburgo – L’epicentro dei festeggiamenti è nella Place Broglie; la festa per eccellenza, che risale all’anno 1570, è quella del Christkindelsmärik.
Famose le decorazioni di Natale che attraggono grandi e piccoli e famoso anche l’artigianato gastronomico, con una grande quantità di prodotti tipici e bevande offerti in assaggio e in vendita. Senza contare che di Mercatini di Natale è piena l’intera città; si può dire che ogni zona ha i suoi chalet decorati e zeppi di oggetti tipici di queste feste.