Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Gh’è pü d’religiòn (non c’è più religione, si commentava antàn!)

Nella puntata precedente lo scrivano urlò un disperato lamento contro il consumismo e le mode, un cocktail di mostruosità la cui migliore espressione è costituita dalla massificata celebrazione dei Ponti, ove si intende la generale fuga per i Santi, l’Immacolata, il 25 aprile ecc. ecc.  D’altro canto quelli che non vanno via sono considerati dei paria, i nuovi intoccabili al fondo delle caste consumistiche. Idem per chi decide di restare in città a ferragosto: ma com’è possibile – pensa il gonzo – che uno possa farsi del male trattandosi bene nel fresco condizionato di casa sua, strade e piazze vivibili, … Leggi tutto

Nella puntata precedente lo scrivano urlò un disperato lamento contro il consumismo e le mode, un cocktail di mostruosità la cui migliore espressione è costituita dalla massificata celebrazione dei Ponti, ove si intende la generale fuga per i Santi, l’Immacolata, il 25 aprile ecc. ecc.  
D’altro canto quelli che non vanno via sono considerati dei paria, i nuovi intoccabili al fondo delle caste consumistiche. Idem per chi decide di restare in città a ferragosto: ma com’è possibile – pensa il gonzo – che uno possa farsi del male trattandosi bene nel fresco condizionato di casa sua, strade e piazze vivibili, mentre gli altri, se la godono in file di 20 chilometri sull’autostrada, pagando 5 euro una minerale alle partenze dei traghetti o schiacciati come sardine sotto un ombrellone?
Eh vabbé, siamo in democrazia e quel che conta sono i numeri (meglio un capolavoro visto dal 49% della gente o na schifezza con un’odièns del 51?), i quali numeri si gonfiano si gonfiano fino a diventare quella massa che compattamente celebra i Ponti. La Teoria delle Masse, si commentò, non è nuova, ma è forse meglio lasciar perdere.

TV, buona si, TV buona no

Il fatto è che – rimasto a casa per i Santi – lo scrivano se l’è pure goduta, visionando (grazie Sky!)  film dalla bellezza inversamente proporzionale alla frequenza che li vede proiettati (la nota legge di Gresham della La Moneta Cattiva che Scaccia la Buona, sicché sul teleschermo ti ritrovi Boldi & De Sica sei volte al giorno mentre Ingmar Bergman ti riesce di vederlo una volta all’anno).
Da cui tante ore di tenerezza ed entusiasmo vedendo il mitico Mistero del Falco, il wayneiano (ma grande anche Montgomery Clift) Fiume Rosso, il (primo) felliniano (con Flaiano sceneggiatore) Sceicco Bianco (dramma: in 50 anni siamo passati dall’arte alle urla della sVentura per farsi sentire da quelli sull’Isola del Fratello Famoso), e last but not least il magnifico Don Quixote di Orson Welles (è lui il Grande conoscitore, cantore, descrittore, amico della Spagna, minga l’Hemingway).
Ma come sempre c’è un rovescio della medaglia, ed ecco che tra le tante amenità (vedi sopra) godute durante l’assenza dei Pontieri il povero scrivano – zigzagando tra giornali e tivù – si è anche ritrovato a dover prendere atto di così tante sconcezze da fargli urlare quanto antàn la saggezza popolare commentava a voce più bassa nelle terre tra Domodossola e Mortara.
Gh’è pü de religion! (non c’è più religione).

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Poi c’è il “De Sconcezze” uno…

Sabrina Ferilli
Sabrina Ferilli

Ma davvero tante sconcezze, ha dovuto sorbirsi lo scrivano? Beh, valuti il cortese lettore in base a quanto segue.
Si potrebbe cominciare (ma è meglio glissare sennò lo scrivano si incacchia subito e l’articolo finisce qui) con la vicenda dell’Isola del Grande Fratello Famoso di cui allo sputtanamento e messa alla berlina delle faccende private di parenti e affini (fino al terzo grado) dei poveracci andati sull’isola solo per tirar su due lire e recuperare un po’ di notorietà (se mai avuta).
Tiremm quindi innanz, passando alla rivista che ha cuccato la Ferilli e il Cattaneo ex Rai a Parigi e ha luciferinamente ha precisato che vi sono andati per fare cose turche. E’ infatti arcinoto che quando vogliono farsi i cavoli loro anche i turchi prendono su, si fanno fare i biglietti dell’avion e se ne vanno lontano, diciamo anche a Parigi,  dopodiché (non potendo finire sotto i ponti della Senna, in ottobre fa già freschino) finiscono pure in albergo. E giunti in un albergo, turchi e non turchi di sesso opposto (ma anche gli altri si arrangiano) con età tra i 18 (secondo legge) e i 68 anni (e qualcuno sognerebbe anche ben oltre) anni, vanno in camera e si mettono, appunto, a fare cose turche. E allora, cara rivista, dov’è il biscardiano sgup (al massimo c’è scappata una promozioncina gradita alla Maison de la France)? O forse una bella fettona del Belpaese invece di fregarsene dei fatti altrui è diventata orrorosamente morbosetta e guardona?
E forse è proprio così, sennò (al contrario di quel che faceva antàn il pulito mondo borghese di Novello) oggidì certuni non si metterebbero a sbandierare i fatti loro al poppolo (via Novella 2000). Come ha puntualmente fatto il Cattaneo (Corriere 11/11) contando che la moglie qui, la moglie là, la moglie su, la moglie giù, se ha rusato con la mogliera prima o dopo Ferilli e vai col lìssio (da un po’ di tempo in qua capita spesso a tanta gente: prima vogliono che il mondo sappia a che ora vanno al cesso, dopodiché si lamentano per violazione della privacy se viene installata una telecamera all’angolo di Corso di Porta Romana).

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