Venerdì 11 Ottobre 2024 - Anno XXII

Alba di un giorno nuovo a Brasilia

Braslia

Una “storia” fantastica. Quella di Zia Neiva, la santona della “Vale do Amanhecer”. Un incredibile miscuglio di religioni, riti propiziatori, assidua ricerca del “spirituale”. La molla? Puro e semplice amore per il prossimo

Brasilia Ingresso del Tempio
Ingresso del Tempio

Tra le comunità religiose fondate a Brasilia e dintorni, luoghi come Alto Paraiso (alto paradiso) dove si sono moltiplicati centri di terapia naturale e meditazione di ogni tipo, che utilizzano le proprietà dei cristalli di cui la zona è ricchissima; o come la Cidade da Paz (città della pace), dove sorge una vera e propria università olistica che ha come scopo, si legge nello statuto, il risveglio spirituale di ciascun individuo, abbiamo scelto la Vale do Amanhecer (valle dell’alba).

Una figura carismatica, ex camionista

Brasilia La chiaroveggente Neiva
La chiaroveggente Neiva

La valle dell’alba presso Brasilia, che rimanda all’immagine di un risveglio spirituale, è il nome dato alla comunità dalla sua fondatrice, donna determinata e affascinante a metà tra Anna Magnani e una santona indiana (con lo stesso parrucchiere di Moira Orfei).
Possiamo vedere la sua imponente presenza fisica, il suo penetrante sguardo determinato e la sua bellezza eccentrica solo rappresentata in fotografie e ritratti, perché la chiaroveggente Neiva Chaves Zelaya, da tutti chiamata zia Neiva, è morta nel 1985.  Si legge, nel libretto di introduzione alla sua dottrina, che questa donna semplice, nata nel 1925, era fino al 1959 una cittadina comune, senza nessuna predisposizione religiosa. Ma “comune” neanche troppo. Una donna vedova, che negli anni Cinquanta decide di diventare camionista e di mantenere i suoi quattro figli viaggiando sulle strade rosse e polverose del centro Brasile.  Poi scopre la sua capacità di entrare in contatto con spiriti che la guidano verso un altro cammino, verso la fondazione di una comunità religiosa che oggi conta più di trecento templi in tutto il Brasile e una casa madre che è una vera e propria città, dove abitano circa ventimila persone.

Nei Pressi di Brasilia, nella città del “nuovo giorno”

Brasilia Simbolo della luce sulla collina
Simbolo della luce sulla collina

Al chilometro dieci della statale DF-15, a una quarantina di chilometri dalla capitale Brasilia, sorge dunque “la valle dove spunta il nuovo giorno”, una variopinta e solare città dell’immaginario, la cui costruzione è stata realizzata sotto i dettami diretti delle entità di luce. Qui piramidi, dee del mare, specchi d’acqua a forma di stella con ottanta metri di diametro, cascate, grandiose forme ogivali che racchiudono il cielo, fanno da scenario a incontri inediti tra le più disparate iconografie del sacro. Gesù, Yemanjá, lo spirito indigeno Seta Branca (freccia bianca), quello del giaguaro, il “vecchio negro” (preto velho, il saggio della religione afro-brasiliana), San Francesco, solo per citarne alcuni, sono i portatori dei messaggi religiosi di pace e benessere spirituale che ispirano il gruppo e sono rappresentati in gigantesche immagini.  Tutto ciò che potrebbe forse sembrare ad occhi smagati che fiutano l’imbroglio, il turlupinamento di una bizzarra “disneyland” del sacro, si ispira ad una visione spirituale onnicomprensiva, pervasa da un intenso senso di pace e di allegria, perché quello della Vale do Amanhacer è un fenomeno religioso nettamente improntato alla trasparenza e soprattutto alla assoluta gratuità.

Originale “cocktail” di religioni

Brasilia Mix di religioni
Mix di religioni

In questo fantasioso intreccio tra insegnamenti del vangelo e filosofia orientale, karma e reincarnazione, spiritismo, sciamanesimo e candomblé della transe, non sorprende neppure la presenza di papa Giovanni Paolo II; non solo in fotografia, sorridente accanto alla fondatrice, ma anche con documento ufficiale, attraverso il quale benedice zia Neiva e il suo operato.
“L’insegnamento del non giudizio, dell’umiltà e della tolleranza, sono alla base del nostro credo, ma lo scopo di questa comunità è lenire le sofferenze umane”, racconta gentilmente il signor Joao Dias, che dallo stato di Bahia viene periodicamente al centro per mettere a disposizione il proprio operato. “Io stesso soffrivo di un persistente dolore allo stomaco – racconta sotto la piramide – che provocava fitte alla spina dorsale e mal di testa”. Dopo aver girato una quantità di ospedali il signor Joao è venuto qui con un amico, è stato sottoposto alle cure del centro ed è guarito.

Guarigioni del corpo e dello spirito

Brasilia Curare lo spirito
Curare lo spirito

Ma come? “Guardi, qui non c’è niente di miracolistico o di paranormale, non c’è nessun guaritore iperdotato, non c’è nulla di occulto che chiunque non possa sapere ed imparare, c’è invece molta umiltà. Si mette semplicemente a disposizione del malato una struttura di accoglienza formata da uomini e donne normali, le cui potenzialità sono state valorizzate secondo precisi dettami. Il loro lavoro rende possibile la cura spirituale della persona, dato che pensiamo sia il disagio spirituale ad incarnarsi poi nell’organo malato”.
Tutti quelli che si incontrano non hanno dubbi sui risultati delle cure.
“Guariamo le malattie che la medicina non guarisce”, afferma con semplicità una signora con i capelli bianchi e l’abito che qui portano i medium, una specie di saio francescano ornato di fregi e simboli. “Ogni settimana vengono da noi circa seicento persone e noi siamo a loro disposizione per alleviare le loro pene. Non crediamo per questo di essere i detentori della verità, non pretendiamo di cambiare il mondo e non chiediamo a chi viene da noi adesioni al nostro credo; tanto meno un pagamento in denaro, completamente estraneo alla nostra missione”.

Curarsi nel tempio a ellissi

La Statua della Veggente
La Statua della Veggente

Per capirne di più entro nel grande tempio (poco meno di duemilacinquecento metri quadrati, precisa la signora). Di forma ellissoidale, un po’ induista un po’ tutto il resto, colorato e ornato di veli e immagini che delimitano i vari spazi, il tempio accoglie i visitatori che ricorrono al centro per problemi psicofisici.  “Una volta che ci si è presentati si è accompagnati all’interno del tempio da due medium che lavorano in coppia, uno dei quali (chiamato medium dottrinario) comunicherà con la persona ponendogli domande e ascoltando i suoi problemi, mentre l’altro (chiamato Apara) incorporerà le entità di luce, che forniranno la chiave per risolvere il problema”.  Ma come? “Lavorando su energie sottili, operando una manipolazione di tali energie, con gesti e suoni, dando poi la cura che consiste, ad esempio, nel bere quotidianamente l’acqua di una certa fonte sacra o nell’immergersi a fini purificatori in un’altra”.

Fede si, ma anche “rituali”

Partecipanti al rituale
Partecipanti al rituale

Fuori dal tempio una quantità di persone con mantelli e abiti multicolori partecipa a un complesso rituale. A turno prendono un pizzico di sale e lo mettono sotto la lingua, poi intingono i pollici in una specie di acquasantiera che contiene profumo di sandalo e passano le dita sulla fronte. Gesti arcaici in abiti mai visti.  Prima di lasciare la valle visitiamo con il figlio Raul quella che fu la casa di zia Neiva. Mille fotografie ne raccontano la vita, gli incontri. “Questo era il suo letto in stile spagnolo – illustra il figlio – questo il suo salotto, le sue rose sintetiche, le foto dei suoi amori e questa è lei, con il papa Giovanni Paolo II”.  Ha scritto zia Neiva: “Aiutate con generosità, senza aspettare ringraziamento o gratitudine. Chi aiuta il prossimo, sta in realtà aiutando se stesso”.
Qualunque sia la forma che ha trovato per farlo.

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