Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Traslocare negli States

Trasferirsi in un’altra città? Più facile a dirsi che a farsi. Al fatidico giorno del trasloco sarà comunque il caso di arrivarci ben preparati, come fanno gli americani, per evitare di dover correre ai ripari all’ultimo momento

Attraverso montagne e deserti

I paesaggi dello Utah
I paesaggi dello Utah

Finalmente, fuori città, anche i miei nervi cominciano a rilassarsi.
L’autostrada è grande, il traffico è meno intenso e la zona montuosa limita la velocità del camion a circa quaranta miglia orarie (non più di sessanta chilometri all’ora).  
Il camion, anche lui col cambio automatico come quasi tutti i veicoli in America, si fa guidare docilmente anche se in discesa, a causa della macchina a rimorchio, non è il massimo della stabilità, soprattutto nelle frenate quando il carrello si “appoggia” sul camion che lo traina.  
Dopo aver superato le montagne nei pressi di Aspen, finalmente sfociamo in una zona pianeggiante che si estende a perdita d’occhio. Siamo in viaggio verso lo Utah, dove ci attende un bel pezzo di deserto. Qui, finalmente, ritrovo tutto ciò che avevo immaginato prima di iniziare il viaggio. Spazi sconfinati, autostrade diritte che finiscono solo col classico “miraggio” e un sacco di “colleghi” come noi.
Si, tantissimi camion, camioncini e Tir delle varie compagnie di trasloco fai-da-te, che sfrecciano da una parte all’altra con macchine, barche, moto o biciclette, caricate sul carrello o sul portapacchi esterno.
Non ci sentiamo più soli in questa avventura, anche perché molti, nella solidarietà fra novelli “truck driver”, ci salutano: scambiamo pollici in su e mani festose.  
Con la strada che scorre lenta, ogni casetta viaggiante che incrociamo è una storia immaginata. Chi sono, da dove sono partiti, e per dove? Le scritte sulle fiancate e le targhe danno qualche indizio, il resto è divertimento e tempo che passa. Certamente sono tanti e vengono da ogni parte d’America. Tanti puntini che si spostano senza sosta sul grande atlante stradale americano.

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“Trucks”, vero mito americano

Sosta in un
Sosta in un “diner”

Il trasporto su Tir negli States è una cultura e insieme un’arte per chi li guida.
Curatissimi nei minimi dettagli, lucidi come fossero appena usciti dalla fabbrica e fantasiosamente personalizzati dagli autisti, che più che autisti, pare si sentano dei veri e propri papà.
I truck driver però, negli States, sono anche coccolati. A loro sono dedicate molte stazioni di servizio con spazi speciali per ogni necessità e per parcheggiare i loro Tir.
Poi ostelli a prezzi ridotti per chi volesse lasciarsi andare, concedendosi una buona dormita, una volta tanto in un letto vero. Ai camionisti sono dedicati anche posti di ristoro che hanno mantenuto l’aspetto classico di un’America anni Sessanta, quella dei mitici “diners”. Chi si ricorda del telefilm Happy Days, quello con Fonzie, Rickie e Pozzie, ritroverà le stesse atmosfere nei diners della provincia americana del Mid West.
Perché per i camionisti? Forse perché rappresentano un posto dove la globalizzazione non è ancora arrivata: nel cibo, nei prezzi e nella quantità. Allora cosa chiedere di più di un buon pasto di qualità, a buon prezzo e che soddisfi gli stomaci più esigenti?
Chi come noi si sente “camionista in erba” può avventurarsi e sfruttare il network dei camionisti veri. Certo il traslocatore verrà trattato come tale e non sfuggirà agli sguardi ironici e divertiti dei “truck driver” più navigati, di quelli reali, ma questo è anche il modo di vivere un viaggio all’avventura dell’America vera, lontana dalle follie di New York o Los Angeles; un’America rimasta forse un po’ troppo nel freezer del tempo, ma pur sempre carica di fascino e di riscoperte.

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