Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Un Tour Operator di nome Magda…

La vicenduola che segue può aiutare a spiegare l’attuale crisi del Turismo, segnatamente dei suoi addetti ai lavori. Si fa riferimento ad agenti di viaggio e tour operator, sedicenti professionisti (tali sono ormai considerati) e quindi oggetto di bassa stima e diffidenza, nonché rei di pensare che la ancorché bassissima commissione (un tempo sempre riconosciuta e detta provvigione) di cui ogni tanto godono, non è – contrariamente alla definizione marxista della proprietà – un furto.  E la vicenduola può anche aiutare a spiegare l’attuale moda, costume, manìa di volere (al di là dell’ovvia propensione al risparmio) sapere tutto, essere più … Leggi tutto

Un Tour Operator di nome Magda...

La vicenduola che segue può aiutare a spiegare l’attuale crisi del Turismo, segnatamente dei suoi addetti ai lavori. Si fa riferimento ad agenti di viaggio e tour operator, sedicenti professionisti (tali sono ormai considerati) e quindi oggetto di bassa stima e diffidenza, nonché rei di pensare che la ancorché bassissima commissione (un tempo sempre riconosciuta e detta provvigione) di cui ogni tanto godono, non è – contrariamente alla definizione marxista della proprietà – un furto.  
E la vicenduola può anche aiutare a spiegare l’attuale moda, costume, manìa di volere (al di là dell’ovvia propensione al risparmio) sapere tutto, essere più furbi e quindi fare cose che un tempo si facevano fare ad altri. Con il risultato – a modesto parere dello scrivano – che la cosiddetta gente  finisce per fottersi a vicenda: il panettiere si improvvisa tour operator? e allora il tour operator prende acqua e farina e si fa il pane, con il probabile risultato che il prestinèe – che voleva andare al mare – si ritrova a Mosca, mentre il tour operator deve ricorrere a una scatoletta di Alka Seltzer per digerire il pane auto-fattosi. 

Pasticciere, fà il tuo mestiere

Un Tour Operator di nome Magda...

Resta il fatto che il vecchio e saggio detto offelée fa el tò mestée è ormai finito in soffitta.
Ti senti la bua al pancino? niente paura, ghe pensi mì – diceva il grande bauscia Tino Scotti – fai un salto in internet o dai un occhio alla rubrica Salute sul Corriere della Sera, appiccichi uno specchio sul soffitto et voilà ti auto-operi di appendicite.
Pensi che il tuo dentista sia un ladro oltre che un pessimo professionista? Prendi una tenaglia, ti sistemi davanti allo specchio del bagno et voilà ti cavi un bel molare (basta prendere bene la mira). Oggidì ci si improvvisa esperti di tutto, si scimmiottano tutte le professioni, salvo due.
Quella (un tempo mestiere, ma adesso fa pagare un preventivo, come un professionista, cosa impensabile per un tour operator) dell’idraulico, il trumbée: con lui meglio non rischiare di ritrovarsi nottetempo il liquame al livello del letto.
E quella dell’avvocato, che non puoi evitare: prova ad andare in un tribunale a difenderti da solo – così come, vedi sopra, ti eri sezionato l’appendice e tolto un molare – e il giudice ti manda a quel paese.

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Come disse La Nruyère…

E perché si è diventati  più bravi, più furbi? Solo per risparmiare? Chi lo sa. Probabilmente in questa era dell’apparire che fa aggio sull’essere, l’importante è saperne di più del vicino di tavola, vivere di aria fritta, essere più furbo.
Tutto scorre, panta rei, ma la testa dell’uomo non cambia di molto se rileggiamo quanto scriveva La Bruyère (I Caratteri di Teofrasto) quasi quattro secoli fa: Avec cinq ou six termes de l’art, et rien de plus, l’on se donne pour connaisseur en musique, en tableaux, en batiments et en bonne chere: l’on croit avoir plus de plaisir qu’un autre à entendre, à voir et a manger; l’on impose a ses semblables et l’on se trompe soi-meme (con cinque o sei parole dell’arte e niente più, ci si spaccia per conoscitori di musica, di quadri, di edifici e di buone maniere; si dà a intendere di essere più capaci di altri di capire, vedere e mangiare; ci si impone ai propri simili e si inganna sé stessi).

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