Un Parco giovane, ma già famoso
Risale al 5 giugno del 1995 il decreto del Presidente della Repubblica, con il quale veniva istituito il Parco Nazionale del Gargano. Sono complessivamente poco più di 121.000 ettari che comprendono gran parte del promontorio vero e proprio.
Senza contare ulteriori motivi d’interesse naturalistico; infatti il Parco ingloba i due laghi costieri di Lesina e Varano, la riserva marina delle isole Tremiti, che sono principalmente collegate con Termoli, nel Molise, ma appartengono alla provincia di Foggia e una fascia umida costiera a sud di Manfredonia. Vi sono otto riserve naturali gestite dal Corpo Forestale dello Stato e otto oasi di protezione faunistica istituite dalla Regione Puglia. I comuni interessati dall’area del Parco sono diciannove. Come si può notare, un insieme di “numeri” di assoluto rispetto.
I confini del Parco, nel rispetto delle esigenze e aspettative della popolazione, sono stati definiti nel settembre del 1999, con la firma di tutti i soggetti attivi interessati al problema. Da ciò ha preso avvio una serie di progetti di sviluppo che dovranno creare occupazione per i residenti ma che mireranno anche alle esigenze di salvaguardia e tutela dell’ambiente.
L’incanto della Foresta Umbra
Lo sperone d’Italia è un vero e proprio “mare verde”; solo la Foresta Umbra occupa quindicimila ettari di territorio del Parco. Oltre a una presenza notevole e varia di flora e fauna, il territorio è ulteriormente impreziosito da grotte e doline per gli amanti della speleologia, grotte marine per la gioia dei sub, vette che superano i mille metri e che, d’inverno, si spolverano di neve. Senza contare i litorali e le spiagge di incredibile bellezza.
Nel libro “Terre d’Italia” pubblicato di recente e qui recensito, Cesare Brandi (1906-1988) uno dei massimi esperti e teorici italiani dell’arte, così descrive la Foresta Umbra: “…un tal nome sarà sempre fonte di equivoco, perché con gli umbri, è quasi certo, non ci ha nulla a che fare, e pare neanche con l’ombra… Comunque sia, e tutto dipende da “imber”, pioggia, la foresta, con questo nome così catastale, così testualmente disusato per il meridione dove sono macchie, boschi, pinete ma non foreste, e sarebbe una vanteria chiamarle foreste; la Foresta Umbra sembra un appellativo ricercato, come di un bosco elevato a potenza…”.
Un bosco o foresta che è ricco di flora e di fauna e che fanno del Parco del Gargano una delle mete favorite per gli amanti della natura.
La Flora
Gli alberi giocano un ruolo primario. Tassi bimillenari e faggi che raggiungono anche i quaranta metri d’altezza; carrubi con tredici metri di circonferenza e imponenti cerri nella zona di Sannicandro. E poi lecci, uliveti e le famose “faggete depresse”, così definite perché le più “basse” d’Italia: a soli trecento metri sul livello del mare.
Sono circa duemila le specie botaniche presenti nel Parco, pari al 35% di quelle presenti nell’intero territorio nazionale, oltre, sembrerà strano, anche 56 specie e 5 sottospecie di orchidee spontanee.
Migliaia sono gli ettari di macchia mediterranea presenti nel Parco, molti dei quali sono andati perduti a causa dei ricorrenti incendi estivi, quasi sempre di natura dolosa. L’Ente Parco ha però da tempo predisposto un piano di prevenzione che ha già dato buoni frutti. Il sottobosco della macchia è rappresentato da mirto, rosmarino, caprifoglio, timo e lentisco.
Un altro aspetto dell’interesse per il Parco è dato dalla diversità della fauna che l’abita.