Lunedì 2 Dicembre 2024 - Anno XXII

Un bel fine settimana nei Paesi Baschi – 2

Hotel Marquès de Riscal di Elciego Seconda e ultima  puntata Prosegue la weekendistica gita “enogastronomico e culturale” nei Paesi Baschi (per le cronache ufficiali: Famtrip Stampa organizzato dal Turismo Spagnolo milanese e dal Turismo del Paìs Vasco). Ho narrato la sosta a Bilbao, con l’ennesima visita al museo Guggenheim, che – secondo il mio modesto parere derivante dalla aficiòn che provo per l’arte d’antàn – è tanto bello ‘fuori’ quanto impossibile da capire ‘dentro’. Ripeto, sono un vecchio signore che ama Goya e il Canaletto. E ho pure descritto il sopralluogo a Vitoria (Gasteiz in basco), con un bel Museo, … Leggi tutto

Hotel Marquès de Riscal di Elciego
Hotel Marquès de Riscal di Elciego

Seconda e ultima  puntata

Prosegue la weekendistica gita “enogastronomico e culturale” nei Paesi Baschi (per le cronache ufficiali: Famtrip Stampa organizzato dal Turismo Spagnolo milanese e dal Turismo del Paìs Vasco). Ho narrato la sosta a Bilbao, con l’ennesima visita al museo Guggenheim, che – secondo il mio modesto parere derivante dalla aficiòn che provo per l’arte d’antàn – è tanto bello ‘fuori’ quanto impossibile da capire ‘dentro’. Ripeto, sono un vecchio signore che ama Goya e il Canaletto. E ho pure descritto il sopralluogo a Vitoria (Gasteiz in basco), con un bel Museo, per certo singolare quindi meritevole una visita e una cattedrale che, una volta restaurata, “varrà il viaggio” per il contenuto storico e artistico che sta per essere riportato alla luce.

Laguardia, terra di vino e di antiche pietre

La cittadina di Laguardia
La cittadina di Laguardia

Lasciata Vitoria, cresce in me l’emozione nel ritornare nella Rioja Alavesa, quella parte della Rioja (la regione più vinicola della Spagna, oggidì pure Comunidad) che alla nascita delle Autonomìe della Spagna post-franchista entrò a far parte della provincia di Vitoria (Alava, in basco Araba) e quindi del Paìs Vasco.
Il lettore prevenuto nei confronti della mia esecranda sete vinicola sorriderà nell’apprendere la mia gioia avvicinandomi a una terra che di fatto è solo ed esclusivamente vocata e votata alla vite. Invece no, qualche sorso ci scappa sempre e ovunque, d’accordo (riuscii a tirare su una bella “ciucchina” di Cabernet Shiraz financo ad Atlanta, capitale mondiale della Coca Cola) ma se si parla di Rioja Alavesa ecco il mio pensiero andare alla bella Laguardia.
E giunto a Laguardia, eccomi correre a rivedere la “portada gotica” in pietra della chiesa di Santa Maria de los Reyes. Già la stessa chiesa merita qualche minuto di attenzione, ancorché gli stili si siano accumulati in eccesso sul duecentesco romanico lombardo. Fin qui – e un filino di orgoglio per gli “antepasados” miei paìs non nego che mi pervase; arrivarono, alcuni di loro umili “picapiedras” ma sapienti architetti in pectore, altri già Maestri nel costruire, i creatori del dolce quanto semplice romanico, provenendo da una terra talvolta già individuabile nel loro stesso nome (molte chiese romaniche dei Pirenei furono erette da Ramòn Llombard). 

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Dalle “grotte” di difesa, alle “bodegas”

Porta gotica, Chiesa di Santa Maria de los Reyes
Porta gotica, Chiesa di Santa Maria de los Reyes

La splendida “portada gotica” risale al Trecento e vanta una magnifica policromia del XVII secolo, perfettamente conservata grazie alla chiusura del portico avvenuta un centinaio d’anni prima.  Lungi dal proferire bestemmie o procedere a classifiche sempre stupide e gratuite, ma questa “portada” potrebbe aver poco da invidiare al Portico della Gloria della cattedrale di Santiago de Compostela.    
Magnifiche le figure dei dodici apostoli, contornanti nel portale la non meno bella  statua di Santa Maria de los Reyes. Una sosta nella murata Laguardia non si circoscrive soltanto alla citata opera d’arte. Sorta su una altura a difesa (guardia) del confine occidentale del regno di Navarra (nel 1164 re Sancho “el Sabio” le concesse il “Fuero”, lo statuto di città) propone anche una piacevole passeggiata nel Casco Medieval traforato da ben 230 passaggi sotterranei, scavati per evidenti ragioni strategiche. Venute meno le vicende belliche e aumentando invece l’importanza del vino (come detto la Rioja è in Spagna sinonimo di quello che fu il Chianti nel Belpaese, prima che la produzione della nostra bacchica bevanda si estendesse a tutto lo Stivale, isole comprese) le citate gallerie furono trasformate in “Cuevas” o “Bodegas” in cui degustare il caro nettare. Oggidì di queste “catacombe dell’ebbrezza” se ne contano pochissime: le case vinicole si sono ingrandite, parimenti alle loro fortune economiche, e abbandonata Laguardia hanno costruito nei dintorni megapunti di vendita talvolta pure dotati di ristorante e boutique (incredibile, poi, nella non distante Elciego, il fantastico albergo voluto dalla famosa “Bodega” del Marquès de Riscal e costruito da O’ Gehry a totale immagine e somiglianza del suo Guggenheim di Bilbao). 

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