Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Passeggiando per il Marais parigino

Tra negozi e botteghe in un tripudio di colori, profumi e sapori. E’ il momento dei peccati di gola. Viaggio tra bancarelle e mercatini nello storico quartiere dei Templari

Tè all’inglese? No, alla parigina

La belle Hortense
La belle Hortense

A pochi numeri di distanza (31, rue Vieille du Temple) “La belle Hortense”, ovvero cultura e piacere. Stiamo parlando di una libreria-bar letterario-enoteca-galleria d’arte. Il tutto in spazi ridotti ma davvero piacevoli. La libreria è generalista – romanzi, saggi, libri d’arte – la cantina ha una buona scelta di vini che si possono gustare anche al bancone, magari sfogliando un libro (ma si può optare anche per un caffè). Nella saletta posteriore, si sta a tu per tu con gli autori mentre, la domenica sera dalle 21.30 alle 23.30, l’appuntamento è con la lettura dei Tarocchi.  
La Belle Hortense è aperta tutti i giorni senza eccezione dalle cinque del pomeriggio alle due di notte.  
Un buon libro richiama alla mente anche un buon tè. Per questo, anzi per un tè eccellente, bisogna sbarcare in rue Bourg-Tibourg, principale via di un antico Borgo che nel 1100 portava il nome di uno dei suoi abitanti, evidentemente illustre e che fu unito a Parigi quando venne costruita la cinta di Filippo Augusto. Dalla via, si ha uno scorcio molto bello sulla chiesa di Saint Gervais e sulle case quattrocentesche di rue Francois-Miron.
In  Bourg-Tibourg (n.30) ha sede quella che viene considerata un’Istituzione con la “I” maiuscola, cioè “Mariage Frères”: che è come dire cinquecento scatole di tè e una bellissima scelta di teiere. E ancora cioccolatini, gelatine, biscotti. I commessi vestono elegantemente in lino.

Al bar, nel ricordo dei Reali di Francia

Passeggiando per il Marais parigino

Citando rue Francois-Miron, segnaliamo che al n.30, a pochi passi dai due bellissimi palazzi quattrocenteschi, c’è un bazar da non mancare: “Izrael”, il regno delle spezie rare, una di quelle vecchie boutique di coloniali come non se ne trovano più.
Ci sono, per le spezie, dei mélanges preparati dalla casa per insaporire i cibi più diversi, e i singoli “odori” per carni e pesci e verdure. Ma si trovano anche granaglie, rhum del Venezuela, orzata artigianale, boccioli di rosa. C’è da perdersi, se si ama il genere.
Da rue Francois-Miron vale la pena di fare un puntata su rue de Rivoli solo per scoprire un bar (per il resto è diventata via super commerciale). Al n. 35, varcate la soglia del “Café-Bar Les Templiers” se avete voglia di immergervi in un luogo fuori dal tempo: ogni angolo, ogni parte, ogni centimetro quadrato dello spazio è occupato da statue, quadri, foto e ritratti dei Re di Francia e dei loro discendenti.
Benvenuti nell’unico bar “realista” di Parigi dove gli habitué, oggigiorno, sono gli appassionati di corse dei cavalli. Ma non è sempre così. Nelle sere dal 20 al 21 gennaio e dal 16 al 17 ottobre cambia la “popolazione”. Il bar diventa luogo di raduno dei nostalgici della monarchia, proprio negli anniversari della morte di Luigi XVI e di Maria Antonietta, guarda caso uccisi proprio da quei Templari di cui questo bar porta il nome.

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Cibi ebraici e dolcetti di giornata

Rue des Francs-Bourgeois
Rue des Francs-Bourgeois

Da rue de Rivoli, passando per rue Birague, si sbarca direttamente in rue des Francs-Bourgeois che, come già detto, è una delle vie del Marais più ricche di testimonianze dello splendore passato. Purtroppo si viene distratti dalle boutique modaiole, per tutti i gusti e di tutti i generi. E dire che i “francs-bourgeois” erano gli abitanti poveri del quartiere e perciò “franchi”, cioè esenti da tasse…
Fate un compromesso con voi stessi; per ogni negozio nel quale entrate, visitate un palazzo o, quanto meno, fermatevi ad ammirarlo: basta alzare gli occhi e varcare il portone.
Comunque, se dovete agguantare un pensiero per i vostri amici, entrate al “La Chaise Longue” (più o meno verso la metà di rue des Francs-Bourgeois) paradiso dell’oggettistica di design a prezzi davvero intriganti. Non uscirete a mani vuote.  
Poi immergetevi nel quartiere ebraico per concedervi un “kebab” o un “falaffel” senza rivali, al 34 di rue des Rosiers. Dove, al n. 29, noterete anche uno dei più antichi panettieri di Parigi che, accanto a una miriade di varietà di pane, esibisce una vetrina di dolci impressionante: dai Rogalesh, mini cornetti avvolti nel cioccolato, allo strudel di mele a quello ungherese e via ingrassando. 

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