Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Una Miniera di salute

A Predoi, in Valle Aurina, Alto Adige-Sud Tirolo, c’è il primo centro italiano di speleoterapia. Nelle viscere della terra per curare malattie respiratorie: gola, laringe, bronchi… Le stesse grotte dove tanti minatori, negli anni, vi persero la vita

Galleria di Predoi (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)
Galleria di Predoi (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)

In Valle Aurina in Alto Adige-Sud Tirolo per cercare la salute. Nelle viscere della terra, dove centinaia di persone, nella veste di minatori, l’hanno persa nel corso degli anni. Questo il bel paradosso.
Paradosso apparente, perché la montagna è la stessa; la roccia, l’umidità e la temperatura sono le stesse. Stessi luoghi, stesso trenino piccolo piccolo che si infila in miniera, nella galleria S.Ignaz appena praticabile da un uomo.
A vederla, quella apertura a Predoi, non dà molta fiducia. Poi si sale sui vagoncini, e i binari ti portano nel buio. Sembra di essere su quei trenini da lunapark in cui le giovani coppie si baciano il tempo di un urlo, ma qui nessuno urla e nessuno si bacia.
Si ascoltano i rumori meccanici del treno e quelli della roccia, con le gocce che cadono, amplificate dal tunnel. Con le cerate gialle e i caschi, sembra di essere dei minatori che vanno al lavoro, ma non è così. Anzi. Si arriva a mille e cinquecento metri all’interno della montagna, a cinquecento metri di profondità, nel Centro Climatico e, dopo quindici minuti di esercizi respiratori (ci sono macchine e “palestra”), si prende una coperta o un sacco a pelo e ci si accomoda su poltrone reclinabili. Poi si medita, respirando a piacere.

Curarsi nelle viscere della montagna

Galleria del centro climatico di Predoi
Galleria del centro climatico di Predoi

Come funzione la speleoterapia? Nella grotta la temperatura è costante, 9°C, l’umidità relativa è del 96%, quella assoluta di 8 grammi d’acqua per metro cubo d’aria.
C’è un buon ricambio d’aria (2 mc in 10 secondi) e il gas che si respira ha bassi valori di allergeni (4 microgrammi per metro cubo, con 50 microgrammi/mc l’aria è considerata purissima); le radiazioni gamma e di radon sono basse. In queste condizioni, l’aria “fredda” (e a bassa umidità) passa nelle vie respiratorie scaldandosi ai 37°C corporei, potendo così assorbire più umidità dalle mucose, irritate e gonfie. Agisce cioè da antinfiammatorio.
Gola, laringe, trachea, bronchi e bronchioli, alveoli polmonari sono quasi “stupiti” per la mancanza delle infinite particelle che tutti i giorni vanno a stimolarli e il concetto di “aria pura” si capisce meglio qui che altrove. Quasi con un senso di “dolore” fisico. Insomma, l’aria è pura, priva degli inquinanti, dei pollini e degli allergeni che normalmente ci assalgono. Depurare il sistema respiratorio può essere solo un esercizio di “wellness” (per esempio per affaticamento fisico) ma anche una terapia vera e propria. Funzionante per le patologie respiratorie come l’asma, la bronchite, l’enfisema polmonare, ma anche per neurodermatite e febbre da fieno.
Si può stare in grotta fino a due ore al giorno, per una cura di dieci-quindici giorni.
E, dopo questo periodo, gli effetti benefici permangono per mesi.
Che si debba riabilitare gli “uomini delle caverne” perché abitavano in una situazione più salubre della nostra? Boh…

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Le fatiche di un tempo

Speleoterapia anche per i bambini
Speleoterapia anche per i bambini

Fatto sta che in Austria, Germania, Slovenia, Repubblica Ceca, la speleoterapia è riconosciuta come cura efficace; quello di Predoi è il primo centro in Italia.
Miniere di rame, di prezioso rame, di epoca preistorica e poi documentate dal Quattrocento. Nella stessa galleria climatica è stato allestito un percorso che racconta le condizioni di lavoro nel corso dei secoli. Qui si capisce il paradosso iniziale: quello stesso clima che aiuta gli asmatici si prendeva i minatori a frotte, “regalando” loro malattie croniche e aspettative di vita intorno ai trentacinque anni; oltre che una vita grama.
Il sito è una pagina di storia industriale: da duemila metri, dove la vena di rame affiorava, sono state scavate, nel tempo, sette gallerie orizzontali parallele, inseguendo i capricci della vena (c’è anche un percorso didattico da seguire lungo la montagna).
Si termina poi a Cadipietra al Granaio, dove è allestito il Museo Minerario (foto, dipinti, documenti, oggetti di lavoro, reperti, modelli).

Guerra spietata a “pollini” e “allergeni”

Campo Tures (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)
Campo Tures (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)

Una curiosità è il fatto che il cosiddetto “volo pollinico”, cioè tipo, quantità, periodo della diffusione dei pollini viene monitorato in valle e questo può essere utile a consigliare i periodi di cura. È chiaro, infatti, che inquinamento e conseguenti allergie sono dati costanti e in aumento e che per arginarli sono utili luoghi “disintossicanti” come questo.
Infatti, anche l’aria esterna, della valle, è meno inquinata del normale, dato che la Valle Aurina è scarsamente abitata e non c’è traffico di passaggio. I “Respiration Health Hotel” possono quindi legittimamente proporre “aria pura”. Con alcuni accorgimenti in più. Niente fumo nei locali, of course; uso di materiali e vernici non allergenici, di detersivi non inquinanti. Ognuno, poi, ci mette del suo. Il Gallhaus, un centro benessere e attività sportive seguite; l’Alpenschlöss, la cucina gourmet; il Kasern, ambienti e cucina di tradizione; il Mair zu Hof, legno, wellness e vini; il Linderhof, centro benessere e vitalità; la Pension Anna, Walchhaus e Obermairhof, accoglienza famigliare.

L’incanto di monti “fuori rotta”

Escursioni a cavallo (Valli di Tures e Aurina)
Escursioni a cavallo (Valli di Tures e Aurina)

La Valle Aurina è una valle di carattere, che sa offrire un paesaggio incontaminato, protetto da un parco naturale, quello di Vedrette di Ries; ottanta vette oltre i tremila metri.
Per capire dove ci si trova, bisogna risalire la valle fino a Kasern (Casere). Lì si lascia l’auto e si prende la slitta a cavalli. Quest’ultima parte di valle Aurina è geograficamente particolare. Si insinua come un cuneo nelle Alpi Tirolesi e culmina con il punto italiano più a nord, la Vetta d’Italia (Glocken Karkopf, 2912 metri).
È un Parco Naturale, Vedrette di Ries-Aurina, che ha la ventura di confinare con il magnifico Parco Nazionale degli Alti Tauri (Austria) proponendo così una vastissima area protetta in chiave europea. Si parte con la slitta verso l’alpeggio e appare un sogno: vale a dire la montagna come dovrebbe essere; tanta neve, niente rumori, una baita ruvida ma accogliente, piena di salami e speck appesi, il fornello sempre acceso per lo “jägertee” (bevanda alcolica). Perfino la birra viene scaldata a bagnomaria sul fornello.

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Mountainbike (Valli di Tures e Aurina)
Mountainbike (Valli di Tures e Aurina)

Il vecchio montanaro dalla barba lunga e bianca è quanto di più locale si possa immaginare: serve tutto a mano, tratta a gesti, ammiccamenti. Poi esce la fisarmonica e una specie di tricktrack su bastone, con maschera. E le note coinvolgono tutti nel ballo. Così, scialpinisti e fondisti, camminatori calmi e gente da slitta, si trovano a saltellare insieme su quel palchetto della Jägerhütte.
Già, perché questa capanna è punto di ritrovo degli ecologici frequentatori della Valle Aurina. Le piste di fondo sono quelle che partono da Kasern (1595 metri) e tracciano un anello nel fondovalle, fino alle prime salite per il Picco dei Tre Signori, in un ambiente decisamente montano, libero da qualsiasi insediamento. È una di quelle rare possibilità che si hanno nello sci da fondo di raggiungere territori selvaggi senza rischiare nulla. Stesso discorso per i camminatori. Si seguono i sentieri, magari portandosi dietro le racchette da neve per certi passaggi, e si può sfruttare lo stesso paesaggio, la stessa aria pungente, lo stesso sole caldo.

Mille itinerari. Per tutti

La guida alpina Hans Kammerlander (Valli di Tures e Aurina/Walter Lueker)
La guida alpina Hans Kammerlander (Valli di Tures e Aurina/Walter Lueker)

I percorsi scialpinistici qui sono infiniti. Si può puntare sul passo Krimmler Tauern (2682 metri) il sentiero dei contrabbandieri verso la Zillertal tirolese (i pastori di qui hanno ancora alpeggi lassù). Oppure nel fondovalle, verso il rifugio Tridentina e il passo Birnlücke. O nella Windtal, la valle del Vento. O, meraviglia, il tour di sei giorni che porta al Grosser Geiger e ad altri tremila nel gruppo del Grossvenediger, nel Tirolo Orientale.
Se poi si aggiunge che Hans Kammerlander è di queste parti, il quadro si completa. Dall’alto delle sue imprese di alpinista hymalayano estremo, Hans guarda alla montagna con idee ben precise, definite. In fondo queste sue valli, un po’ scartate rispetto alle direttrici di traffico altoatesino, hanno conservato una certa impostazione vecchio stile che a lui non deve dispiacere affatto. E non solo a lui.
Qui si respira ancora un clima da montagna vera e se appena si lasciano i due comprensori dedicati allo sci alpino (Speikboden e Klausberg, piccoli ma con piste davvero interessanti) si incontrano villaggi e valli laterali che non hanno conosciuto interventi massicci.

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Su e giù per le cascate di ghiaccio

Arrampicata sul ghiaccio (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)
Arrampicata sul ghiaccio (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)

Kammerlander ha la sua bella Scuola di Alpinismo e d’inverno propone la scalata del ghiaccio. Ci sono angoli di montagna dove il microclima è più freddo e le formazioni di ghiaccio che si formano in autunno restano solide e scalabili per tutto l’inverno.
Basta dotarsi di imbragatura, di ramponi, elmetto, corda e moschettoni e seguire le guide su una colonna di ghiaccio. Si parte alla base di una cascata d’acqua intrappolata dal gelo, come ad esempio nella valle laterale della Reintal che si chiama Val Fredda, oppure a Riva di Tures e ci si arrampica in cordata lungo la parete trasparente.
Le piccozze nelle due mani, i ramponi che vanno ad arpionare gli appigli, si sale come ragni a quattro zampe, lasciando alla fantasia e ai consigli delle guide di determinare la via di arrampicata. È un’esperienza alla portata di coloro che già hanno arrampicato o che comunque vogliono affrontare questa avventura. L’assistenza, l’autorevolezza e la sicurezza delle guide è una garanzia per tutti.

Terre di confine

Castello di Tures (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)
Castello di Tures (Valli di Tures e Aurina/Hartmann Seeber)

Queste valli di confine, tuttavia, non hanno solo avventura e sport da offrire.
Hanno anche una storia, che si indovina importante se si guarda al castello di Tures.
Un castello del XIII secolo, ingrandito nel XVI secolo. A parte l’architettura militare e le collezioni che ospita, da vedere è la cappella con i dipinti della scuola di Michael Pacher.
Poi c’è il Museo dei Presepi Maranatha a Lusago, che presenta presepi diversi, da quelli tirolesi a quelli siciliani di terracotta a quelli contemporanei, con fondali dipinti e giochi di luce.
Da non dimenticare, infine, che Slow Food ha istituito qui un presidio del gusto, vale a dire una forma di protezione e valorizzazione del “graukäse” (formaggio grigio, a coagulazione acida); una ricetta antica che sono rimasti in pochissimi a seguire.
Qui si trovano ancora quattro produttori. E anche questo, è indice di buona tradizione.

Infomazioni utili

Centro Climatico del benessere, Predoi, apertura: 1° aprile-31 ottobre, lunedì chiuso,
www.ich-atme.com

Museo delle Miniere Predoi e Cadipietra,  www.bergbaumuseum.it

Castello di Tures (Burg Taufers)

Museo dei Presepi Maranatha, Lutago, telefono

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