Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Belfast, la storia sui “murales”

murales-Nelson_Mandela_Mural-foto-Keith-Ruffles

E’ capitale dell’Irlanda “unionista”, fedele alla Corona britannica. Dopo decenni di lotta feroce e insensata, cui è stata appiccicata l’etichetta della “Fede” (protestanti e cattolici) oggi Belfast vive finalmente una stagione di autentica pacificazione

murales Murales sulla Falls road, nel quartiere cattolico di Belfast
Murales sulla Falls road, nel quartiere cattolico di Belfast

Un “black cab”, un tipico taxi nero in stile londinese, passa lentamente di fronte al murales con faccia del presidente statunitense Bush. Dal muro su cui è dipinto, i suoi occhi osservano i turisti che si fermano a fotografare i murales. Siamo all’inizio di Falls road, la strada principale di uno dei quartieri cattolici di Belfast. Case popolari di mattoni rossi si susseguono una all’altra. Uguali e regolari. A volte, su una facciata, su un muricciolo, si scorgono altri dipinti. Rappresentano per lo più eventi sportivi, temi di attualità politica o valori come uguaglianza e pacifismo. I murales di oggi non incitano più alla lotta, come quelli nati durante i “troubles” (disordini); così sono stati eufemisticamente definiti i tre decenni di violenze tra cattolici repubblicani e protestanti unionisti.

Il ricordo di Bobby, grande come una casa

Belfast, la storia sui “murales”
Murales Bobby Sands foto-Hajotthu

Percorro ancora qualche centinaia di metri e mi fermo di fronte alla sede del “Sinn Fein” (noi stessi) in gaelico, il partito repubblicano cui ora spetta di condurre il processo di pace assieme a quello unionista. Qui vi è uno dei murales più conosciuti e forse più importanti. Il ritratto di Bobby Sands, un primo piano grande quanto la facciata, è accompagnato dal simbolo di una colomba appoggiata sul filo spinato. Bobby Sands, morto nel carcere di Long Kesh nel 1981 a soli ventisette anni, dopo due mesi di sciopero della fame, è uno dei simboli della lotta e forse il più famoso tra i martiri repubblicani. Continuo a vagabondare tra le vie cercando qualche altro dipinto. È facile intuire che si tratta di un quartiere cattolico. Le case espongono la verde bandiera irlandese. Sulle insegne si vedono impronunciabili parole in gaelico. È un normalissimo quartiere popolare, un po’ degradato in certe zone. Un gruppo di ragazzi mi indica dove posso trovare altri murales. Questi grandi dipinti, vero motivo di orgoglio per i cittadini, sono diventati un’attrattiva turistica. Ancora oggi però si può intuire l’atmosfera tesa e di precarietà che regna nei quartieri. Le scuole e gli edifici pubblici sono protetti da alte inferriate e filo spinato. Sembrano delle caserme e invece sono asili dove crescono le nuove generazioni.

Colori diversi, per le due comunità

murales Peace Line Belfast-foto-Ross
Peace Line, Belfast-foto Ross

Dalla strada principale, svoltando in una delle vie laterali, si arriva ai cancelli della “peace line”, il confine che separa i quartieri protestanti da quelli cattolici. I varchi oggi sono aperti e le persone possono tranquillamente attraversarli, ma sono costantemente monitorati dalla polizia. Oltrepasso i due cancelli e supero una terra di nessuno per entrare nel quartiere protestante di Shankill. L’atmosfera non è differente da Falls road, solo i colori sono diversi. Qui dominano il bianco, il rosso e il blu della bandiera di sua maestà. Mi volgo indietro e vedo la “peace line” in tutta la sua imponenza. Un alto muro di cemento sormontato da una rete, impedisce il lancio di oggetti dall’altra parte. Molte delle case lungo i contorti confini di Belfast, sono state abbandonate, proprio perché erano bersaglio di continui lanci di pietre. Da questa parte il muro costeggia una strada. Qualcuno, sul grigio cemento, ha dipinto a lettere cubitali le parole “new life” (nuova vita); forse una speranza per il futuro.

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Il “labirinto” delle bombe e dei proiettili

murales Nel quartiere protestante di Shankill un murales ricorda i paramilitari morti durante gli scontri
Nel quartiere protestante di Shankill un murales ricorda i paramilitari morti durante gli scontri

Belfast è un mosaico. Quartieri protestanti e cattolici si mescolano e si intersecano. È inevitabile attraversarne di entrambi i tipi, se si vuole andare da un capo all’altro della città. A seconda dei colori, delle scritte sui muri, dei murales, si può capire quale sia la comunità di appartenenza. Arrivo in una grande piazza erbosa, poco distante da Shankill road. Mentre mi guardo attorno, per osservare i dipinti che anche qui si stagliano colorati sul cielo carico di pioggia, arrivano alcuni taxi dai quali scendono dei turisti, macchina fotografica alla mano. Sciamano sull’erba per andare a mettersi in posa davanti a immagini di persone incappucciate e con il mitra in mano. Qui i murales ricordano i paramilitari morti durante gli scontri degli anni passati. “Bombs and bullets tours” (giro turistico delle bombe e dei proiettili); così sono chiamati i tour che si possono fare con un “black cab” a West Belfast. Alcuni bambini giocano a pallone, allegri e chiassosi. Un ragazzo, avrà una ventina d’anni, si mette in posa per una foto mostrando orgoglioso la maglia di una squadra di calcio di Belfast. Ci dice che ora la situazione è tranquilla e la vita scorre normalmente. “È importante che cattolici e protestanti adesso riescano a trovare un accordo per governare assieme”, aggiunge. Da poco si sono tenute le elezioni per il parlamento nord-rlandese.

Nei numerosi “pubs”, una vita nuova

murales Donegall Square- foto Chris Downer
Donegall Square- foto Chris Downer

Il fascino dei quartieri popolari della città, con la loro storia recente che traspare da mille dettagli, si affianca alla Belfast che rinasce. Il centro è stato ristrutturato. La corte di giustizia, bersaglio sensibile e a rischio, lentamente sta riemergendo dalle barricate che la difendevano e nascondevano alla vista. È una sorta di zona neutra, dove la “personalità” polarizzante dei quartieri non è avvertibile. Il fulcro della città è il City Hall, il municipio, sulla cui sommità sventola la bandiera del Regno Unito. Completato nei primi anni del Novecento, è un bel palazzo in stile rinascimentale classico che si trova al centro di Donegall square. È possibile partecipare a una visita guidata gratuita per ammirare i marmi italiani con i quali è stato decorato l’interno.

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Stili architettonici armoniosamente mescolati

murales Crown Liquor Saloon, il pub più famoso
Crown Liquor Saloon, il pub più famoso

La piazza rettangolare in cui sorge il City Hall è circondata da costruzioni in mattoni ocra che si alternano a palazzi neoclassici ed edifici moderni con le facciate a specchio. Si condensa qui la varietà di stili architettonici che, con armonia, si mescolano nel centro cittadino. Sempre da qui, vale la pena fare pochi passi per andare a sorseggiare una birra al Crown Liquor Saloon, il più famoso pub di Belfast, situato in Great Victoria street. Sorto alla fine del XIX secolo e abbellito con piastrelle colorate e decori, è stato costruito per attirare i frequentatori dell’Opera House che sorge di fronte. Caratteristici sono i separè da cui un tempo i clienti potevano ordinare una birra suonando un campanello, senza doversi alzare. Oggi, purtroppo, non è più possibile.
Una zona caratteristica della città è quella degli “entries”, stretti vicoli che si diramano a nord di Donegall square, tra High street e Ann street. Un tempo erano un frizzante quartiere commerciale. Formano la parte più antica di Belfast, duramente danneggiata durante la seconda guerra mondiale.

Belfast “raccontata” su un grande pesce colorat

murales Il Lagan Weir
Il Lagan Weir

Passeggiando in direzione della St. Anne’s Cathedral, un imponente edificio in stile romanico, il cui transetto è caratterizzato da due gigantesche croci celtiche, ci si può fermare al John Hewitt. Situato qualche centinaio di metri prima della cattedrale, in Donegall street, è il pub frequentato dagli intellettuali della città, qualunque siano le loro idee politiche e religiose. Qui ogni sera si può assistere a concerti dal vivo, chiaramente gustando una pinta di Guiness.
A fine concerto, quando ormai fa buio, si può tornare indietro per raggiungere il fiume Lagan e attraversarlo percorrendo il Lagan Weir, una moderna chiusa che ha permesso di migliorare la qualità dell’acqua, tanto che i salmoni hanno ripreso a risalire la corrente. Sulla superficie si riflettono le luci colorate dei moderni palazzi del Laganside, il quartiere sorto nell’ambito di un progetto per il recupero del centro città.

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Il lungofiume abbellito da  “Bigfish”

The Big Fish
The Big Fish

Sulla riva, prima di salire sulla diga, vi è il “Bigfish”, una delle opere d’arte moderna che abbelliscono il lungofiume. È un grande salmone rivestito di mattonelle di ceramica su cui è rappresentata la storia di Belfast. Dietro alla scultura si erge la Custom House, antica dogana della città, che chiude un lato di Queen’s square. Molti degli edifici di questa piazza sono opera di Sir Charles Lanyon, il maggior architetto della Belfast vittoriana. All’altro capo della piazza si erge l’Albert Memorial Clock Tower, costruito nel 1867 in memoria della regina Vittoria. In direzione opposta, oltre le abitazioni all’orizzonte, si vedono sorgere due immense gru gialle. Si tratta dei cantieri navali di Harland & Wolf, dove venne costruito il Titanic. Oggi i cantieri sono chiusi, ma l’area è oggetto di un’ampia ristrutturazione. Anch’essi partecipano al fermento che regna in una città appena uscita da un periodo di tensioni che hanno lasciato profonde ferite nel tessuto sociale e cittadino.

Stormont, per una politica nuova

murales Il-Parlamento
La sede del Parlamento

Ad alcuni chilometri dal centro di Belfast, in direzione Newtonards, si trova la Parliament House, sede del parlamento nord-irlandese. Si tratta di uno degli edifici più importanti delle città. Costruito in stile neoclassico nel 1932, per quarant’anni qui si sono riuniti i parlamentari, finché, nel 1972, dopo la tristemente famosa “domenica di sangue”, l’assemblea venne sciolta e i poteri passarono a Westminster. Il palazzo sorge su una collina, in un grande parco. Vi si accede attraverso un lungo viale, ma non è possibile visitare l’interno. Si può però passeggiare nel verde e ammirarne l’imponenza. Il parlamento ha ripreso i lavori dopo le elezioni che si sono tenute nel marzo 2007. I due maggiori partiti, lo Sinn Fein, cattolico e repubblicano, e il Dup, partito democratico dell’Ulster, protestante e unionista, sono stati costretti dall’esito del voto a trovare un accordo per governare assieme.
Il reverendo Ian Paisley, a capo del Dup, è stato nominato primo ministro, affiancato da Martin McGuinness, dello Sinn Fein. Dopo oltre tre decenni di lotte e il cessate il fuoco cui hanno aderito le formazioni paramilitari, l’azione passa alla politica. L’atmosfera di fiducia, che traspare anche dalle parole della gente, lascia sperare in un futuro di pace per Belfast.
Info: www.ireland.com/it

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