Moldova –
O Moldavia, tra Romania e Ucraina, 34.000 chilometri quadrati (come Piemonte più Umbria) quattro milioni di abitanti, capitale Chisinau (settecentomila anime) ex Bessarabia, ex Urss. Turismo: il travel consultant dr Bonomi conosce un tizio che (nonostante una sua diffida) in Moldovia ha voluto andarci ma (te pareva) non ne è tornato al massimo dell’entusiasmo.
p.s.: per saperne di più sulla Moldova e in generale sull’Est Europa, andare durante il weekend in via Ferrante Aporti, a Milano, tra la Posta e la Stazione Centrale.
Lì arrivano, partono e si incontrano i Moldovi (e quant’altri dell’Est tipo Romeni, Ucraini, Bielorussi, il 41,2% badanti); poveracci che si sfangano decine di ore di strada ma non possono volare perché in un aeroporto controllano i documenti, mentre gli autisti dei minibus corrompono i controllori delle frontiere stradali.
Monaco – Per i “rulettari”, Montecarlo. Les jeux sont faits! Rien ne va plus.
E chi vince lascia lì la grana, che si unisce a quella portata dai più che noti finto-residenti. Il tutto fa capo al Prince Albertò e viene gestito nella piscina-bene della SBM, Sociètè des Bains de Mer, unico posto balneare di questo miniStato dalla ricchezza inversamente proporzionale alla grandezza (tant’è che la sullodata vasca per le ricche abluzioni è addirittura in territorio francese).
Famoso il locale GP di F1 dimostrante quanto l’Uomo sia scemo (a correre tra cordoli, gallerie, sobbalzi, piscine, tabaccai) se non che soldi e jet set fanno ampiamente aggio sull’intelligenza). Una volta (Belle Epoque) vita (Hotel de Paris, Hermitage) famiglie reali e nobili russi che si rovinavano alla roulette; adesso macellai che si giocano un quarto di bue alle slot machines. C’est la vie; cambiano i costumi (ma i ricchi della SBM restano). Unica barbina soddisfazione dei pover crist pensanti con invidia ai finto-residenti (che però almeno una notte in loco devono passarla): a Monaco-Montecarlo ci si rompe tremendamente le balle, la sera è un tragico mortorio (anche perché, per legge, i francesi che vi lavorano non possono abitarvi eppertanto a una cert’ora prendono su e vanno a divertirsi sulla Cote d’Azur).
Mongolia – Senza rancore e con tutto il rispetto, occorre confessare (e non per partito preso) che trattasi di un posto un filino difficile (eufemismo). E dopo aver letto quanto segue si sfida chiunque a dire il contrario. Prima di tutto la Mongolia trovasi sotto la Russia (Siberia) e sopra la Cina (sai che allegria). Dopodiché si parla di più di un milione e mezzo di chilometri quadri (cinque volte il Belpaese) per soli due milioni e mezzo di abitanti (capitale Ulan Bator, almeno il nome è carino) sparsi su altipiani che non solo sono così stepposi che più stepposi non si può (e pure desertici, vedi il famoso Gobi, lauta mancia a chi trova un albero) ma risultano pure (stante l’estrema “continentalità”) tremendamente caldi d’estate e tremendamente freddi d’inverno (e anche se accadesse il contrario, ai poveri mongoli non resterebbe che bestemmiare e va almeno bene che a lamentarsi sono in pochi). E poi dicono che i subalterni di Gengis Khan erano facilmente incazzabili. Con quel clima lì!
Montenegro – Oltre a dare il nome al famoso Amaro (quello dell’antico vaso portato via dall’aereo e distrutto subito dopo aver girato lo spot tivù) ha fornito al Belpaese una regina (Elena) “sacrificata” (perennemente obbligata a indossare scarpe coi tacchi bassi per non far sfigurare il consorte Re Vittorio Emanuele III “Sciaboletta”, arrivante a fatica al metro e sessanta) ma, onestamente, dotata di riservatezza e dignità. Ex Jugoslavia, il balcanico Montenegro è recente New Entry negli Stati europei. Dicono che vi fiorisse il contrabbando delle Marlboro (meglio rivendere sigarette che armi o eroina). Turismo? Avrà un enorme futuro (si parla di enormi investimenti da Usa e sceicchi, roba da farne una Montecarlo del Mediterraneo orientale). I posti sono belli: meritano un sopralluogo Sveti Stefan, bella isola adriatica (da poco cuccata da uno sceicco petroliere) e soprattutto Boka Kotorska alias le magnifiche Bocche di Cattaro, meraviglioso fiordo. A Budva, ormai, sembra di essere (per i turisti napoletani) a San Trapezio; per i francesi Saint Tropez.