E’ stata inaugurata giovedì 9 ottobre l’ultima mostra del piano terra di palazzo Reale, a Milano, “Georges Seurat, Paul Signac e i neoimpressionisti”. Il tiitolo appare studiato per fare da richiamo – le opere di Seurat sono dodici, i Signac quattordici – , ma l’esposizione vanta circa 95 opere tutte di grande interesse. Presenta Camille Pissarro, qualche esempio di autore italiano contemporaneo al neoimpressionismo, tra fine Ottocento e primo Novecento: Giacomo Balla, Emilio Longoni, Gaetano Previati. Soprattutto autori meno conosciuti ma da vedere come George Morren, Louis Hayet, Albert Dubois-Pillet e, infine, un allestimento didascalico e divulgativo finalmente degno di nota. In programma sino a gennaio prossimo, la rassegna si affianca all’esposizione “Da Canaletto a Tiepolo. Pittura veneziana del Settecento, mobili e porcellane dalla collezione Teruzzi”.
La teoria del colore
“Si ritiene comunemente che la capacità di servirsi del colore sia un dono del cielo e che vi sia in essa qualche cosa di misterioso. Tutto ciò è errato.. queste leggi, contenute in due pagine dei trattati di Chevreul e di Rood, si possono imparare in poche ore”, scriveva Paul Signac nel 1898. I neoimpressionisti si riferivano agli studi sulla percezione della luce e dei colori e da questo ideavano la tecnica del puntinismo. Piccolissimi tocchi di colore puro, accostati gli uni agli altri, costituivano le figure e i toni cromatici, che sarebbero state ricostruite poi dall’occhio dello spettatore.
Da guardare rigorosamente da lontano, le opere puntiniste rappresentano paesaggi naturali e urbani, ma anche ritratti e studi di interni. Come già accaduto per i dipinti impressionisti, si concentrano sugli effetti di luce e le combinazioni di colore: i risultati, quasi sempre di grande fascino, vengono associati in mostra agli studi dello stesso periodo sulla fotografia. L’arte incalzava la tecnologia e viceversa: i primi scatti a colori, le autocromie, furono brevettate dai fratelli Lumière nel 1903. A palazzo Reale sono esposti una ventina di esemplari.
Ricostruire la Grande Jatte
Spesso, anche viste da lontano, le immagini realizzate dai puntinisti non figurano mai ricomposte a pieno, come dimostrano le differenti e più tradizionali tele dei pittori italiani, ma la mostra offre altri spunti di riflessione. Il visitatore può cimentarsi negli esperimenti visivi delle teorie di Chevreul: i dischi utilizzati per verificare l’armonia cromatica – se i colori sono bilanciati, la rotazione produce un grigio medio – , i giochi di percezione sui colori primari e complementari e infine, un’ultima stanza dedicata al dipinto “Un dimanche après midi à l’ile de la Grande Jatte”, di Seurat. Di fronte alla riproduzione del quadro sta una sua copia, in bianco: accanto, una serie di pallini adesivi colorati. I visitatori sono invitati a partecipare alla ricomposizione dell’opera, applicando il loro “puntino”.