Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Turismo in montagna in vetta

Più camere occupate rispetto al 2007 e soggiorni più lunghi rispetto alla tendenza generale a fare vacanze brevi. La montagna italiana ha registrato nell’anno appena chiuso percentuali confortanti, soprattutto a Natale. Ma restano carenti i sistemi di trasporto e una politica di prezzi più competitivi

Turismo in montagna in vetta

26 gennaio – Dopo un’estate deludente in termini di presenze, il turismo montano in Italia fa tirare il fiato al comparto. Dall’indagine dell’Osservatorio nazionale del Turismo presentata nei giorni scorsi a Cortina d’Ampezzo, emerge che la montagna italiana ha chiuso il 2008 con il 48,9 per cento di camere occupate, contro il 35,6 per cento della media nazionale. Un buon risultato rispetto al 2007, insomma, con circa 8 punti percentuali in più di occupazione camere nel trimestre invernale e a dicembre.

A distinguersi, infatti, è stato in particolare il periodo delle festività natalizie, dal 20 dicembre a tutto il 10 gennaio, durante il quale le strutture ricettive del nord est hanno venduto mediamente 8 camere su 10 disponibili, e quelle del nord ovest 7 su 10. Un trend che la ricerca effettuata da Isnart-Unioncamere, conferma anche per i primi tre mesi dell’anno: le imprese montane hanno registrato infatti più del 40 per cento di prenotazioni fino a febbraio e quasi un terzo per marzo.

Tanti italiani e tedeschi. Il Trentino in testa

Turismo in montagna in vetta

A Natale e Capodanno le nostre montagne sono state scelte soprattutto da una clientela italiana (76,3 per cento). Tra i turisti stranieri, primi sono stati i tedeschi (38,3 per cento), seguiti da austriaci (9,6 per cento), britannici (8,5 per cento) e francesi (7,4 per cento); questi ultimi rappresentano il primo mercato per la montagna del nord ovest.

Interessanti anche i dati relativi alle presenze di vacanzieri in arrivo dai Paesi Bassi (6,2 per cento) e dall’est: Repubblica Ceca (6,5 per cento) e Polonia (5,6 per cento).

Considerando poi la tendenza generale a ridurre la durata delle vacanze, i turisti italiani della montagna, in particolare durante le feste, hanno soggiornato in media 4,7 notti, quelli stranieri 5,7.

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Il Trentino Alto Adige ha conquistato la quota più grande di turisti italiani nell’anno appena chiuso (36,3 per cento), seguito dalle destinazioni di montagna della Lombardia (11,2 per cento), del Veneto (8,8 per cento), dell’Abruzzo (7,4 per cento), Piemonte (7,1 per cento) e della Valle d’Aosta (6,8 per cento).

Turismo invernale “eccellenza” italiana?

Michela Vittoria Brambilla
Michela Vittoria Brambilla

Il rapporto è stato presentato a Cortina dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Michela Vittoria Brambilla, che ha definito “assoluta eccellenza” il turismo invernale nostrano, illustrando le ragioni di questo “segnale di controtendenza del mercato turistico”.

Le motivazioni, per Brambilla, sono essenzialmente due: le imprese e le amministrazioni pubbliche di quelle aree hanno adottato una “politica di prezzi, costi e tariffe che si è presentata come più appetibile per ogni fascia di reddito”. E poi “è prevalsa l’applicazione di una logica di sistema”: la montagna non si è esaurita nel “concetto neve-sci” ma si è allargata “verso un’offerta più ampia e integrata con il territorio”.

Molto tuttavia c’è ancora da fare, ha aggiunto il sottosegretario: destagionalizzare l’offerta turistica, in primis, puntare su una politica competitiva dei prezzi e migliorare infrastrutture e servizi di trasporto.

“Chi scende dall’Austria e sceglie, ad esempio, il Trentino- alto Adige come meta per le vacanze, estive o invernali”, ha chiuso Brambilla, “ci arriva in un attimo e trova tutto ciò che gli occorre. Anche una competitiva politica di prezzi. Le difficoltà, invece, cominciano per chi decide di scendere più al Sud: gli basta dover percorrere alcune centinaia di chilometri in più per cominciare ad avere una serie di problemi”.

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