Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Il codice degli Shepher

Il codice degli Shepher di Tamar Yellin, Giano Editore, pagine 348, Euro 18,50. ” width=”164″ height=”260″>Il codice degli Shepher di Tamar Yellin, Giano Editore, pagine 348, Euro 18,50. Shula Shepher, docente di studi biblici in Inghilterra, è appena giunta a Gerusalemme, nella vecchia casa dove ha trascorso la sua infanzia. Sua zia Batsheva, l’ultima custode di quelle venerate mura, è morta e la casa sta per essere abbattuta e sostituita da un palazzone moderno. Nella cucina, al tavolo dove un tempo la zia pestava pane azzimo in un mortaio e la nonna stendeva e tagliava la pasta per la zuppa … Leggi tutto

Il codice degli ShepherIl codice degli Shepher
di Tamar Yellin, Giano Editore, pagine 348, Euro 18,50.
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Il codice degli Shepher
di Tamar Yellin, Giano Editore, pagine 348, Euro 18,50.

Shula Shepher, docente di studi biblici in Inghilterra, è appena giunta a Gerusalemme, nella vecchia casa dove ha trascorso la sua infanzia. Sua zia Batsheva, l’ultima custode di quelle venerate mura, è morta e la casa sta per essere abbattuta e sostituita da un palazzone moderno. Nella cucina, al tavolo dove un tempo la zia pestava pane azzimo in un mortaio e la nonna stendeva e tagliava la pasta per la zuppa del sabato, Shula siede in compagnia dello zio Saul. Capelli d’argento, spalle ricurve, il vecchio caffettano del nonno consunto e pieno di tarme addosso, zio Saul sbocconcella olive nere da una scodella e ogni tanto getta un occhio sulla strada dove, sotto un albero di fronte casa, sosta da qualche giorno un ebreo osservante con caffettano anche lui e boccoli d’ordinanza.

La sera prima, nell’oscurità del salotto abbandonato, tra lo scricchiolio delle foglie morte e il miagolio dei gatti, zio Saul le ha raccontato della sua incredibile scoperta.

Nella genizah della casa, il ripostiglio dei libri sacri in disuso, poco dopo la scomparsa della zia, ha trovato un manoscritto, un codice polveroso che ha tutta l’aria di essere una Bibbia, una keter Torah antichissima. In un eccesso di zelo, Cobby, suo fratello, ha preso il codice e l’ha portato al Ben Or Institute, dove ora giace finché la famiglia non decida che farne. Un gesto sconsiderato, secondo zio Saul, che ha avuto come unico risultato quello di attirare sugli Shepher l’attenzione dei fanatici ortodossi, come il tizio col caffettano sotto casa, alla perenne ricerca dei testi sacri dell’ebraismo. Shula non sa che il racconto di zio Saul è solo il primo capitolo di una storia straordinaria: la storia del Codice degli Shepher, che comincia nel 1861 quando Shalom Shepher, giovane correttore di pergamene della sinagoga di Bielsk, prepara un piccolo fagotto con lo scialle da preghiera, i filatteri e il salterio, e si incammina a piedi diretto a Gerusalemme e da lì alla volta di Babilonia, alla ricerca delle dieci tribù perdute di Israele. Prosegue col ritorno a Gerusalemme di Shalom con un prezioso codice nel fagotto e un inspiegabile malessere nel corpo e nella mente. Termina nella disputa e nella lotta che si scatena, e che la coinvolgerà fino in fondo, attorno a un manoscritto del Pentateuco che alcuni ritengono addirittura il testo delle Scritture più autentico che vi sia.

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Avvincente come una detective story, Il Codice degli Shepher è uno di quei rari romanzi capaci di restituirci con credibilità le fedi e i misteri che attraversano intatti millenni di storia umana.

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