Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

Danzica, la “storia” in un nome

Già nota ai tempi dei Romani, poi famoso porto della Lega Anseatica, quindi in perenne disputa fra tedeschi e polacchi. “Libera città” in epoca napoleonica e, nello scorso secolo, pretesto per l’invasione nazista e l’inizio dell’ultima Guerra Mondiale

Danzica, ricostruita com’era

Uno dei numerosi ristorantini sul lungomare
Uno dei numerosi ristorantini sul lungomare

Quando vaghiamo senza meta attraverso la Strada Reale, ammirando la splendida residenza della Casa D’Oro, passando sotto la Porta Verde e bighelloniamo tra le osterie, le decine di negozi di antiquariato e di artigianato e le silenziose vie dell’intera Città Principale che portano alla Chiesa di Santa Maria, di San Nicola e di Santa Caterina, dobbiamo renderci conto che tutto ciò non è più autentico; tutto è stato ricostruito dalle ceneri attraverso vent’anni di lavoro dagli abitanti di Danzica. Un lavoro di riproduzione a memoria meticoloso e imponente, il più importante mai realizzato in Europa. A quel dannato giorno, il 1° settembre del 1939 da cui tutto ha avuto inizio e fine, è dedicato un monumento sulla penisola della Westerplatte. Come a voler riscattare quel tragico giorno, Danzica è anche stata teatro della liberazione dal regime comunista. Nel dicembre del 1970, un elettricista cattolico di nome Lech Walesa guida lo sciopero dei lavoratori dei cantieri navali: avvenimento iniziale del lungo cammino di Solidarnosc, dell’indipendenza dall’U.R.S.S., di Walesa primo presidente eletto della Polonia. Il resto è storia. Per i viaggiatori, che hanno vissuto questi momenti o ne hanno sentito parlare, rimane a memoria il Monumento di Lavoratori Caduti e il Museo di Solidarnosc.

Le tre città

Ulica Bohaterow di Monte Cassino
Ulica Bohaterow di Monte Cassino

L’intero percorso storico che assomma settecento anni di storia, è possibile attraversarlo in una giornata intera o poco più. La città è compatta nelle sue vie centrali, i quartieri più periferici non denunciano degrado, ma a parte qualche mercato, mostrano la caratteristica quiete della vita quotidiana di Danzica.

Per chi decide di restare qualche giorno in più, c’è spazio e tempo per visitare le due città che insieme a Danzica formano il cosiddetto agglomerato delle Tre Città. Un comodo treno, dalla stazione di Glowny, permetterà di raggiungere rispettivamente Gdynia e Sopot. La prima e più distante, è una gradevole cittadina di origine marinara, che gioca tutto il suo interesse attrattivo nell’essere stata per anni uno dei porti più importanti sul Mar Baltico. Distrutta durante la guerra mondiale è stata anch’essa ricostruita. Oggi è un porto mercantile e un monumento stesso all’arte della navigazione; in particolare il suo molo meridionale, con le navi museo e il monumento dedicato a uno dei più grandi poeti e narratori del mito del mare: Joseph Conrad, all’anagrafe Józef Teodor Konrad Korzeniowski, polacco.

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Più interessante è nel complesso l’amena Sopot, luogo di villeggiatura per eccellenza della regione, città natale dell’attore Klaus Kinski. In passato è stata scelta come luogo di riposo, al riparo da sguardi indiscreti, da parte di Fidel Castro, Marlene Dietrich, Omar Sharif, Charles de Gaulle e Adolf Hitler. In effetti, Sopot è la classica cittadina graziosa, riservata e convenzionale in cui lasciare trascorrere le ore e i giorni. La sua stazione balneare è la più rinomata della zona, grazie ad una lunghissima passeggiata costeggiata sui due lati da una spiaggia sabbiosa e da locali e ristoranti nei quali gustare specialità di pesce a prezzi molto abbordabili, in qualsiasi stagione. Alle spalle, il vero segreto del fascino di Sopot. Un susseguirsi di aristocratiche ville ottocentesche, invidiabili per eleganza e sfarzo, che si snodano per diversi chilometri, fino alla Ulica Bohaterow di Monte Cassino, il lungo viale centrale, luogo dello “struscio” estivo per famiglie.

La stagione balneare, piuttosto breve, è il periodo nel quale la città è più affollata di turisti. Tutti gli altri mesi sono perfetti per godersi la grazia idilliaca e rassicurante di Sopot, con la gradevole visione del Mar Baltico.

Un'altra immagine del porto
Un’altra immagine del porto

Il luogo perfetto dove ambientare una storia di pirati e tesori. Superato il malconcio portone intarsiato, verrete accolti da un omone coi baffi all’insù che vi offrirà zuppa calda e vi presenterà al piccolo gruppo di viandanti provenienti da ogni dove che alloggiano nelle sue spartane camere. Giusto per entrare nell’atmosfera. Per proseguire sul medesimo “mood”, l’ideale è dirigersi verso il lungofiume della Motlawa che attraversa la città, affluente della Vistola. Lì incontreremo la celebre Porta della Gru, il simbolo della città. La Gru, costituita da due enormi ruote di cinque metri di diametro ciascuna, costruita nel XV secolo per caricare e scaricare le merci dalle navi, considerata per secoli la più imponente d’Europa. Attorno, possiamo visitare il Museo Marittimo Centrale, prenotarci per un giro nulla nave museo Soldek, visitare gli antichi granai situati sull’isola Motlawa o, più semplicemente, godersi l’atmosfera del luogo sorseggiando qualcosa di forte nelle numerose taverne della zona. Come veri lupi di mare.

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