Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Futurismo. Un viaggio lungo un secolo

Sono passati cent’anni, ma il messaggio futurista risuona ancora forte, tanto da far eleggere il movimento a prima (e forse ultima) grande avanguardia artistica italiana, dal Novecento a oggi

Il teatro e il cabaret

Fortunato Depero (1892-1960), Biscotti Unica Torino, 1927 ca. China su carta, cm 37×28,5. © F. Depero by SIAE 2008
Fortunato Depero (1892-1960), Biscotti Unica Torino, 1927 ca. China su carta, cm 37×28,5. © F. Depero by SIAE 2008

In teatro fu rivoluzione, l’azione divenne “sintetica”, doveva esaurirsi in pochi minuti, poche parole e pochi gesti. Marinetti dedicò ben tre manifesti all’arte scenica, che avevano il comune intento di assorbire gli spettatori all’interno dello spettacolo “per far loro dimenticare la monotonia della vita quotidiana scaraventandoli attraverso un labirinto di sensazioni improntate alla più esasperata originalità e combinate in modi imprevedibili“.

Sono passate alla storia le “serate futuriste”, in cui gli attori sfidavano a turno il pubblico. Spesso finivano solo in grandi risse sedate dall’intervento della polizia. Erano un gioco bizzarro utilizzato dal gruppo come cassa di risonanza per le proprie idee. Del resto fu proprio la pubblicità ad avere un ruolo di primo piano nella propaganda futurista, come dimostrano le frequentissime collaborazioni tra i protagonisti del gruppo e il mondo industriale. Un caso su tutti quello di Fortunato Depero, che collaborò a lungo con il biscottificio Unica di Torino e con l’azienda Campari; nel 1928 disegnò la storica bottiglietta della soda, tuttora in commercio.

… e gli avvenimenti

Fortunato Depero, Bozzetto dell?insegna Casa d'Arte Futurista Depero, inchiostro di china su carta, 31,5x21,3, 1921 ? 1923. Rovereto, Mart
Fortunato Depero, Bozzetto dell?insegna Casa d’Arte Futurista Depero, inchiostro di china su carta, 31,5×21,3, 1921 ? 1923. Rovereto, Mart

Il Comune di Milano e l’Assessorato alla Cultura celebrano i 100 anni anche con una serie di eventi capillari su tutto il territorio. Il primo ha avuto luogo il 20 febbraio, data ufficiale del centenario, con lo spettacolo “La città che sale”, in cui la compagnia parigina “Retouramont”, paladina della danza verticale a livello europeo, ha proposto una riflessione sull’ascensione, il volo e la caduta, attraverso una creazione liberamente ispirata al dipinto La città che sale di Umberto Boccioni.

Sempre lo stesso giorno si è tenuta la “FuturFESTA” alla Villa Reale di via Palestro: una serata con ballo, performance, letture, musica e danze accompagnate da un menù futurista. Mentre al Museo Correr di Venezia ha avuto luogo la rassegna “Depero-Opere della collezione Fedrizzi”. Un omaggio all’artista arriva anche dal Mart di Rovereto, che ha da poco concluso i lavori di ristrutturazione della Casa Museo Depero, riaperta al pubblico dal 17 gennaio.

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Anche Roma festeggia dal 20 febbraio, con un’esposizione che arriva dal Pompidou di Parigi e poi farà tappa anche alla Tate Gallery di Londra. È “Futurismo. Avanguardia, Avanguardie” alle Scuderie del Quirinale fino al 24 maggio (www.scuderiedelquirinale.it). (25/03/09)

Il Battaglione volontari ciclisti e automobilisti

Umberto Boccioni, Dinamismo di un ciclista
Umberto Boccioni, Dinamismo di un ciclista

Nel 1915 l’Italia entrò in guerra e i futuristi si riconobbero subito nelle motivazioni alla base del conflitto; per loro lo scontro era un dinamismo sociale innovativo, la “sola igiene del mondo”, come recitava il manifesto del 1909. Per questo Marinetti, Boccioni e Sant’Elia si arruolano volontari nel “Battaglione Lombardo volontari Ciclisti ed Automobilisti”, che del resto sembra ben aderire alla loro visione “meccanica” del mondo. Al primo gruppo futurista si unirono anche i pittori Carlo Erba, Achille Funi, Luigi Russolo e Mario Sironi. Parteciparono tutti alla battaglia di Dosso Cassina e nell’ottobre tolsero agli austriaci un’importante posizione nei pressi del monte Altissimo, in Trentino.

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