In vacanza, comunque, anche se per un numero ridotto di giorni che arriva a una settimana, per una o più volte l’anno. Questo è la prima immagine restituita dalla ricerca di Easyviaggio.com, portale di informazione e intermediazione sui viaggi, partner di Mondointasca.org, su un campione di 759 italiani utilizzatori abituali della rete e di un’età compresa fra i 18 e i 65 anni.
Come per le altre indagini annunciate quest’anno sull’andamento del mercato turistico, lo studio, condotto tramite interviste da GFK Emer per conto di Easyviaggio, dà un quadro in linea con la situazione economica generale. Gli italiani, in particolare coloro che prediligono la rete per scegliere e prenotare un viaggio, non rinunciano ad andare in vacanza, se non nell’11 per cento dei casi. L’aria di preoccupazione che si respira per la crisi economica non fa dimenticare la voglia di riposo e un cauto ottimismo. Si viaggia, dunque, e si spende ma con moderazione.
Al massimo una settimana
La prudenza si manifesta nella durata dei soggiorni, che tendono a essere progressivamente più brevi; si va da un minimo di due o tre giorni a un massimo di una settimana. Nel caso di più viaggi, magari scaglionati durante l’anno, si può ottenere comunque una quota di due o tre settimane di riposo complessive; la tendenza però è di quelle già annunciate da qualche anno e pare dovuta all’esigenza di contenere i costi.
Quanto alla modalità di soggiorno, la preferenza va ancora per la notte in albergo, seguita subito dopo dagli appartamenti in affitto, la casa di parenti e le soluzioni di ostelli, campeggi e bed and breakfast. Gli hotel più frequentati restano quelli di media categoria. Gli italiani tendono a stare comodi, ma prestano comunque attenzione al portafoglio.
Nel campione degli intervistati, il 76 per cento ha detto di viaggiare all’estero almeno una volta l’anno. Più alta la percentuale di coloro che restano nei confini nazionali e cioè il 94 per cento: quasi tutti hanno dato quindi la risposta “almeno una volta all’anno”, anche se molti si spostano per l’Italia con maggior frequenza.
(24/7/09)