Un tornio e un po’ di argilla. Sono il pane quotidiano dei tornianti, i maestri vasai, gli artigiani che in bottega svolgono il lavoro forse più umile, legato alla materia, quella che in gergo si chiama terra, foggiando ciotole e vasi che passano poi al pennello del ceramista o dell’artista che impreziosiscono l’opera finale. Proprio ai tornianti è dedicata il 5 e 6 settembre una competizione arrivata alla sua 30esima edizione, a Faenza, la città romagnola conosciuta in Italia e nel mondo per le sue ceramiche.
Il campionato si intitola “L’Oro del Vasaio, Mondial Tornianti” e lo spirito è rimasto quello della prima edizione, ci racconta Luca Salmistraro, presidente dell’Ente Ceramica Faenza, organizzatore dell’appuntamento: ritrovarsi tra tornianti nella centrale piazza Nenni dove è allestito il “campo di gara” per confrontarsi, sfidarsi, scambiarsi idee.
Il tocco dell’estro
Dal 1979 a Faenza sono arrivati nel corso degli anni circa 350 artigiani dell’argilla dalle città italiane più eccellenti nel campo della ceramica come Nove o Grottaglie. Moltissimi sono venuti apposta dall’estero. Svedesi, giapponesi, russi (in totale quest’anno sono una quarantina i partecipanti) saranno così in gara nel fine settimana per testare abilità manuali, tecnica e fantasia sotto gli occhi dei curiosi, in un tempo prestabilito che varia dai 20 ai 30 minuti a seconda del tipo di sfida.
Le due giornate prevedono infatti fasi eliminatorie e finali e le categorie sono molteplici: sabato 5 settembre, dalle 15, si partirà con il Mondiale Esteta; i concorrenti potranno esprimere liberamente il loro estro per aggiudicarsi il titolo di campione mondiale esteta opera tradizionale, per chi crea un manufatto aderente ai canoni della propria tradizione, e campione mondiale esteta opera innovativa per chi crea un manufatto più moderno, innovativo.
Misure da Guinness
Domenica 6 settembre, invece, dalle 8 del mattino, è di scena la gara forse più spettacolare, che si gioca sul millimetro. Obiettivo, fregiarsi del titolo di campione mondiale tecnico maestri: con una quantità di argilla uguale per tutti i partecipanti ci si dovrà misurare nella realizzazione del cilindro più alto e della ciotola più larga. La vittoria sarà assegnata a chi raggiunge il punteggio più elevato determinato dalla somma delle due misure. Quasi una competizione da Guinness dei Primati e in effetti, all’Ente Ceramica di Faenza, ci hanno pensato più volte di proporre la candidatura alla casa dei record. “Ci andiamo però con i piedi di piombo”, dice Salmistraro, “il rischio è che la nostra competizione, storica, legata alla tradizione della ceramica, possa in qualche modo scadere e uscirne come una sorta di fenomeno da baraccone”.