Venerdì 3 Maggio 2024 - Anno XXII

Perde punti il turismo balneare

Male Sicilia, Sardegna, Liguria e Abruzzo. Meglio le coste friulane, venete, emiliano romagnole e marchigiane. Quest’estate tutte le località balneari italiane hanno registrato meno arrivi e meno presenze

Taormina e l'area nord orientale della Sicilia sono andate sotto i dati 2008 del 18%
Taormina e l’area nord orientale della Sicilia sono andate sotto i dati 2008 del 18%

Il barometro delle coste italiane va giù. In estate il sistema balneare si è contratto del 6,4%, rispetto a un anno fa seguendo un trend che in due stagioni ha visto il turismo nostrano perdere l’11%, con un calo di oltre 33 milioni di presenze e ricavi in meno per circa 3 miliardi di euro. I numeri sono contenuti nel tradizionale Rapporto sul Turismo balneare realizzato da Trademark Italia per l’Osservatorio turistico regionale dell’Emilia Romagna. Il documento alla sua 26esima edizione è stato presentato oggi al TTG Incontri, la fiera professionale degli operatori del turismo in corso a Rimini.

Tutte le aree balneari perdono punti, in primis quelle delle isole: nella classifica delle “peggiori” in testa figura la Sicilia che registra un calo delle presenze pari a -16,2%; segue la Sardegna (-13,5%) e il Mare Ionio (-12,8%). Male anche la Liguria (-9,7%) e la costa abruzzese (-5,9%). Se la sono vista meglio, invece, le coste venete e friulane (-3,2%) e quelle emiliano romagnole (-2,7%).

Crisi “strutturale”

Guido Pasi, assessore al turismo della Regione Emilia Romagna
Guido Pasi, assessore al turismo della Regione Emilia Romagna

“Durante tutta la stagione 2009”, ha detto Guido Pasi, assessore al turismo della Regione Emilia Romagna alla presentazione del rapporto, “abbiamo assistito a un susseguirsi di stime e dati sull’andamento del turismo italiano invero sconcertante. La stagione fondamentale del nostro turismo veniva descritta ora positivamente dal Ministro del Turismo, ora negativamente dal presidente di Confturismo-Federalberghi”. Ecco perché l’Osservatorio turistico regionale pubblica ora il rapporto, con un po’ di ritardo rispetto al solito, per aspettare che “la ridda dei dati si esaurisse”. Dati che mostrano, si sottolinea nell’indagine, come la flessione dell’Italia balneare (arrivi stabili o in crescita e presenze in calo) sia continua già da tre stagioni. Un dato, dunque, che non è più definibile congiunturale. L’estate, secondo 8 operatori su 10, si risolve nel mese di agosto, il mese di massimo carico al massimo prezzo. (17/10/09)

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