Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

Luce su Giorgione

Nella città natale dell’artista, a Castelfranco Veneto, e a cinquecento anni dalla sua morte una mostra riunisce un nucleo importante di opere e una selezione di pittori del Rinascimento

Giorgione, Madonna col Bambino.
San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage
Giorgione, Madonna col Bambino.
San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage

L’evento dell’anno, per Castelfranco Veneto e gli amanti del Rinascimento, si chiama Giorgione. Fra gli artisti più importanti e misteriosi del nostro XV secolo, il pittore torna, nella città che gli diede i natali e nella casa che oggi porta il suo nome, con una grande mostra commemorativa. L’omaggio ai cinquecento anni dalla morte, che cade nel 2010, viene celebrato da una rassegna che riunisce un nucleo di lavori del maestro e un’antologia di dipinti coevi. In tutto 124 lavori, di Giorgione diciotto, un numero di tutto rispetto, considerando la breve vita dell’artista e la difficoltà di reperire e riconoscere opere della sua mano.

Lionello Puppi, Antonio Paolucci e Enrico Maria dal Pozzolo, curatori, hanno ottenuto prestiti d’eccezione dall’Ermitage di San Pietroburgo, il Kunsthistorisches di Vienna, la National Gallery di Londra e quella di Edimburgo e Castel Howard dello Yorkshire, oltre a istituzioni italiane. Giorgione sarà in buona compagnia, affiancato da Tiziano, Perugino, Dõrer, Sebastiano del Piombo, Raffaello, Giovanni Bellini, Palma il Vecchio.

Il padre del paesaggio

Giorgione, La Tempesta, 1502-1505. Venezia, Gallerie dell'Accademia
Giorgione, La Tempesta, 1502-1505. Venezia, Gallerie dell’Accademia

“L’ultima mostra dedicata a Giorgione risale al 1955”, ricorda Enrico Maria dal Pozzolo, “da allora non è più accaduto che venissero esposte insieme un numero così alto di opere dell’artista”. Le novità della rassegna di Castelfranco sono anche storiografiche: “Analisi con strumenti di riflettografia, studi recenti hanno dato nuova luce alla pittura di Giorgione”, continua Dal Pozzolo.

Il più piccolo dettaglio, in questi casi, è rilevante, perché la biografia e le informazioni sull’artista sono da sempre molto lacunose e le ricerche, ad esempio, sulla datazione di alcune opere, permettono di comprendere ancora meglio il valore del maestro di Castelfranco rispetto ai contemporanei. Per tacer del resto, Giorgione giocò un ruolo indiscusso nella scoperta del paesaggio: “il progressivo ridimensionamento delle figure umane anticipa gli olandesi di qualche decennio”, continua Dal Pozzolo. Viene quindi data “grande importanza alla descrizione della natura, un fenomeno straordinario di cultura del territorio”.

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La parola al pubblico

Giorgione o Tiziano, Cristo portacroce. Venezia, Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco
Giorgione o Tiziano, Cristo portacroce. Venezia, Scuola Grande Arciconfraternita di San Rocco

Con i primi dipinti di Giorgione, la natura inizia a figurare come un soggetto a sé stante, non solo come cornice delle attività dell’uomo. L’artista fu molto apprezzato, sin dai suoi contemporanei, anche per i ritratti e l’abilità nella resa psicologica. La mostra ne dà conferma con alcune tra le sue opere più note, come “La tempesta” e il “Tramonto” ; “Le tre età dell’uomo” di palazzo Pitti a Firenze e il dipinto dedicato all’arciere di Edimburgo.

La rassegna apre poi al giudizio dei visitatori: “nella sezione “sfide” abbiamo scelto e isolato alcune opere che pongono questioni critiche, perché il pubblico stesso possa osservarle e confrontarle fra di loro”, sottolinea Dal Pozzolo. Si tratta di lavori di difficile attribuzione, che sono stati assegnati a volte a Giorgione, a volte ad altri. Tra questi la “Madonna con bambino e i santi Caterina e il Battista”, che potrebbe essere di Sebastiano del Piombo; il “Cristo portacroce”, attribuito anche a Tiziano; il “Guerriero con paggio”, di Castel Howard, da vedere perché poco presente in esposizioni al pubblico.

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