Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Nel 2011 una rete nazionale sull’arte povera

Cinque musei da Torino a Napoli, ricorderanno il movimento del’arte povera, anche riproducendo le mostre del ’67e ’68. Gli eventi all’interno delle celebrazioni per Italia 150

Venaria Reale, la Fontana del Cervo
Venaria Reale, la Fontana del Cervo

Un grande evento sull’arte povera, mostre in cinque musei differenti, un annuncio dato con largo anticipo. Per “2011. Arte povera in Italia” le novità sono tanto numerose da suonare quasi singolari. Il progetto è stato presentato pochi giorni fa a Milano e si inserisce nelle manifestazioni per Italia 150, che vedranno il 2011 celebrare la ricorrenza dell’Unità d’Italia. Germano Celant, curatore, ha coinvolto cinque enti museali di tutto rispetto: Venaria Reale per Torino, la Triennale di Milano, il Mambo di Bologna, il Madre di Napoli e ancora il Maxxi di Roma. L’obiettivo appare anch’esso ambizioso: ripercorrere lo sviluppo dell’arte povera dal ’67 agli anni successivi, in un itinerario espositivo unitario ma che al tempo stesso salvaguardi l’autonomia di ciascuna mostra. Riflettendo su autori come Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio.

I musei fanno sistema

Gilberto Zorio, Stella Sparks, 2008. Foto: Michele Sereni
Gilberto Zorio, Stella Sparks, 2008. Foto: Michele Sereni

“L’arte povera aveva bisogno per essere raccontata nelle varie fasi della sua storia dal 1967 in avanti, di decine e decine di stanze, se non di edifici, dove dipanare i singoli filoni, individuali e collettivi”, ha detto Germano Celant. Per illustrare una così ampia varietà di temi, si è pensato di mettere in rete più musei. La coincidenza con le celebrazioni di Italia 150 e la collaborazione di alcune città, che hanno visto svolgersi alcune grandi rassegne sull’arte povera, ha chiuso il cerchio. Il progetto prevede di riprodurre, per quanto è possibile, a Napoli l’esposizione che si svolse nel ’68 ad Amalfi e a Bologna la rassegna realizzata lo stesso anno nella città emiliana. “Nello scenario italiano, non capita spesso di lavorare con tale anticipo”, ha detto Davide Rampello, presidente della Triennale di Milano. “Eppure, quello che abbiamo davanti non è altro che il tempo necessario per costruire una mostra di valore, che possa diventare un evento-guida nel panorama del’arte contemporanea”. (27/1/2010)

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Per informazioni

www.italia150.it

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