Il galletto dalla coda spumeggiante è simbolo inconfondibile di Mondovì e della sua attività artistica e industriale legata alla ceramica, in auge dall’età napoleonica sino alla fine degli anni Settanta del Novecento. Domenica 12 dicembre, nella città in provincia di Cuneo, ha aperto al pubblico un nuovo museo destinato ad accogliere più di seicento ceramiche distribuite su uno spazio di 600 metri quadrati; duemila pezzi, invece, sono custoditi in depositi a disposizione di studiosi della materia e collezionisti. Il Museo della Ceramica sorge all’interno di Palazzo Fauzone di Germagnano, nel rione Piazza di Mondovì ed è diretto da Christiana Fissore, autrice del volume “La ceramica a Mondovì nell’Ottocento”, Umberto Allemandi editore.
Fatica e sapienza manuale
Il nuovo istituto cittadino raccoglie la collezione di Marco Levi (1910-2001), ultimo proprietario e direttore della fabbrica “Vedova Besio e figlio”, e la raccolta di Carlo Baggioli, la più ricca collezione di ceramiche del distretto monregalese acquisita poi dalla stesso Marco Levi. Il museo realizza il sogno di quest’ultimo, il desiderio di preservare e trasmettere alla collettività l’esperienza artistica e industriale caratteristica del suo territorio e si sviluppa in questo modo: al primo piano ci sono le sale dedicate al ciclo produttivo. L’installazione multimediale Fare ceramica, mostra le tecniche di lavorazione e decorazione dando ai visitatori un assaggio della fatica e della sapienza manuale nascoste dietro a ogni pezzo.
Seguono la sala che illustra la storia del distretto ceramico monregalese, quella costruita attorno al primo inventario di una fabbrica di Mondovì (1809), in un’altra sala sono descritte le tecniche della foggiatura e della decorazione, fino ad arrivare al “mercato” in cui sono esposte le più diverse tipologie ceramiche. Interessante la possibilità di vedere dalla finestra aperta sul versante sudorientale del Palazzo i luoghi alla base del fenomeno industriale monregalese: i castagneti utili per il combustibile, le cave di argilla di Vico, i rilievi delle Langhe e la valle del Tanaro verso la Liguria, direttrici di scambio.
Tavole apparecchiate
Il secondo piano si concentra in particolare sulla storia industriale del distretto. In mostra ci sono ceramiche e immagini fotografiche che documentano il boom della produzione dalla prima metà dell’Ottocento, il tentativo degli artigiani di rincorrere le correnti artistiche in voga in seguito come l’Art Déco e il Futurismo, sino alla progressiva crisi delle principali manifatture avvenuta tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento. Cuore dell’esposizione è la sala multimediale Apparecchiare la tavola: il visitatore sceglie da una consolle un manufatto ceramico, lo appoggia su una mensa virtuale per dare vita una ad una, a otto tavole che si apparecchiano da sole.
Il museo è frutto della collaborazione tra il Comune di Mondovì e la Fondazione Museo della Ceramica “Vecchia Mondovì”. (10/12/10)
Info
Ufficio turistico – tel. 0174 40389
Comune di Mondovì – tel. 0174 559274
Fondazione Museo della Ceramica – info@museoceramicamondovi.it
Laboratori didattici – Dal lunedì al giovedì 8,30 – 12,30, tel. 0174/330746 scuole@museoceramicamondovi.it