Martedì 23 Aprile 2024 - Anno XXII

Tempo di neve. Vita in Valchiavenna

Continua la vacanza sulla neve. Continuiamo a farci del male… Altro che sciare, meglio apparire…

Tempo di neve. Vita in Valchiavenna

Ma quali sono questi sport invernali? Lo sci è secondario, perché l’attività ludica principale praticata in questo versante innevato è il “faccialunghismo”, lo struscio con faccia lunga e odiosa.

Tale espressione ostile serve a significare a tutti i passanti la propria indiscutibile superiorità, la quale si esplica nell’essere scostanti e nel fingere indifferenza verso il mondo. Il faccialunghista si atteggia come se il mondo stesse lì a guardare lui perché spera di passare osservato: cosa che non è, o meglio i commenti che suscita non sono quelli che egli (o ella) auspicherebbe per sé.

E poi perché uno che vuole a tutti costi sembrare il montanaro più chic del pianeta se ne va in giro con un cappello di lana con il pon pon? Non c’è faccialunghista che non ne sfoggi uno e appare evidente come il mercato del cappellino di lana orrido sia florido.

Avendo freddo alle orecchie mi sono decisa a comprare un copricapo. Vado in un negozio e ne chiedo uno di pile, perché so che tengono caldo. Risata del commesso. “Il cappello di pile non si usa più perché fa sudare la testa”. Ne compro uno di lana, almeno senza pon pon. Mi servono anche delle calze e un maglione e così mi vengono proposte delle calze di pile e un pile. Ma cinque minuti fa il tessuto pile non era un materiale che faceva sudare?

Colbacchi sovietici e pantaloni pony

Tempo di neve. Vita in Valchiavenna

Ricapitolando, la testa non deve assolutamente dar segni di traspirazione, perché il cervello che suda in pubblico è volgare, ma i piedi e le ascelle possono in tutta tranquillità marcire in un tessuto derivato dalla plastica e restarsene lì in salamoia finché non si rientra la sera e si tolgono i due indumenti, uccidendo con la zaffata mortale le piante da appartamento.

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Sempre riguardo alla moda, le visioni più agghiaccianti sono due: le sciure con colbacco di pelo che fa un tutt’uno con la pelliccia in una soluzione di continuità da feudataria russa pre-rivoluzione sovietica e i ragazzini con quelle tute da snowboard che di solito sono o color sabbia del gatto usata oppure rigurgito di vacca che ha mangiato troppa erba. I pantaloni vanno portati con il cavallo rigorosamente appena sopra il ginocchio, al fine di creare il mirabile effetto pannolone.

E io che aspetto avrò mai? Non mi interessa saperlo, giacché ho imparato la prima regola della montagna: mai guardarsi allo specchio prima di uscire. (07/02/2011)

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