Sabato 20 Aprile 2024 - Anno XXII

Passione per la Santa Crus

Ricorrenze religiose e popolari: il “succo” dell’anima double-face degli Italiani. Come in questa località Camuna, col suo Cristo sofferente nella Via Crucis lignea che viene ricordata ogni dieci anni dal vivo, con una processione che impegna tutti gli abitanti

Santuario della Via Crucis
Santuario della Via Crucis

Non avrei mai pensato, ma proprio mai, che sarei rimasta senza parole di fronte a una Via Crucis di legno e gesso fatta nel Settecento. E per di più a grandezza naturale. Ero a Cerveno per le incisioni rupestri camune. E invece sono andata a cercare quest’opera per via della passione della signora Nadine della Trattoria Concarena, un ristorantino che sta nella piazza principale di Cerveno. La signora Nadine, oltre ad avere degli affettati e dei formaggi deliziosi e a fare una delle rarissime peperonate non indigeste che esistono sulla faccia della Terra, riesce a infondere un tale desiderio di vedere gli ultimi atti della vita del Cristo che uno va a vederla per forza, quest’opera che ti riempie gli occhi prima ancora di averla vista. La parrocchia di Cerveno è a cento metri dal locale. La via Crucis è lì, in un edificio costruito appositamente per ospitarla in cappelle semibuie come richiede il soggetto. Infatti il nome del Santuario della Via Crucis in dialetto camuno è “le Capèle”.

Dalle sculture lignee alla Via Crucis rievocativa

Cerveno
Cerveno

Lo scultore si chiamava Beniamino Simoni, affiancato in seguito da Donato e Grazioso Fantoni, che ultimarono l’opera. Ma non c’è paragone tra le prime stazioni, quelle fatte dal Simoni, e le altre. Quando Gesù cade per la prima volta e c’è quello che lo bastona, quando vede la sua mamma disperata. E poi le facce dei cattivi, il dolore degli altri, lo straniamento di quel Povero Cristo che è il paradigma dei poveri cristi. Non mi ricordo di essermi mai appassionata a una Passione come di fronte a questo capolavoro inaspettato. Ogni dieci anni gli abitanti del paese organizzano una via crucis, il paese viene decorato con migliaia di fiori di carta crespa fatti dai paesani con le loro mani. Gesù è un fruttivendolo che ha una bancarella di fronte alla chiesa. Si lascia talmente coinvolgere dalla parte che il giorno della rappresentazione gli viene la febbre alta. Viene automatico andare a spiarlo per vedere com’è. magari oggi un po’ più attempato di vent’anni fa, ma preciso identico al Gesù delle prime sei stazioni, con gli stessi occhi e lo stesso volto scavato e sofferente. Per chi fosse incuriosito, la prossima rappresentazione è fissata per il 20 maggio 2012.

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(24/10/2011)

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