Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Agadir, il sole berbero

Un mondo a parte. Da una parte spiagge e turismo, dall’altra antichi gesti, sapori e tradizioni. Agadir rappresenta due anime del Marocco. Un luogo perfetto da visitare in questa stagione quando il sole non brucia ancora

Agadir, il Marocco che sa di mare
Agadir, il Marocco che sa di mare

Il Marocco non fatevelo raccontare, andate a vederlo! Non è obbligatorio aggrapparsi a un tour o infilarsi nel villaggio turistico di turno. Il Marocco è odori, profumi, voci e colori da vivere anche senza gruppi organizzati. Il Marocco è speziato, qualsiasi destinazione scegliate. In questo inverno siberiano la tentazione grande è quella di concedersi un break nella mite Agadir (22 gradi di media), la città più visitata del Marocco. Qui non c’è molto di artistico o storico da scoprire ma ci sono il mare e chilometri di spiaggia bianca che rappresentano l’estate low cost in questi mesi fuori stagione.

Una pausa salutare, pochi giorni di fuga dai nostri rispettivi Alcatraz. Questo è il periodo migliore, prima che la temperatura sfiori i 50 gradi dell’estate infuocata. Fino ai primi di gennaio non era difficile volare con meno di 100 euro da Milano Malpensa ad Al Massia, l’aeroporto a 25 chilometri dal centro. Adesso dovete affidarvi alle comunque abbordabili tariffe di Royal Air Maroc, sempre in partenza da Malpensa. Ricordatevi che in caso di viaggio individuale è obbligatorio il passaporto in corso di validità, mentre la moneta corrente è il Dirham (un euro è pari a circa 12 Dirham).

Terra dal forte impatto

Agadir Architetture inconfondibili
Architetture inconfondibili

La prima esperienza la fate subito all’arrivo, quando alla sfilata dei taxi ufficiali fa ala quella dei tarocchi… Auto di ogni foggia, ma una più scassata dell’altra. E poi stuoli di bimbi che vi rincorrono in cerca della monetina o per portarvi a un auto piuttosto che a un’altra. Io che nel sangue ho il Dna del “guarda e annusa”, ho optato per il doppio autobus che mi doveva portare al centro. Non esistono orari, non vi sanno dare orari, l’ipotesi di un mezzo passa su un’arteria al di fuori dall’aeroporto.

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Arriva già pieno di passeggeri, nessun turista. Lì è davvero il primo incontro ravvicinato con la popolazione locale. Le donne tutte col velo islamico, gli uomini molto rumorosi. Tenetevi ben stretto portafoglio e documenti, perché ci provano subito ad alleggerirvi. Ma è stato l’unico “inconveniente” (evitatomi da una donna di Agadir che ha impedito il furto) in quattro giorni di sole, azzurro e quel rumore dell’Oceano che solo l’Atlantico sa regalarti.

Il regno del turista

Agadir a piedi nudi sulla spiaggia...
A piedi nudi sulla spiaggia…

Agadir è situata nella parte sud-occidentale ed è il più famoso centro di villeggiatura del Marocco. Molti gli inglesi e i tedeschi che la scelgono come meta per svernare, approfittando dei prezzi senza pretese degli hotel, in buona parte aperti a una cucina internazionale. Agadir è una città che ha saputo reinventarsi dopo il terremoto del 1960 (150 mila morti) che, praticamente, lasciò la città originaria sotto le macerie.

Architettonicamente cambiò volto, ricostruita secondo un’inclinazione sempre più turistica, agevolata in questo dalle stesse scelte governative. Un grande resort a cielo aperto generalmente risparmiato dai venti che colpiscono la costa atlantica, con spiagge selvagge dove un lettino ti costa due euro per un’abbronzatura che inizia già prima delle 9 del mattino. Sulla spiaggia è pure possibile trovare persone che noleggiano cavalli, cammelli e moto da deserto per chi insegue foto speciali.

Il gusto dell’acquisto

I colori del souk
I colori del souk

Ad Agadir potete prendervela comoda, non c’è molto da visitare. A meno di andare nella città vecchia (a 3 chilometri da quella ricostruita): qualche moschea diroccata e le rovine dell’antica kasbah sulla sommità della collina di Cap Ghir. Per il resto potete fare tappa al museo dell’arte e della cultura berbera: una piccola ma bella collezione in un edificio vicino alla zona pedonale Ait Souss. Poco distante il Museo Amazighe con gioielli, tappeti, ceramiche e artigianato in legno dal sud del Marocco, oltre ad esibizioni temporanee. E poi la medina, punto fermo della cultura del Paese.

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Ma il bello di Agadir, così come per tutto il Marocco, è tuffarsi nel caotico disordine del souk (poco fuori la città nuova, lungo Boulevard Hassan II) e dare il via alle contrattazioni. Spezie, tè verde di ogni tipo e intensità (rigorosamente in foglie), le tradizionali babouche, le maroquinerie, i tappeti, l’artigianato in ferro battuto, i gioielli di stampo berbero. Il primo prezzo non è mai quello finale. Tra il prima e il dopo c’è in mezzo una folcloristica conversazione, fatta di gesti, sorrisi, abbracci e l’immancabile bicchiere di tè. Toccate, provate, guardate, scegliete… I mercanti del souk non hanno il concetto di tempo, non portano l’orologio al polso. Trattare è un’arte, per loro come per il potenziale acquirente. E c’è sempre un sorriso in regalo, comunque vada.

Attenzione al cliente

Il volto commerciale della città
Il volto commerciale della città

Sarete sorpresi di trovare, nella zona della Marina, che è la parte più nuova e turistica della città, l’immancabile Zara. Oltre a negozi di design e persino l’outlet con le grandi marche americane. E di americano, sul lungomare ripavimentato per la passeggiata e abbellito con panchine e palme, c’è pure il McDonald; però con menù riveduto e corretto secondo usi e costumi musulmani che vietano il consumo di carne di maiale.

È tutto da provare ad Agadir. Vi accorgerete, per esempio, che le donne lavorano e gli uomini molto meno. Vi renderete conto che la pulizia negli hotel è eccezionale, perché chi lavora ha bisogno di essere riconfermato e c’è anche la necessità che il cliente ritorni e scelga di nuovo quella struttura. Se siete una donna e camminate da sola, vi sentirete continuamente puntati addosso gli sguardi di uomini d’ogni età e vi diranno pure qualcosa, ma basta non rispondere e vi lasceranno in pace.

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Profumi e sapori

Cucina speziata
Cucina speziata

Infradito e bermuda, ogni giorno tutto il giorno, ma la felpa è necessaria sul calar della sera per godervi stellate senza fine. Gustatevela Agadir, nei suoi ristoranti all’aperto o sotto fresche verande. Il Tajine è il piatto nazionale, uno stufato cucinato in una ciotola di terracotta (che prende il suo nome) fatto con la carne o il pesce accompagnati con le verdure; o il couscous, piatto tradizionale della cucina berbera; e ancora lo zaaluk, pasticcio di melanzane e pomodori, dolci in abbondanza con miele e mandorle.

Come impone il Corano difficile trovare alcoolici, a parte nei pub e nelle discoteche. Ma se andate al supermercato Uniprix su Avenue Hassan II troverete birra e pure il whisky a prezzi europei, se proprio non volete perdere le vecchie abitudini. Ma nulla è dissetante come il loro tè alla menta. Non fatelo mancare nel vostro shopping. Vi tornerà utile a casa quando anche da noi (forse!) arriverà l’estate.

Info: www.visitmorocco.com

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