Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

“Milanesado”: terra (nostrana) per “Jefes” spagnoli

La carrellata dei ricordi riguarda i diversi responsabili nel tempo che hanno guidato le sedi milanesi per invogliare gli italiani a viaggiare in Spagna. Con successo nel lavoro e ricordi curiosi della loro permanenza a Milano

L'autore dell'articolo... taurino
L’autore dell’articolo… taurino

Il recente grido di dolore sulle ‘serate viaggiatorie milanesi’ (presentazioni, workshop, canapè e spumantini) ha provocato in me un flashback (o come dicono a Rèmmin-Rimini e dintorni, un Amarcord) sulle vicende del ‘mundillo’ milanese del turismo.

E datosi che un po’ di proustiano Tempo Perduto è letto sempre da tutti, ancorché distrattamente, eccomi a ricordare ‘come eravamo’ sotto la Madonnina noi addetti ai lavori turistici (stampa, uffici del turismo, alberghi, compagnie aeree e di navigazione, tour operator, agenzie viaggi). Ma non si spaventi il cortese lettore: i ricordi sono contenuti in due sole puntate.

Tori e Medaglie d’Argento

Uova con chistorra
Uova con chistorra

Partito Guillermo (si trasferì a dispensar poesia al Turismo spagnolo di Roma e pur di andare a trovarlo venivo a patti con la mia ‘padanità’) ecco, nell’elegante ufficio di piazza del Carmine, forse il più bello nel tempo, Mercedes Del Palacio. Finalmente una ‘castellana’ (roba però da stare attenti: bastava un niente per confondere la sua Palencia con la più nota Valencia!). Mercedes (poi divenuta tanto importante personaggio dello Stato spagnolo da non essermi mai azzardato a disturbarla durante le mie soste a Madrid) che ricordo per una caratteristica e due avvenimenti che mi allietarono. Caratteristica fu la sua (unica tra i tanti miei amici Jefes del Turismo ispano-milanese) ‘aficiòn taurina’ – nessuno è perfetto – che, da me condivisa, motivò la prima delle due esperienze che devo alla piccola grande Jefa. In un bel giorno di primavera del … (è passato tanto tempo, commenterebbe il Rick di ‘Casablanca’) partì da Milano (mèta la madrileña Feria di San Isidro, il massimo quanto a corride di Toros e spettacolo mondano) un famtrip stampa organizzato dal Turismo Spagnolo “in collaborazione con il dottor Bonomi” (come non poteva non gioire lo scrivente, che per cinque anni di fila il 28 d’agosto confluiva a Linares a commemorare la morte di Manolete?). Non parliamo poi di quando Mercedes (ahh! il suo sposo Andrès mi insegnò, e ringrazio ancora, l’eccellenza dell’Anìs ‘Machaquito’, distillato a Rute – ‘la calidad no se discute‘ – recitava una reclàm radiofonica) ispirò a tal punto Turespaña da ritrovarmi decorato con una Medalla de Plata al Merito Turistico (applausi del ministro, mancava solo la Vuelta al Ruedo – il giro d’onore – e i presenti che in coro mi definissero “torero”).

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Da “guida” milanese a “ciclista” in Estremadura

Il governatore spagnolo Antonio de Leyva
Il governatore spagnolo Antonio de Leyva

Per dirla invece con lo storico (rif. al Milanesado, ducato di Milano, spagnolo dal 1535 al 1706, primo governatore Antonio de Leyva, avo della manzoniana Monaca di Monza) fui una sorta di ‘consigliere occulto’ indigeno al servizio del Poderoso (almeno turisticamente) occupante (roba che quelli dell’Enit, se non traditore, avrebbero – per mio piacere – potuto definirmi ‘collaborazionista’). Con il primo (della mia lista) dei Jefes di Turespaña (antan? magari! si parla del periodo Giurassico) condivisi pure la casa, nel senso che subentrai nell’appartamento che il severo e (stranamente, per essere uno spagnolo) taciturno Santiago Sanjuan dovette lasciare per eccessiva prole. Al quasi convivente Santiago successe (in una linda ma forse non allegra ‘oficina’ in via del Don) una sussiegosa non meno che pacata (tout court) ‘dottoressa Pujol’, in arrivo da quella Catalogna che proprio in quei tempi il suo celebre omonimo, nonché Jordi, voleva se non indipendente, quantomeno estremamente autonoma.

Eppoi da Mallorca arrivò Guillermo Puerto (ogni tanto ci sentiamo ancora, ‘me alegra’) una persona importante perché colta (ma pure gaudente, quante belle cene nella sua casa di Como) come sanno esserlo gli isolani (come giustamente precisato da Predrag Matvejevic nel Breviario del Mediterraneo). ‘El mè amìs’ Puerto me ne combinò una bella, ricordo con piacere anche se è passato ‘mucho tiempo’. Correva l’anno 1992 e Guillermo mi spedisce in Extremadura a una Vuelta in Mountain Bike organizzata in occasione del V Centenario della Scoperta dell’America: ma non come “enviado especial” bensì corridore nell’“equipo internacional” dei “periodistas” (non ero più uno sbarbato, una fatica della madonna).

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