Lunedì 25 Novembre 2024 - Anno XXII

TOURING: Anno primo, Numero 1

È sparito il “Qui” che precedeva “Touring”. La vecchia rivista, che da quasi 120 anni indicava ai Soci e agli Italiani come scoprire il proprio Paese, ha lasciato campo a “Touring”, che avrà respiro internazionale grazie anche alla collaborazione prestigiosa di National Geographic. Il nuovo direttore Silvestro Serra ne spiega contenuti e finalità

Silvestro Serra, direttore di Touring
Silvestro Serra, direttore di Touring

Non si può parlare di battesimo e nemmeno di restyling. Il battesimo è negato dalla storia più che centenaria del Touring Club Italiano e il restyling è ampiamente superato dalla nuovissima veste editoriale del nuovo Touring: si tratta infatti di un periodico che continua ad essere organo ufficiale per i 300mila Soci del Touring Club Italiano, ma che si presenta nel contempo come prodotto editoriale decisamente innovativo: moderno, graficamente accattivante, vario per contenuti e informazioni, ricco di contributi di prestigio; in altre parole, qualcosa che si stacca in maniera definitiva dalla pur brillante tradizione di Qui Touring, per posizionarsi nel solco delle grandi riviste di viaggio mondiali. Come quelle del ritrovato partner, la National Geographic Society americana. Dirigere una pubblicazione “impegnativa” come questa deve essere stimolante e preoccupante a un tempo. Per capire se siano maggiori gli stimoli o i “pensieri”, lo chiediamo a Silvestro Serra, direttore di Touring.

 

Dott. Serra, il Presidente del Touring Club Italiano Franco Iseppi, tra le finalità della nuova rivista, ha posto in evidenza due concetti in particolare: “ispirare la gente a prendersi cura del mondo” e “formarla alla coscienza del viaggio”. Obiettivi ambiziosi; Lei cosa si aspetta da questa nuova avventura?

Sul vecchio “Touring” preceduto dal “Qui” hanno scritto celebri scrittori e grandi giornalisti: Grazia Deledda, Buzzati, Montale, Sciascia, Chiara, Cassola, Montanelli, Monelli, Cervi, Biagi, Feltri, Severgnini e altri ancora. Nel nuovo Touring cercheremo di continuare questa tradizione di “qualità”, aperti comunque anche alle nuove (e giovani) individualità. Il Presidente Iseppi ha inoltre tracciato le linee guida che dovranno caratterizzare la rivista: dovrà essere un prodotto editoriale che nella forma e nella sostanza rappresenti il gusto, l’esclusività, i valori della oramai vasta comunità di viaggiatori italiani; persone che credono nel futuro, in uno sviluppo armonico e sostenibile del nostro Paese e del resto del mondo. Cosa mi aspetto, a livello personale, da questa nuova esperienza? Mi aspetto di raggiungere gli obiettivi “Touring” che sono stati tracciati, raccontando prima di tutto storie umane, di vita, di ambienti, di gruppi; storie legate al territorio o agli itinerari attraversati e anche storie di viaggi vissuti in prima persona, dagli addetti ai lavori o da chiunque altro.

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La copertina di aprile 2012
La copertina di aprile 2012

Qualcosa, dunque, di diverso rispetto all’informazione geografica piatta e nozionistica, spesso condizionata dallo stile “low cost”?

Tutte le informazioni sono utili, va da sé. Ma debbono essere in assoluta sintonia col nostro motto, o se preferiamo convincimento, che recita, sotto il nome della testata: “il nostro modo di viaggiare”. Non è uno slogan, fotografa esattamente il nostro atteggiamento verso un tipo di viaggio che deve risultare, a seconda delle circostanze: slow, dolce, attento; mai fracassone, mai invadente. Un viaggio curioso dei luoghi, desideroso di approfondire la conoscenza di culture diverse, ma che alla fine non lasci tracce troppo evidenti del proprio passaggio. Ecco a cosa si riferisce Iseppi quando parla di “prendersi cura del mondo” e “avere una coscienza del viaggio”. Non è affatto facile “miscelare” queste esigenze, che per noi sono obiettivi ben precisi, in un panorama universalmente multimediale, dove tutto è “instant”, tutto presente ovunque. Verrebbe da dire ancora che l’insieme dei nuovi strumenti di comunicazione, la velocità degli spostamenti, la fluidità dei mercati e quindi la loro non infrequente capricciosità e conseguente instabilità, rendono giustificato il calo d’attenzione verso la carta stampata e può per conseguenza apparire anacronistico puntare proprio su una rivista cartacea. Ma se non c’è “pepe” e sfida non ci divertiamo. E se ci si diverte, anche solo un po’, il lavoro risulta più gradevole.

La home page di Touringmagazine.it
La home page di Touringmagazine.it

Viaggio lento, dolce, attento. Difficile da realizzare, stante la moda del “mordi e fuggi”, o sono maturi i tempi per recuperare un rapporto uomo-natura in parte compromesso?

Il Touring Club, attraverso i suoi Soci – del passato e del presente – vanta un’esperienza consolidata, in proposito. L’Associazione ha sempre promosso un “turismo” che fosse rispettoso dei luoghi e dei monumenti visitati, della loro storia e del conseguente legame col territorio e con coloro che vi abitano. Non dimentichiamo, anche se oggi può far sorridere in rapporto alla tecnologia della quale disponiamo, che molti anni fa il Touring Club è stato il primo a “piazzare” sulle strade della penisola targhe e cartelloni per facilitare l’individuazione di località, per indicare limiti di velocità o “pericoli” di percorso (mi viene in mente la targa che indicava le “cunette”). In altre parole, il Touring ha sempre avuto un occhio di riguardo per ciò che rifletteva il viaggio e l’uso del territorio, il piacere della scoperta e la conservazione del paesaggio. Col trascorrere degli anni, i campi d’intervento sono aumentati a dismisura. Non è il caso di aggiungere che gli strumenti creati da Touring per facilitare il “turismo” in generale, sono oggi di comune conoscenza e impiego con una serie di servizi completi e puntuali, compreso l’uso del web che naturalmente è riferibile anche al nuovo mensile Touring (www.touringmagazine.it). Una segnaletica “culturale” completa, in ultima analisi, nelle sue varie forme tradizionali e in quelle più moderne.

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Un numero 1 di 180 pagine appena uscito e tutto da scoprire, dunque. E’ come chiedere all’oste se il vino è buono, ma voi del Touring Club come giudicate la nuova “creatura”?

Pensiamo, senza presunzione, che sia una rivista bella, perché conterrà reportage giornalistici e fotografici interessanti e spettacolari, anche grazie alla collaborazione con i partner del National Geographic Traveler. Poi riteniamo sia anche uno strumento di consultazione utile, in quanto informato e aggiornato sulle novità dell’accoglienza, le tecnologie applicate al viaggiare, le nuove idee e tendenze; insomma, conterrà tutto quello che potrà facilitare la mobilità per far si che, alla fine del viaggio, rimangano solo ricordi piacevoli. Infine, dovrà essere, mi verrebbe da dire sarà, autorevole, perché grazie ai suoi contenuti esporrà l’opinione del Touring Club sulla grande “derelitta”, la politica turistica di questo Bel Paese, toccando i temi più scottanti e attuali che ci riguardano, come viaggiatori e come cittadini: ovvero la gestione del territorio, la manutenzione del paesaggio, la conservazione del patrimonio naturale, artistico, gastronomico, culturale e umano, unico al mondo. Cercheremo, in ultima analisi, di dimostrare che “il nostro modo di viaggiare”, essendo il viaggio un’attività umana superiore, può essere alla fine quello giusto per tutti. (10/04/2012)

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