Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Da Tromsø alla fine dell’Europa

Il reportage di Mondointasca sulla Norvegia e sull’incanto di questi paesaggi si conclude. Dopo Bergen, i fiordi e le Lofoten, l’ultimo tratto ci porta a percorrere le regioni di Troms, e il Finnmark per giungere infine a Capo Nord

Tromsø, la “Parigi del Nord”

Il lungo ponte di Tromsø. Foto: Bärd Løken
Il lungo ponte di Tromsø. Foto: Bärd Løken

Tutti questi pensieri mi frullavano in mente man mano che mi avvicinavo alla meta ma prima avevo un appuntamento con Tromsø, la “Parigi del Nord”. Non ho mai capito la similitudine tra queste due città ma tant’è, così la chiamano i norvegesi, forse per quell’aria un po’ aristocratica da “centro del mondo”. In effetti Tromsø è l’unica vera città nel raggio di centinaia di chilometri non solo in Norvegia ma anche in Svezia e Finlandia. Sede universitaria specializzata nelle ricerche sulle calotte polari (ovvio!) già da più di un secolo visto che da qui partirono numerose spedizioni artiche, luogo di traffici commerciali, una vera città per giunta gratificata da un clima sopportabile per quelle latitudini. Come dice il nome (Ø in norvegese significa “isola”) la città si è espansa su alcune isolette ed è collegata alla terraferma da un tunnel e da un lungo ponte spettacolare. Quando si arriva in macchina la strada scende dall’altopiano fino al livello del mare e, dal punto più alto, si vede tutta Tromsø con le zone nuove che giungono sulla terraferma. Proprio qui, all’imbocco del ponte e quasi a volere proteggere la città è stata eretta la splendida Ishavskatedralen, la Cattedrale artica che spicca per la sua forma aguzza a capanna triangolare. È famosa per il suo organo sul quale si tengono numerosi concerti e le splendide vetrate. Quando è buio le luci interne fuoriescono creando giochi di colori tra i quali spicca il blu elettrico. D’estate c’è sempre luce e questo spettacolo lo si può godere solamente in cartolina. Se siete curiosi di assaggiare le specialità norvegesi più, appunto, “speciali” Tromsø è il posto che fa per voi. In molti locali servono carne di balena, foca e, perfino orso.

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Hammerfest, escursioni e trekking sul ghiaccio

Il Battello Postale Hurtigruten nel Finnmark (Foto: Norwegia Coastal Voayage)
Il Battello Postale Hurtigruten nel Finnmark (Foto: Norwegia Coastal Voayage)

Lasciata Tromsø si prosegue verso Nord. La strada è lunga, poco trafficata, ottimamente mantenuta ma, soprattutto sempre spettacolare. Il tracciato segue in parte la linea costiera e in parte si inoltra nell’entroterra. Nel primo caso la vista spazia sul dedalo di isolotti e scogli di fronte agli intagli creati dagli antichi ghiacciai nella terraferma. Nel secondo si viaggia nel niente, rocce biancastre e licheni a perdita d’occhio. Passiamo Alta, che ai tempi della Guerra Fredda ospitava alcune caserme della NATO che alloggiavano anche i nostri Alpini e arriviamo al grande bivio di Skaidi. A Sinistra si sale per una sessantina di chilometri fino ad Hammerfest, la città più settentrionale al mondo. A destra si procede lungo il Porsangerfjord verso Honningsvåg e oltre, Capo Nord. Hammerfest vanta il titolo di “città” anche se la sua popolazione non raggiunge le 10mila anime. Di per sé non varrebbe tanto la pena di una visita se non per il fatto che sul suo territorio si possono fare escursioni e trekking sul ghiacciaio più settentrionale della Norvegia, oppure prendere il battello per Capo Nord. Soluzione questa consigliabile per due motivi, uno pratico perché si risparmiano circa 200 chilometri di strada, l’altro estetico perché col battello si gode di uno splendido spettacolo con le rocce a picco sul mare che ospitano numerosissime colonie di uccelli marini. Hammerfest è anche la sede dell’Isbjørnklubben (Regia ed Antica Società dell’Orso Polare) e di un museo sulla storia della caccia artica.

 

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