Lunedì 7 Ottobre 2024 - Anno XXII

Messico: i “tesori” della Riviera Maya

La riviera delle vacanze, famosissima e affollata da stranieri e messicani. Rumorosa come solo i locali sanno essere, ma anche ricca di luoghi incantevoli e quieti. Su tutto, le meraviglie architettoniche di una civiltà scomparsa ma sempre viva nello spirito dei visitatori

C’è anche una Playa Paraiso, dalle parti di Tulum

Rovine Maya di Tulum
Rovine Maya di Tulum

Il giorno seguente vede come meta Tulum, sempre a bordo di un colectivo, un piccolo bus usato dalla gente del posto in alternativa ai gran turismo. Il prezzo è modico, meno di 2 euro per i 60 chilometri da percorrere. Il pueblo di Tulum si concentra ai lati della strada principale che collega Cancun a Chetumal e nelle sue traverse, mentre la zona degli hotel affacciati sul mare è a circa 5 chilometri; i prezzi sono piuttosto elevati, si trova solo qualche ostello con capannine contenenti un letto e un tavolino, con bagno condiviso e purtroppo nemmeno il ventilatore. La costa è frastagliata in una manciata di calette divenute proprietà privata dei resort, una più bella dell’altra: rocce scure cadono a picco sul mare in alcune zone e sulla loro cima sventolano le tende bianche delle spa, con tanto di lettino per massaggi e vasca di acqua profumata, ovviamente solo per i più fortunati; il costo non è troppo distante dalle nostre migliori spa locations. Magnifiche le ruinas, sito archeologico che sorge sul mare azzurro tra prati, promontori e la bellissima Playa Paraiso, davvero degna del suo nome. Sabbia fine e bianca, palme e mare trasparente a perdita d’occhio; il vero spettacolo è guardare verso la costa, per poter ammirare le rovine da un’altra prospettiva.

Rovine da “scalare”, avvolte dalla foresta

A Cobà c'è la più alta piramide dello Yucatan
A Cobà c’è la più alta piramide dello Yucatan

A circa un paio d’ore di bus è situata Cobà, altro sito archeologico suggestivo; in mezzo alla vegetazione si cammina tra costruzioni antiche, o si noleggia una bicicletta, ogni tanto disturbati dalle urla di chi offre un passaggio su due ruote, a pagamento si intende. È possibile scalare la piramide più bella e intatta del sito, nonché la più famosa, tanto ripida da costringere all’utilizzo della corda fissata al suo centro come corrimano, che diventa un valido appoggio al momento di scendere, seduti, gradino per gradino. Dalla cima si gode di una vista stupenda, giganti di pietra che sbucano dalle cime degli alberi della foresta. Come spiegava un papà messicano al figlioletto sofferente di vertigini, il segreto è non guardare in basso quando si procede verso la base. Uno dei momenti più rappresentativi del viaggio è stato il ritorno a Tulum; senza energie per il caldo, avrei dovuto aspettare il bus per il rientro qualche ora, se non avessi trovato un ragazzo diretto là. Per 40 pesos mi ha caricata sul suo furgoncino, su cui erano ammontonate decine e decine di sombreros, facendomi sedere tra una montagna e l’altra a fianco del posto di guida e coinvolgendomi in un’appassionante conversazione sull’economia messicana e sulle potenzialità di territorio e persone.

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Sulla “coda” di Ernesto, verso il Belize. Chetumal, l’ultima tappa, non riserva sorprese particolari, se non il colorato mercatino serale in cui si può comprare ogni sorta di cibo strano e mai visto; sole e caldo mi accompagnano fino all’inizio della tempesta tropicale, pioggia violenta e raffiche di vento sono la coda finale di Ernesto, l’uragano abbattutosi sulle coste della Riviera Maya. Da qui una piccola imbarcazione mi porterà verso San Pedro, prima tappa del Belize. Ma questa è un’altra storia, la successiva tessera del mosaico centroamericano.

(14/09/2012)

Isla Mujeres, sublimazione della “vacanza”

In barca verso Isla Mujeres
In barca verso Isla Mujeres

Venti minuti di mare calmo bastano per approdare sull’isola, in cui tutto ancora dorme, nonostante il sole sia già alto; tra le vie, decine di bar e ristorantini ancora chiusi fanno bella mostra di sé, se non altro per i colori meravigliosi e vivaci degli edifici e dell’arredamento. Meta di vacanze per eccellenza, ospita più turisti locali che stranieri; è bello vedere come i negozi tradizionali siano sopravvissuti all’avvento delle catene commerciali e camminando si sente il profumo del pane e dei dolci di produzione locale appena sfornati.

La spiaggia accanto al porto è raccolta, ma ha tutto il fascino del tropicale; un mare di palme fronteggia l’acqua del golfo, trasparente nonostante la vicinanza alle barche e popolata da banchi di piccoli pesci.

La zona hotelera di Cancun è tutto un altro mondo rispetto al resto della città, risultando un quartiere affacciato sulla costa ed appositamente costruito per i turisti; decine di alberghi, negozi e ristoranti fanno in modo che non manchi nulla a chi decide di trascorrere qualche settimana lontano dallo stress.

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