Giovedì 28 Marzo 2024 - Anno XXII

Agrigento prima e dopo

Agrigento al tramonto

Bellezze architettoniche famose nel mondo, umiliate dalla vicinanza ottusa della speculazione edilizia. Per fortuna, c’è anche un Tempio della Concordia

Agrigento antica e nuova
Agrigento antica e nuova

I templi di Agrigento sono ciò che sono, qualcosa di magico e unico. Un leggiadro attraversamento del tempo che scorre sulle scanalature delle colonne, la luce del sole di Sicilia che riverbera sui simboli della nostra civiltà. Salire al Tempio della Concordia lasciando dietro di sé gli altri templi del Sito Unesco, tutti egualmente meravigliosi, è come andare avanti nel futuro tornando indietro nel passato; è sperimentare dal punto di vista visivo e mentale come esistano cose che sfidano i millenni, senza necessariamente avere la pretesa di essere eterne. È una specie di paradosso temporale, se vogliamo. Ma il vero valore aggiunto è la percezione del sacro, perché non c’è angolo di questo antico suolo che non sia intriso di qualcosa che non tutti i giorni si ha la fortuna di sentire nel profondo. La Valle dei Templi è una specie di piattaforma dalla quale prendere contatto con lo spirito, sia il proprio che quello che c’è nell’aria, che non si vede ma non c’è alcun dubbio che ci sia.

Icaro in compagnia delle Colonne

Agrigento L'Icaro dello scultore Igor Mitorai davanti al Tempio della Concordia...
L’Icaro dello scultore Igor Mitorai davanti al Tempio della Concordia…

Di lato al tempio della Concordia è stata posizionata una scultura in bronzo realizzata da Igor Mitorai che raffigura un bellissimo giovanottone alato privo di gamba sotto il ginocchio e di braccia sotto il gomito. Si intitola “Icaro” e ha una sua poesia guardare il tempio greco stagliarsi dietro questa statua, anche se pure senza statua il tempio si staglierebbe perfettamente, perché lui è lì in morbidezza e non si compiace per nulla della sua bellezza. Icaro invece si credeva di potersi misurare con gli dei e invece non ne era in grado. Allora se vogliamo anche dietro tale paradiso c’è qualcosa che si nota, il quale qualcosa fa tutto fuorché compiacersi della sua bellezza: si tratta dell’Agrigento moderna, opera di progettisti che, se avesse visto i loro lavori, Dante li avrebbe relegati in un girone dell’inferno.

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Palazzoni vista Templi. Moderne aspirazioni

Pietra e cemento convivono
Pietra e cemento convivono

Uno qualunque, l’importante era relegarli lì, possibilmente senza matita per disegnare. Eppure tale abominio, intravisto tra le colonne dei templi, viene mitigato di parte della sua bruttezza intrinseca (forse solo quella che resta nascosta dietro la colonna) e anche in qualche modo ingentilito. Non so come fanno, ma questi templi ci riescono. Certo, se le case si avvicinassero ancora di un millimetro sarebbe impossibile che si realizzasse un tale miracolo. Ma, oltre a fare arrabbiare, fa tenerezza guardare quei palazzoni alti alti tutti stretti l’uno addosso all’altro con dietro tante anime assiepate una di fianco all’altra, prese dalla rapacità di possedere la vista migliore. Varie sono le ragioni che costoro potrebbero addurre, ma nel profondo il vero desiderio è uno solo: ammirare il retaggio di un passato lontano, l’immagine di ciò che sono stati e di ciò che dovrebbero essere

A cento metri dalla riva è la rubrica per chi vuole vedere la realtà con occhi nuovi. Tutto c’è a cento metri dalla riva, dove i più, compresi i buoni nuotatori, non si spingono. Chi vive a cento metri dalla riva apprezza il fascino delle piccole cose particolari. Ogni settimana proveremo a proporvi qualcosa da vedere.

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