Martedì 5 Novembre 2024 - Anno XXII

Turismo, conviene investire in Italia

Costiera amalfitana   Più di due terzi del panel Isnart, l’Istituto nazionale delle ricerche turistiche, ritiene che investire in Italia nel turismo continui a essere conveniente. ll 67,3% degli intervistati ha risposto sì alla domanda: “Se lei fosse un imprenditore e nel caso lo sia effettivamente, ritiene sia conveniente investire nel turismo in Italia?”. Cosa più importante è che di questa idea è anche il 64% del campione costituito da soli imprenditori. Il “Sud e le isole” sono l’area geografica dove investirebbe il 28,4% di coloro che hanno espresso un orientamento favorevole a operare nel Belpaese; il “Centro” attrae il 27,1% … Leggi tutto

Costiera amalfitana
Costiera amalfitana

 

Più di due terzi del panel Isnart, l’Istituto nazionale delle ricerche turistiche, ritiene che investire in Italia nel turismo continui a essere conveniente. ll 67,3% degli intervistati ha risposto sì alla domanda: “Se lei fosse un imprenditore e nel caso lo sia effettivamente, ritiene sia conveniente investire nel turismo in Italia?”. Cosa più importante è che di questa idea è anche il 64% del campione costituito da soli imprenditori. Il “Sud e le isole” sono l’area geografica dove investirebbe il 28,4% di coloro che hanno espresso un orientamento favorevole a operare nel Belpaese; il “Centro” attrae il 27,1% degli intervistati, il “Nord – est” il 14,6%, mentre il “Nord – ovest” il 24,8% del campione.

 

La ricettività di tipo alberghiero rimane l’ambito dove la maggior parte del campione (quasi 35%) ritiene più conveniente realizzare un eventuale nuovo investimento. Segue la ricettività extralberghiera con poco meno del 30%. È anche significativo il 27% di indicazioni relativa ad investimenti in “servizi internet per il turismo”. Un’attenzione non trascurabile riscuotono anche la ristorazione e i servizi culturali per i turisti con poco meno del 24% delle risposte.

 

Per quasi un quarto dei rispondenti l’investimento è giustificato da una valutazione che non è solo economica ma dipende anche da una più ampia “soddisfazione” di cui è potenzialmente ricca l’attività turistica: valorizzazione delle bellezze del proprio territorio; contatto con le persone; sviluppo culturale. I tanti problemi connessi alla burocrazia rappresentano comunque il principale freno agli investimenti per il 65% del campione, mentre oltre il 58% indica i costi di gestione troppo elevati.

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L’indagine ha dunque approfondito quali tra i fattori “negativi” dell’azione pubblica siano ritenuti più gravi nella prospettiva di nuovi investimenti produttivi. L’eccessivo peso fiscale è la questione di gran lunga più citata (58,2% delle risposte) insieme con la troppa complessità delle procedure amministrative (56,3% delle risposte). Sono sentiti, anche se in modo molto meno diffuso, anche il problema della mancanza di sinergie con altri attori per aumentare il valore dell’offerta turistica e quello della “legalità”, con specifico riferimento al controllo degli abusivi.

(03/10/2012)

 

Info: www.impresaturismo.it

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