Il nostro lettore Fabrizio Frigerio, ci ha inviato questo simpatico testo per quanti si apprestano ad andare in montagna. Come scrive lui, che fa un elogio alla pianura, dice: la montagna non è pianeggiante e si fa fatica, gli indigeni se avessero del sale in zucca dovrebbero cavarne pietra a partire dalla vetta fino ad ottenere una bella e funzionale pianura. In tal modo un punto A e il punto B sarebbero logicamente raggiungibili in linea retta e non dopo chilometri di tornanti e saliscendi.
Ovunque ti avventuri (ammesso di trovare un posto accessibile non troppo inclinato) in estate trovi le vipere, le volpi, le mucche e altri animali troppo grossi e desueti. In inverno quella roba bianca e fredda e pensi subito alla ritirata sul Don o alla battaglia degli altipiani di Asiago vista in “Uomini Contro“.
Se pensi di aver trovato roba che si mangia gratis, tipo bacche e funghi, o si nascondono le citate bestie immonde nelle immediate vicinanze oppure sono imitazioni cinesi di roba commestibile e ti stai avvicinando a una intossicazione alimentare o all’incontro col tuo spirito guida (generalmente il porcellino d’india o il pesce rosso). Un locale coglierebbe la differenza tra essi e quelli buoni, infatti un locale ha colto quelli buoni e ignorato gli altri affinché tu li trovassi. Se sopporti stoicamente la poca razionalità del percorso, l’aria buona (modo educato di dire che fa sempre freddo) e non temi le bestie più grosse di un gatto puoi raggiungere delle casette di legno dove si mangia bene (ma l’entità di cibo e bevande ingerite moltiplica esponenzialmente la durata e la difficoltà del ritorno). Scegli comunque le casette non troppo distanti dalla strada, se ti inoltri troppo al ritorno verrai circondato dalle mucche.