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Hansjörg Schneider, il giallo in salsa basilese

L’autore svizzero creatore del commissario Hunkeler, si racconta. Le atmosfere, i ristoranti e i bar di Basilea fanno da sfondo alla trama poliziesca svelando un volto insolito della città

L'ultimo libro,
L’ultimo libro, “Cosa combini, commissario Hunkeler?”, Casagrande editore

Lei ha cominciato come autore teatrale. Negli anni Settanta una sua pièce, Sennentuntschi, la storia di due contadini che si costruiscono una bambola di paglia e stracci per soddisfare i propri bisogni sessuali fece scandalo.

Sì, ho usato il dialetto locale con un vocabolario erotico piuttosto esplicito. All’epoca ci si scandalizzava ancora per queste cose. Ma lo scandalo più grande avvenne qualche anno dopo quando il lavoro venne ripreso in televisione. Nonostante questo è un’opera che viene ancora rappresentata, come lo scorso anno a Berna.


A proposito di televisione, sei romanzi con protagonista Hunkeler sono stati adattati per il piccolo schermo. Com’è il suo rapporto con la tv?

Per uno scrittore è difficile controllare la sceneggiatura e anche il teatro di oggi è soprattutto fatto da registi e attori, l’autore del testo non sempre ha voce in capitolo. Preferisco scrivere romanzi, dove non possono cambiarmi una parola. Comunque la televisione ha contribuito molto a far conoscere il mio personaggio.


È vero che Hunkeler è nato da un soggetto televisivo? 

All’epoca non avevo in mente di scrivere polizieschi. Ma mi incuriosì la cronaca di un furto di diamanti e pensai che fosse una storia giusta da adattare per lo schermo. Scrissi un plot di cinque pagine e lo mandai a un amico della televisione svizzera. La storia piacque, scrissi la sceneggiatura e ne uscì un film televisivo della serie Eurocop, ma molto venne cambiato. Mi arrabbiai e decisi di scrivere un romanzo. Così è nato Hunkeler.

Hansjörg Schneider
Hansjörg Schneider

È una Svizzera fuori dai consueti cliché turistici quella in cui si muove il commissario Hunkeler. Non ci sono corni alpini che suonano o battelli che solcano laghi incorniciati da montagne innevate. C’è piuttosto una realtà urbana, quella di Basilea, descritta con puntigliosa ricognizione topografica, senza nascondere i problemi legati all’immigrazione, alle differenze sociali di una città che è crocevia d’Europa, con le frontiere tedesca e francese che lambiscono le sue periferie.

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Hansjörg Schneider, oggi settantacinquenne, ha creato la figura del commissario Hunkeler giusto vent’anni fa, nel 1993, con il romanzo Silberkiesel. Sono seguite, per il momento, altre sette avventure, tutte accompagnate dal successo popolare che ha portato regolarmente Schneider nella classifica dei best-seller nei paesi di lingua tedesca. In italiano sono uscite tre traduzioni presso l’editore ticinese Casagrande. L’ultimo titolo Cosa combini, commissario Hunkeler? è stato pubblicato qualche mese fa.

Incontriamo Hansjörg Schneider nel quartiere di Sankt Johann, alla Strassburgerhof, uno di quei locali popolari a metà fra il bar e l’osteria che sono un tòpos immancabile nei romanzi dell’autore svizzero.

Durrenmatt, Glauser, adesso c’è un altro scrittore elvetico che usa la chiave del poliziesco per descrivere la società svizzera?

Amo questi autori, apprezzo Simenon, anche se uno dei più grandi è il Chandler de Il grande sonno. In realtà mi annoio a leggere Kriminalroman. Ho ceduto a Hunkerler i miei occhi, una parte del mio passato, delle mie idee. E amo descrivere gli ambienti, i ristoranti, i bar che frequento. In fondo nei miei romanzi la storia poliziesca non è così importante.

Basilea vista dal Reno
Basilea vista dal Reno

Un commissario avanti con gli anni, vicino alla pensione, poco rispettoso delle regole imposte dal procuratore Suter. Ha uno spirito anarchico, ama bere qualche birra o un bicchiere di vino al Rio Bar, alla Voltastube e soprattutto al Sommereck, dove il patron Edi è sempre disposto ad accogliere un poliziotto a volte un po’ scontroso. Tutti locali che ancora esistono a Basilea.

Io non potrei mai essere un poliziotto, libererei troppi delinquenti. Certo Hunkeler è il mio alter ego. Come me ama girare per locali, bere il vino che si produce sulle nostre colline, assaggiare i piatti tradizionali. Si muove in tutta la regione attorno a Basilea, con tre nazioni che si capiscono parlando un unico dialetto. E un triangolo geografico che funziona benissimo dal punto di vista narrativo, per uno scrittore è una vera manna. Ogni giorno più di 20 mila lavoratori attraversano le frontiere dalla Francia e dalla Germania per venire a lavorare a Basilea. Da una parte c’è l’Alsazia e nei miei romanzi descrivo minuziosamente il paese dove avevo una casa. Non ci sono più andato dopo la morte di mia moglie, ora ho una casa a mille metri d’altezza nella Foresta Nera, in Germania.

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La prossima avventura del commissario Hunkeler è già in preparazione? 

Vorrei scrivere una storia con il protagonista che ha più di settant’anni, come me. Dal mio passato di giornalista ho imparato a scrivere in fretta e con concisione. E quando comincio a lavorare sono molto disciplinato, è difficile smettere e rientrare con efficacia nel romanzo.

 

Lasciamo Hansjörg Schneider allo Strassburgerhof, davanti a una tazza di caffè. Una battuta con l’oste turco, uno sguardo alla televisione che trasmette una diretta sportiva e un’occhiata alla Basler Zeitung e alla Blick. Un po’ quello che fa Hunkeler quando vuole sapere cosa dicono i giornali delle sue indagini.

(08/01/2014)

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