Venerdì 19 Aprile 2024 - Anno XXII

La felicità è camminare in montagna

Ne è fermamente convinta Michela Alessandroni, autrice dell’ebook “La felicità sul tetto del mondo. Diario di un trekking in Nepal”, Asterisk edizioni media. Un viaggio emozionante e impegnativo da Kathmandu fino all’Everest Base Camp, illustrato dalle foto di Gabriele Nestola. Vi proponiamo la prefazione e un breve brano che danno l’avvio all’avventura…

Prefazione

Foto di Gabriele Nestola
Foto di Gabriele Nestola

Se qualcuno mi chiedesse che cos’è la felicità, risponderei che la felicità è camminare in montagna. Cammino fra le montagne italiane da tanti anni e questa attività è diventata per me indispensabile: non solo una grande passione per la natura, ma un legame più profondo e intimo, divenuto una vera e propria ricerca interiore. La montagna è bellezza, ma richiede concentrazione, attenzione continua ed esperienza. La disposizione mentale e la preparazione fisica sono essenziali per affrontare le difficoltà che ti si parano davanti, e lo sono ancor di più quando ti accingi a compiere un viaggio in terra straniera, molto lontano da casa, privo delle comodità a cui sei abituato. Questo libro è il racconto di un viaggio meraviglioso compiuto per lo più a piedi attraverso la regione himalayana del Kumbu e rappresenta una parte del mio diario personale, scritto, giorno dopo giorno, al termine di quelle faticose camminate, quando ci si sdraiava sul letto per riposare un po’ o ci si riuniva nella sala comune del lodge per scaldarsi davanti alla stufa. I lettori devono infatti considerare che non ho compiuto il viaggio in solitaria, bensì con Gabriele Nestola, che ha realizzato tutte le fotografie presenti in questo lavoro, e con gli ottimi compagni di avventura nepalesi, Sudip Aryal, competente guida di montagna, Dhan Magar, portatore e aiuto guida, e Ram Hari Khadka, guida turistica che ha condotto le nostre visite culturali in città: questa la compagnia che ha vissuto insieme a me lo straordinario viaggio in Nepal che sto per raccontare.

Kathmandu, 11/10/2013

La copertina del libro
La copertina del libro

Due giornate si sono fuse in un’unica lunga giornata senza sonno. Roma, Doha, Kathmandu: tre mondi diversi, tre fusi orari diversi. Mangiare quando capita mischiando cena e colazione, non dormire e dover stare immobile incastrata nel sedile dell’aereo mi ha scombussolato un po’, ma per fortuna il necessario spirito di adattamento non è mancato e il recupero è stato veloce. Dall’aereo, mentre ci avvicinavamo alla città, ho guardato sognante le catene di monti altissimi e i grandi letti dei fiumi, immaginando il piacere di percorrere a piedi luoghi simili e tutti i disagi sono svaniti lasciando il passo solo a un po’ di stanchezza e a tanta eccitazione. Abbiamo organizzato il viaggio dall’Italia, facendo riferimento a un’agenzia italiana, la Via Travel Design di Roma, che collabora con una nepalese, la Nepal Vision di Kathmandu: siamo i primi viaggiatori a testare questa collaborazione. Così, arrivati nella capitale nepalese, dopo l’interminabile fila per il visto, ci siamo incontrati con due ragazzi che lavorano con l’agenzia; uno dei due fa l’autista e conosce qualche parola di italiano, l’altro è invece la guida che ci condurrà fino all’obiettivo del nostro viaggio: l’Everest Base Camp.

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Foto di Gabriele Nestola
Foto di Gabriele Nestola

In macchina, abbiamo attraversato quella parte della città che si trova fra l’aeroporto e l’albergo. Strade sconnesse e polverose, abitate da cani randagi e qualche vacca, macchine e scooter in quantità, gente che cammina e negozi di tutti i tipi, dal macellaio con polli e pesci in bella vista ad altri, coloratissimi, che voglio assolutamente andare a vedere; anche gli edifici sono dissestati, ma tutto ciò che li riempie è vivo e colorato: insomma, una città vivace e in movimento, per il poco che finora ho potuto vedere. L’Hotel Shanker, dove alloggiamo, è un bellissimo palazzo, molto grande, con un enorme giardino davanti. Le camere da letto sono spaziose e accoglienti, con delle particolari finestre a lunetta posizionate all’altezza del pavimento e decorate tutte intorno con dei fregi floreali a vivaci colori. I vari ambienti riportano decorazioni in tek, un legno scurissimo, raffiguranti divinità e paesaggi. Anche il ristorante è molto ampio e la cucina nepalese piccante e speziata, simile a quella indiana. Volendo, puoi mangiare piatti occidentali rivisitati in chiave orientale, come le lasagne e la pasta. Prima di partire, ho chiesto diverse volte conferma all’agenzia riguardo alla cucina e, una volta qui, mi sono subito tranquillizzata: il vegetarianesimo è molto diffuso, perciò si possono gustare tante pietanze senza carne. Questa sera ce la prendiamo di riposo. Doccia, cena veloce e poi a dormire: domani mattina alle 9 c’è l’incontro con lo staff dell’agenzia per organizzare il trekking e le visite in città. Mi sembra incredibile: sono qui in Nepal, pronta a compiere il mio primo viaggio sull’Himalaya. [continua]

Per acquistare l’ebook: www.asteriskedizioni.it

(04/04/2014)

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