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Il vizio di mettersi in viaggio

S’intitola “Il mio vizio migliore” il terzo album di Valeria Vaglio, cantautrice pugliese attivissima sul palco e fuori. Il “mestiere” della musica l’ha portata in Italia e all’estero, a raccogliere storie vere, vissute o osservate. Come quella volta alle Maldive… Un viaggio da fare almeno una volta nella vita

Valeria Vaglio. Foto di Corrado Serri
Valeria Vaglio. Foto di Corrado Serri

“Le mie vacanze sono quando suono in giro”. E poiché le prime date dei live di Valeria Vaglio sono già state confermate, non è così difficile immaginare dove la cantautrice pugliese trascorrerà le sue prossime ferie. A Pila (AO) oggi per il Pila Pride, a Bari il 13 aprile, a Genova il 18 maggio e a Racale (LE) il 12 luglio. A noi non resta che dire beata lei che ha scelto un mestiere che le consente di sentirsi in vacanza anche quando lavora. Lavoro che in questi mesi non le mancherà di sicuro poiché è da poco uscito il suo terzo album, Il mio vizio migliore. Un album che arriva a distanza di diversi anni da Stato innaturale (2008) e Uscita di insicurezza (2010) e segna l’inizio di un nuovo percorso artistico. Interamente autoprodotto contiene 10 tracce inedite, di cui una traccia bonus in inglese, che raccontano storie vere, vissute o osservate.

Nel 2002 ti viene affidata la direzione della Scuola di canto moderno a Bari. Nel 2005 lavori come vocalist-polistrumentista alle Maldive e in Egitto. A fine anno vinci una borsa di studio e frequenti il Corso di perfezionamento per autori di testi al Cet di Mogol. Nel 2008 partecipi a Sanremo, nei mesi successivi apri il concerto di Mariella Nava, ti esibisci sul palco del Gay Pride di Bologna, per tutta l’estate affianchi Paolo Vallesi nel suo tour italiano e a settembre siedi alla cattedra dell’Accademia di Sanremo come docente. Ma quante cose hai fatto?
Diciamo che sono una che si annoia facilmente e tante cose me le sono cercate. Anche se non sono una persona propensa alle pubbliche relazioni. A un certo punto della mia vita ho deciso di andare all’estero. Scelta che è stata dettata dalla necessità di vedere cosa c’era fuori. Così sono partita per le Maldive ed è stata l’esperienza più bella della mia vita. Consiglio a tutti di andarci almeno una volta nella vita. Ti dico solo che nuotare tra le tartarughe è stato meraviglioso.

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Nuotare con le tartarughe nel mare delle Maldive
Nuotare con le tartarughe nel mare delle Maldive

Musicalmente la svolta coincide con la tua partecipazione, nel 2008, alla 58esima edizione del Festival di Sanremo nella categoria giovani con il brano “Ore ed Ore”, pubblicato nell’album “Stato innaturale”.
Sanremo è stata una delle esperienze professionali più belle del mio percorso artistico perché quel palco mette un’adrenalina pazzesca. Ha rappresentato anche una svolta artistica perché dopo che lo fai per il pubblico e i discografici diventi un artista vero. Ne è poi seguito un periodo bello che mi ha dato tanto. Partecipare a Sanremo è stata una bella soddisfazione perché ci sono arrivata con le mie sole forze. Artisticamente ho fatto un salto, anche se la strada dal quel momento in poi è stata ed è tuttora tutta in salita.

Come mai quest’album arriva quattro anni dopo Uscita di insicurezza?
Ho scritto quello che mi andava di scrivere, quando mi andava. Non scrivo in previsione di un disco. Scrivo perché per me è una cosa naturale come mangiare, bere, dormire. Poi arriva il momento in cui raccolgo tutti i miei pezzi in un album perché sento la necessità di portarli fuori, di farli ascoltare alla gente e di suonare dal vivo. Avere un rapporto col pubblico è qualcosa di impagabile, sono atti unici della vita.

Perché hai deciso di autoprodurti?
Ho sentito il desiderio di slegarmi da tutto quello che è l’industria discografica. La musica per me non dovrebbe rispondere alle logiche del mercato, del marketing. Rispetto ai primi due lavori ho sentito la necessità di scegliermi le persone con cui lavorare. Avevo bisogno di creare una sinergia con i musicisti. Questo cuore manca agli altri due progetti.

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C’è un brano cui sei più legata?
No. Quest’album rappresenta quello che sono io: un’anima in pena. Ogni brano è stato scritto in periodi diversi. E il risultato finale è un album più positivo rispetto ai precedenti. Una cosa strana per me poiché di solito tendo ad essere più negativa.

Oggi parte il tuo live. Cosa ti aspetti?
Per me questo non è un lavoro e dunque spero di divertirmi. Quando sono sul palco, tendo a godermela tutta. Spero anche di girare tantissimo l’Italia e di far ascoltare la mia musica a quanta più gente possibile (ad ogni live sarà possibile acquistare una copia del suo ultimo album, ndr).

Toni Servillo nel film premio Oscar
Toni Servillo nel film premio Oscar “La Grande Bellezza”

Come ci si prepara a un live?
Poiché suono per tutta la serata, per me è molto importante, oltre che una necessità, tenermi in forma. Di conseguenza mi sono preparata facendo molta palestra e mangiando decentemente. Fare sport mi aiuta anche a scaricare lo stress che nei mesi precedenti accumulo, senza magari neanche rendermene conto.

Toglici una curiosità, qual è il tuo vizio migliore?
Il mio vizio migliore è sicuramente l’amore. E come dico io, quello di far innamorare gli altri dei miei peggiori difetti. Io sono innamorata dell’amore. La canzone che dà il titolo all’album riassume a 360° il senso d’impotenza che si prova davanti a un’indole contro cui non si può combattere, quella che ti fa dare senza mai chiedere nulla in cambio. L’amore incondizionato di un’amicizia a senso unico mette con le spalle al muro, lasciando solo la possibilità di urlare il proprio disagio.

Nel 2009 ti sei esibita in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia e al Teatro EDI di Milano per la Giornata contro la Violenza sulle Donne. Forse è questo tuo modo di essere che ti ha spinto a essere un’attiva sostenitrice di Amnesty International e delle campagne contro l’omofobia? 
Per chi fa il mio lavoro, è quasi un dovere essere portatore di alcuni ideali come questi. E a me fa così piacere farmi portavoce di questi temi che lo farei tanto più spesso.

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Sei nata a Bari, ora dove vivi? 
Ho scelto di vivere a Roma perché è una città geograficamente equidistante sia che si arrivi da Nord che da Sud. Poi è la città più terrona del Nord e climaticamente è quella più affine a una terrona del Sud come sono io.

Il film La grande bellezza ti è piaciuto? 
Sì, tantissimo. Nonostante io sia un’artista, non conosco e frequento quella Roma festaiola che viene descritta nel film, ma so che esiste. Penso che questa pellicola abbia valorizzato la città e tutte le cose belle che ha e che altre non hanno. In Toni Servillo che cammina alle sei del mattino sul lungo Tevere mi sono riconosciuta. Anche a me piace quell’angolo della Città eterna.

(09/04/2014)

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