La Francia ha commissionato all’artista Maia Flore di interpretare il patrimonio artistico e culturale francese. Il lavoro che ne è conseguito è stato esposto in una mostra dal titolo “ImmagineFrance” che ha già fatto tappa a Roma e Napoli e dal 28 maggio fino all’8 giugno sarà presenta a Milano presso l’Institut Français. Mondointasca ha intervistato l’artista francese Maia Flore.
Buongiorno, Maia. Sei molto giovane e già un’artista affermata. Leggo dalle tue note biografiche che una delle prime esperienze (la serie di “Sleep in Elevations”) ha avuto per palcoscenico la Svezia. Una scelta casuale o programmata? Motivata da quali ricordi di infanzia?
Prima di andare in Scandinavia non facevo molte foto di paesaggi; mai fatto dei collage. Ho scoperto la Svezia grazie al mio partner, Jeremy Joseph artista di cortometraggi di progetto, che ci andava per lavoro. Ho apprezzato molto la luce e ho scoperto un paesaggio che assomigliava a quello in cui volevo restare. Questa idea è rimasta là; è stato comunque un incontro inatteso che si è concluso in qualche mese della mia vita.
Hai avuto in seguito nuove esperienze di lavoro, in Finlandia e negli Stati Uniti, scaturite in nuove mostre. In che misura la tua arte si è evoluta, coniugando la scelta dei soggetti con la fotografia?
Il seguito è stato un anno in Islanda, poi in Finlandia e quindi (tutta un’altra cosa) la scoperta della California. Questo susseguirsi di viaggi si è concretizzato a un certo momento in una storia di incontri, di possibilità.
Come vivi la tua notorietà?
È molto piacevole sapere che l’immagine è il mio legame con lo spettatore, ma che c’è una distanza tra la “notorietà” che può avere un’immagine e una serie di immagini e la persona che la fa; allora bisognerebbe domandare alle foto come vivono la loro notorietà, non posso rispondere al loro posto.
Il progetto “ImagineFrance” ha soddisfatto la tua creatività?
Il progetto è una sfida in termini di creatività in rapporto al tempo e allo spazio (due mesi e mezzo di viaggio e pochi giorni di riposo). Personalmente, la grande soddisfazione è aver condiviso ed essere in grado di condividere questo viaggio eccezionale. Condividere, anche nella creatività, in quanto non avrei mai potuto fare questo lavoro da sola e l’apporto di immagini-video e una nuova porta, quindi espressività, che si apre.
I tuoi progetti futuri?
Ripartirò per la California, dove ormai mi stabilirò. E continuerò a lavorare alla residenza dell’artista che ho incontrato l’anno scorso. In questo momento mi diverto a fare delle installazioni e dei video per variare i miei supporti. Non sono ancora sicura di volerli mostrare ma è un estensione del mio lavoro che richiede una certa preparazione. Allora mi sono detta: perché non provare un’altra forma di espressione in queste installazioni?
(26/05/2014)
Come crei le tue “visioni” e come scegli le persone che le animano?
Questo dipende, è ancora una storia di incontri, come succede spesso … I protagonisti delle immagini non esistono nella realtà altrimenti non farei loro dei ritratti. L’immagine permette di staccarsi e i modelli che sono sopra sono quelli che violano volentieri questo passaggio per fare un’altra cosa, riuniti in un’immagine soltanto.
Panorami naturali, chiese, monumenti … come interagiscono tra loro, nella tua originalità di scelta degli sfondi e delle persone che danno vita all’insieme? Come organizzi il tuo lavoro?
Non esiste un processo programmato. Prima di tutto sono dei desideri. Ho notato infatti che quando mi sforzo le cose non funzionano bene. Le situazioni invece sono tutte diverse. Per la serie ‘Situazioni’, mi sono divertita con la nebbia e ce n’era un po’ nell’angolo in cui facevo le mie riprese; era abbastanza strano svegliarsi all’alba ogni mattina per vedere se dovevo partire molto velocemente a lavorare. Questo può descrivere in qualche modo come si crea il desiderio e il bisogno dell’incontro per creare delle immagini
E veniamo a “ImagineFrance”. Il progetto artistico con Atout France è davvero “lungo” nel tempo. Come è nato, si è sviluppato e concluso sulla scorta dei celebri “siti” di Francia da visitare e fotografare?
Quando la mia agenzia, l’Agence Vu, mi ha presentato il progetto, ho pensato che si inserisse di fatto in ciò che desideravo esplorare. Rientravo dagli Stati Uniti e portare un nuovo sguardo sulla Francia era quello che mi aspettavo. Ero molto contenta quando ho saputo che eravamo stati selezionati. Inoltre ho colto la sfida di creare la sorpresa lungo il viaggio, un viaggio che era anche da condividere. Ho l’impressione che quando abbiamo preso la macchina per dirigerci verso il primo sito, non avevo alcuna idea di quello che avrei fatto; è vero, non ne avevo alcuna idea. Ma la scoperta è stata stimolante e in seguito non potevamo più fermarci di ‘scrivere’ altre storie. Alla fine avevo 4-5 scenari per ogni sito ( quindi alcune foto che non sono uscite sono nel ‘making of’).