Il 6 giugno 1944 si concludeva di fatto la II Guerra Mondiale. Con lo sbarco alleato in Normandia la Germania non aveva più speranze né di vittoria, né di negoziare una pace. La capitolazione era solo questione di tempo, i tedeschi lo sapevano bene e in quello spazio hanno combattuto metro per metro fino al 19 agosto. Spezzata la resistenza a prezzo altissimo (100mila morti da entrambe le parti), in una settimana gli Alleati entrarono a Parigi. Era il 25 agosto. Da qualunque parte la si guardi, lo sbarco in Normandia è stata una pagina di storia importante ed è giustamente celebrata ogni anno.
Ogni anno a ricordare lo storico sbarco alleato c’è tutto un ricco calendario di manifestazioni a corollario che coinvolgono i tre Dipartimenti dove si è fisicamente svolto l’evento bellico: Calvados, Manche e Orne. Certamente è triste che una regione così bella della Francia debba essere ricordata solamente per un evento di guerra, però è altrettanto certo che sia una potente pubblicità e che chi viene a visitare i luoghi dello sbarco con i musei della memoria poi può scoprire tante altre mete, città e monumenti.
Normandia: una Francia diversa
La Normandia, in un certo senso, è abituata alle invasioni. Già il suo nome testimonia di come i vichinghi, gli uomini del Nord, fossero di casa da queste parti attorno all’VIII Secolo d.C. Nei tempi medioevali è stata a lungo contesa tra Inghilterra e Francia e, anche quando è definitivamente rimasta sotto Parigi ha sempre mantenuto una sua individualità e un forte orgoglio nazionale. Osservando la cartina della Francia, la Normandia è la regione nordoccidentale Geograficamente non esiste. Nel senso che il territorio della regione non è omogeno.
Una parte (il Massiccio armoricano) è composta da colline basse ma sovente aspre, un’altra è il piatto Bacino della Senna. Quello che è comune è il paesaggio interno, visto che non ci sono differenze climatiche la vegetazione, le coltivazioni e le praterie sono le stesse. La Normandia è una terra molto variegata, dove si mescolano villaggi con le case a graticcio e i tetti di paglia e città importanti; scogliere sferzate dal vento e dolci pascoli, paesaggi che si possono ritrovare nei dipinti degli Impressionisti, come Monet che qui vissero e lavorarono.
Mare e coste, dove la Normandia si fa più bella
Molto differenti sono invece i 600 chilometri di costa fra Mont-Saint-Michel e Le Tréport. È qui, sul mare, che la Normandia si fa più bella. Si possono trovare tutte le tipologie possibili. Le alte scogliere, come quelle della “Costa d’Alabastro”, 120 chilometri all’estremità orientale, sulla Manica tra Le Trèport e Le Havre, così chiamate per il colore biancastro delle acque che si frangono sulla roccia e che hanno vicino a Étretat il punto più spettacolare, con la falesia di Aval che cambia di colore a seconda del variare della luce.
Ma anche le perle della Penisola del Cotentin: Cap de la Hague, con il suo paesaggio selvaggio spazzato dai venti, il Nez de Jobourg che, con i suoi 128 metri è la scogliera più alta d’Europa, oltre ai villaggi minuscoli tipo Auderville o Goury, arroccato sopra un porto naturale. Oppure Cap de Carteret, un promontorio roccioso che si affaccia su una lingua di sabbia color giallo chiaro sulla costa occidentale della Penisola di Cotentin di fronte a Jersey e Guernsey, le Isole del Canale, territorio britannico. La parte settentrionale della Normandia ha la forma di mezzaluna con la parte concava verso sud. Qui la costa è ampia e sabbiosa e proprio qui, sulle cinque famose spiagge (Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword) è avvenuto lo sbarco del 1944. Port-en-Bessin, il più importante porto da pesca della Normandia, si trova all’estremità orientale di Omaha Beach che è chiusa da una falesia.
La perla della Normandia
Rouen è la capitale della Regione, posizionata tra la Senna e il mare. Incredibilmente sono passate per essa due terribili guerre: la Guerra dei Cent’anni e la II Guerra Mondiale senza lasciare devastazioni e il suo centro storico medioevale è rimasto in gran parte intatto. Oltre 200 case a graticcio e una delle più belle cattedrali gotiche sono il suo tesoro. Ci sono diversi itinerari per visitare la città, uno di questi è quello che segue lungo stretti vicoli acciottolati le tracce di Giovanna d’Arco che proprio a Rouen, allora in mano inglese, fu arsa sul rogo il 30 maggio 1431 sulla Place du Vieux-Marché. Sul luogo si trova oggi un piccolo museo dedicato all’eroina.
A pochi passi dal luogo del martirio sorge la cattedrale di Nôtre-Dame. Un merletto in pietra, talmente bella che divenne una vera ossessione per Monet che la dipinse una trentina di volta con ogni tempo atmosferico e ogni luce. Ci vollero più di cinque secoli per costruirla, dal 1030 al 1540 ma il risultato è l’esempio probabilmente migliore del gotico francese con i suoi tre portali scolpiti sormontati da un grande rosone; la Tour de beurre chiamata così perché realizzata con i proventi della tassa su coloro che si ostinavano a mangiare burro durante la Quaresima e la torre centrale che con i suoi 151 metri è la guglia più alta di Francia. All’interno, una navata alta e stretta dove è conservato il cuore di Riccardo Cuor di Leone. Durante le sere d’estate, poi, la facciata della chiesa diventa lo schermo per giochi di luci e suoni.
Rouen e l’orologio astronomico
L’altro simbolo di Rouen è il Gros-Horloge, il grande orologio astronomico, uno dei più antichi d’Europa costruito nel 1389 all’interno della torre civica della Beffroi da Jourdain Delestre e Jean de Felains. Il quadrante ha un diametro di ben due metri e mezzo dove spicca un sole dorato a 24 raggi che rappresentano le ore. Incastonata nel festone decorativo sotto la raggiera, c’è un’apertura quadrangolare che ospita il Semainier dove i giorni della settimana sono rappresentati da soggetti allegorici; mentre in cima al quadrante una sfera indica le fasi lunari. Insomma, a Rouen impera lo stile gotico in tutte le sue forme.
Ci sono altri splendidi esempi, come: l’ Abbatiale Saint-Ouen con le grandi vetrate policrome e le linee slanciate; il Palais de Justice o la chiesa di Saint-Maclou con il suo Aître; una corte medioevale dove venivano sepolte le vittime della peste, chiusa da case graticcio con sculture che raffigurano scaramanticamente teschi, tibie incrociate, attrezzi da becchini e perfino la carcassa di un gatto nero, incarnazione del demonio e sepolta qui per tenere lontani gli spiriti maligni.
Normandia: Mont-Saint Michel l’isola sospesa
Sabbiosa è anche la costa attorno a Mont-Saint-Michel ma qui non si viene per il mare. L’Abbazia di Mont St-Michel è una delle immagini più classiche della Francia con il suo profilo inconfondibile che si staglia o sulla distesa di sabbia o immersa nel mare, a seconda della marea, patrimonio dell’Unesco e anche uno dei luoghi più visitati del Paese con oltre 3 milioni di visitatori all’anno che si sobbarcano i 350 gradini della scalinata che portano all’abbazia eretta, secondo la leggenda, nel punto in cui l’arcangelo Gabriele sarebbe apparso al vescovo di Avranches.
Facendo il giro delle mura si percepisce che il luogo è di una magia unica, specialmente nelle sere d’estate quando le orde di turisti che sciamano per le stradine del borgo medioevale si sono finalmente allontanate e le luci di torce e bracieri illuminano gli angoli più belli del complesso. In questo luogo incantato l’opera umana e la natura gareggiano per meravigliare il visitatore. Da una parte l’Èglise Abbatiale, la chiesa dell’abbazia, una perfetta fusione dello stile gotico con quello romanico e La Merveille, cioè l’insieme di edifici sul lato settentrionale che comprende il chiostro, lo scriptorium, l’immenso refettorio e la cripta di Saint-Martin.
Normandia, lo spettacolo delle maree
Dall’altra il terribile spettacolo delle maree con le acque dell’Oceano Atlantico che si ritraggono anche per 15 metri durante gli equinozi di primavera e autunno. Uno spettacolo affascinante e pericolosissimo perché è difficile resistere alla tentazione di fare escursioni e passeggiate sul fondo del mare, nella baia e, a parte i banchi di sabbie mobili, se non si sta attenti agli orari delle maree, peraltro sempre ben indicati, l’acqua può risalire in maniera rapidissima e improvvisa a creare una trappola mortale. Meno pericoloso ma certo non piacevole è lasciare la macchina nei due parcheggi vicino all’abbazia che vengono regolarmente allagati!
Memoria della guerra
Il Dipartimento del Calvados è il luogo dello sbarco, e patria del distillato di sidro di mela omonimo, il vero simbolo della Regione. Bayeux è stata la prima città conquistata dagli Alleati. Miracolosamente scampata ai bombardamenti e rimasta integra nella sua struttura con le case a graticcio e i canali con i mulini. Da qui il Generale de Gaulle pronunciò il famoso discorso del 16 giugno, il primo sul suolo francese liberato.
A ricordare quegli avvenimenti ci sono due musei oltre al cimitero militare inglese.
Molto meno tragici il Museo Comunale che ospita il famoso Arazzo di Bayeux, che racconta l’invasione dell’Inghilterra da parte dei normanni. Un capolavoro nel suo genere. Da vedere anche la cattedrale gotica e il giardino botanico con piante rare e centenarie. La Normandia non è solo Rouen o le città maggiori. Ci sono anche borghi minori ma estremamente belli.
Itinerario tra i piccoli borghi minori
Giverny è solo un villaggio di campagna ma qui, dal 1883 alla sua morte nel 1926 c’era la residenza del pittore impressionista Claude Monet. La sua inconfondibile casa rosa è visitabile, così come i giardini alla giapponese che furono l’ispirazione per il suo ciclo pittorico più famoso, quello sulle ninfee.
Les Andelys è uno dei villaggi più caratteristici della regione, posizionato sulla Senna dove questa passa tra colline boscose e rocce. In realtà sono due cittadine gemelle: la moderna Grand Andely e la più piccola e antica Petit Andely, con vicoli tortuosi, le case a graticcio, i giardini fioriti e, soprattutto i ruderi del castello di Château-Gaillard, che domina sui villaggi e sul fiume.
Di Étretat avevamo già accennato. Questo villaggio di pescatori ha ospitato personaggi celebri come Guy de Maupassant, Corot, Coubert e Monet che l’hanno celebrato nelle loro opere. Una lunga scalinata che parte dalla passeggiata a mare porta alla Falaise d’Aval e, lungo il sentiero, si vedono gli scogli sottostanti tra cui il famoso arco della La Manneporte, descritto da Maupassant come “Un elefante che beve nel mare”. Anche qui le maree sono molto forti e bisogna stare attenti agli orari.
La Falaise d’Amont con la sua chiesetta si raggiunge in auto e da lì si ammira l’altro versante della baia. Étretat è un villaggio di pescatori e alla mattina presto si tiene il mercato del pesce e dei molluschi in un piccolo edificio coperto di inizio ‘900 completamente in legno. Anche Honfleur è una località di pescatori situata alla foce della Senna. Vicoli stretti, case in pietra con i tetti d’ardesia o a graticcio e colorate che circondano il Vieux Bassin (il vecchio porto) con i suoi bistrot dove gamberetti, capesante e sgombri sono le specialità. Qui tutto ricorda il mare e la navigazione, anche la chiesa di Sainte-Catherine, romanica con il tetto che ricorda chiaramente lo scafo rovesciato di una nave.
Un altro figlio celebre della cittadina era il musicista Erik Satie del qule esiste ancora la casa trasformata in museo. Anche Eugène Boudin era di Honfleur. Non era un artista ma lasciò alla comunità una raccolta di dipinti che costituiscono il nucleo del museo a lui intitolato. I dipinti rappresentano i panorami della zona e ci sono anche alcune opere di Monet.
Info: www.normandie-tourisme.fr
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