Giovedì 25 Aprile 2024 - Anno XXII

Viaggio fly & drive con i Cirque des Rêves

Non dimenticatevi di sognare, colora la vita. L’invito arriva da Lisa Starnini, leader carismatica della band emergente napoletana, formatasi nel 2013 grazie all’inedito incontro di diverse culture musicali. Viaggio onirico senza limiti con il circo dei sogni…

Foto di gruppo per i Cirque des Rêves. Credit: Sergio Aletta
Foto di gruppo per i Cirque des Rêves. Credit: Sergio Aletta

Se amate andare alla scoperta di un paese in piena libertà, ricordatevi di portare con voi l’ultimo disco dei Cirque des Rêves. A consigliarlo ai nostri lettori, è Lisa Starnini, leader carismatica della band emergente napoletana, formatasi nel 2013 grazie all’inedito incontro di diverse culture musicali.

 

Il nostro Ep d’esordio omonimo – ci racconta Lisa – si presta bene a far da compagnia a una turista come me. Ovvero è la colonna sonora ideale per chi opta per un viaggio fly and driver perché nell’album ci sono canzoni in francese, inglese e italiano”.

 

Ed è proprio l’utilizzo di diverse lingue, insieme a testi con continui rimandi onirici, a rendere questo gruppo uno tra i più originali del folto underground italiano.  E se ascoltarli in viaggio può essere una buona occasione per avvicinarsi alla loro musica, oltre che a rendere le ore in macchina più piacevoli (il disco è disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming e acquistabile anche sul sito www.cirquedesreves.it), il nostro consiglio è di non lasciarsi scapare i loro live. È infatti proprio durante i concerti dal vivo che i Cirque des Rêves danno il meglio di loro. Merito dell’originalità dei brani, della istrionica presenza scenica dei sei componenti (oltre a Lisa Starnini fanno parte della band Giovanni Ilardo, Giovanni Bruno, Corrado Calignano, Alfredo “edo” Notarloberti e Alessio Sica) e dei costumi. Anche perché sono o non sono il circo dei sogni?


Come nascono le vostre canzoni?
In realtà non c’è nessuna scelta fatta a tavolino. L’unico limite che ci siamo dati è quello di lavorare a testi con messaggi positivi. Per il resto ci lasciamo ispirare dalla vita.

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Perché Cirque des Rêves?
La scelta di questo nome nasce principalmente dalla voglia di portare un messaggio forte: quello di rispolverare i propri sogni. Il mondo si sta ingrigendo sempre più. Il fatto di avere dei propri sogni e di continuare a fantasticare, affinché questi si realizzino, indipendentemente dall’età che si ha, è qualcosa di meraviglioso.

Viaggio fly & drive con i Cirque des Rêves

Com’è nata la band?
In maniera del tutto naturale. Ci conoscevamo già, anche se suonavamo in formazioni diverse. Poi una sera ci siamo ritrovati al distributore del caffè dello stesso studio di registrazione e abbiamo deciso di riunire sotto lo stesso tendone i nostri generi di provenienza, anche se molto lontani gli uni dagli altri.

 

Come siete riusciti a trovare il vostro sound?
Diciamo che tra noi è nato qualcosa di particolare. Anche perché non ci siamo posti alcun limite di genere. In ogni brano c’è qualcosa che musicalmente rispetta l’identità di ciascuno di noi.

 

Anche se la matrice folk vi caratterizza da sempre?
Sì, è vero. Ma ognuno di noi ha portato il suo background e se si scompongono le parti degli strumenti si sente il brit pop, il rock, l’indie e tutti i colori della musica, che ci legano alle nostre origini. L’ingrediente magico è la loro perfetta fusione. I sei pezzi dell’Ep sono tutti diversi e non ci si aspetta mai il pezzo successivo. Ognuno di loro ha un suo carattere, una sua lingua e una storia solo sua. Valzer francesi, richiami celtici, una ninna nanna e tanto altro tutto magicamente in equilibrio.

 

Come si pone il pubblico nei vostri confronti?
Raccogliamo un pubblico molto vasto e variegato. Ci ascoltano sia i 14enni che i 65enni. E tutti hanno una gran curiosità nei nostri confronti.

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Napoli e il golfo
Napoli e il golfo

Come te lo spieghi?

In pochi si aspettano di veder suonare il violino, in un gruppo moderno.

 

Secondo te perché i vostri live sono così eccezionali?

Premesso che i concerti dal vivo sono la dimensione più bella del nostro lavoro e che sono mille volte più belli del suonare in studio, penso che i nostri siano eccezionali, prima di tutto perché sul palco siamo tanti e tutto è rigorosamente dal vivo. Oltre a essere un bello spettacolo, lavora molto sulle emozioni. Finito un concerto il pubblico porta a casa un po’ di noi.

 

Allora dicci dove venirvi ad ascoltare dal vivo?

Stiamo finendo di registrare un nuovo album, ma a luglio partiremo per il tour estivo. Le date le trovate sul nostro sito.

 

Come ci si sente a essere l’unica donna della band?

Diciamo che sono la loro mamma. Come donna seguo di più la parte organizzativa del lavoro. All’interno del gruppo poi mi sento solo il sesto strumento, la voce. Devi sapere che noi abbiamo un concetto di band un po’ diverso. Tra di noi il più chiacchierato è comunque il bassista.

 

I vostri videoclip parlano di Napoli.  

Il video di Cahier des Rêves, che racconta il brano attraverso il Teatro delle Ombre, antica forma di spettacolo popolare, è stato ambientato niente meno che al Théâtre de Poche. Un luogo molto particolare: sottoterra, all’interno di una grotta naturale di tufo, dove regna un’atmosfera estremamente affascinante. Quello di Polvere, invece, è stato girato al Lido Sibilla sulle spiagge di Varcaturo.

 

Con le vostre musiche e i vostri video fate sognare il pubblico.  Quali sono i vostri sogni?

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Il più grande è quello di fare i musicisti di professione, full time. Poi quello di portare la nostra musica ovunque. E un po’ di colore nella vita di tutti.

(26/06/2014)

 

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