Personaggi e architetture della Mitteleuropa
Perché la Slovenia è terra, sì (bella ovvietà) di sloveni, però con il (si fa per dire) piccolo dettaglio che gli abitanti di questo estremo nordovest della ex Jugoslavia (Slavi del sud) altro non sono stati, per secoli, che sudditi della da me amata dinastia degli Absburgo (p.f. ripeto, lasciare la prima b, scrive così anche Magris). Quella casa regnante (per inciso, grande anche in Spagna dal XVI al XVII secolo, le diede un impero) che diede alla Mitteleuropa (Lombardo Veneto inclusi) secoli di pace. Mica per niente (oltre a un pellegrinaggio alle tombe absburgiche nella cripta dei Kapuziner di Vienna, monumentale quella bronzea di Maria Teresa, cui noi milanès dobbiamo tantissimo, Scala inclusa) il 18 agosto di non ricordo più quali anni mi sono recato un paio di volte a Giassico (Cormons) a festeggiare il genetliaco di Franz Josef I (1830) commemorato, con devota simpatia, da 13 popoli in altrettante lingue (quindi sloveno e italiano inclusi) e praticanti svariati credi e religioni. Per questo a Lubiana ho goduto da matti aggirandomi nel vecchio nucleo storico, tra un limpido barocco e case primo ‘900 in delizioso Jugenstil o Secessione. Narrazione (della capitale di una Slovenia, che oltre a ricordarmi il piacevole trentino mi fa anche pensare un pochino alla dolce Valtellina) che destino alla prossima puntata, giovedì 17 luglio.
(10/07/2014)
Alla scoperta di Novo Mesto
Stavolta in Slovenia (come detto, Ada Peljhan juvante) mi sono recato più seriosamente, nel senso che, oltre a Lubiana (che descriverò alla prossima puntata) ho visitato località meno note (quindi non parlo del celeberrimo lago di Bled o dello sci a Kranjska Gora o della colta Maribor, li descrivano le solite, noiose guide turistiche) tipo Novo Mesto, gran bella cittadina nella Dolenjska (bassa Carniola) sud del Paese, al confine con la Croazia, che oltre a un atout culturale (importanti reperti archeologici) può vantare una deliziosa vista dalla posizione sul fiume Krka. E al Gostisce Na Trgu, lindo ristorantino al centro della cittadina ho desinato a un costo (dettaglio per me non indifferente, non sono avaro, sono povero) davvero memorabile: 6 euro per un piatto caldo di riso e seppie, contorno verdure miste a scelta, dolce della casa e mès liter di birretta (il tutto, seduto al tavolo come i siòri, e pure servito da cortese camerierina che tanto mi ricordava le operette di Lehar).