Ventuno tappe, corredate da segnaletica informativa. Sono luoghi-simbolo di Taormina, in cui le muse sembra si siano date convegno per forgiarne l’identità: un mix unico di bellezze naturali, cultura, glamour. Da considerare ingrediente principe di una nuova stagione del turismo taorminese, animata dal dialogo culturale, memore dei sentieri virtuosi tracciati da grandi, eccentriche personalità. Grazie al progetto “Taormina Cult. Letteratura arte e cinema a cielo aperto” – realizzato nell’ambito di Taobuk 2014 da Antonella Ferrara e curato da Alfio Bonaccorso, in collaborazione con il Comune di Taormina – i luoghi baciati dalle muse formano un circuito culturale permanente da scoprire o riscoprire. I ventuno luoghi, insieme a personaggi ed eventi che li rappresentano, evocano una Taormina antica, bucolica, stazione turistica invernale prima, glam-balneare in seguito. Sempre polo culturale effervescente e meta internazionale di personalità che vi hanno soggiornato più o meno a lungo, l’hanno amata e hanno contribuito – coadiuvati da taorminesi lungimiranti – a intesserne la storia, il mito, le fortune turistiche, insidiate negli ultimi decenni da un turismo mass-kitsh mordi e fuggi.
Taormina, la storia narrata dai protagonisti
Chi percorre o ripercorre la Taormina di Otto Geleng, Wilhelm Von Gloeden, David Herbert Lawrence, Oscar Wilde, Robert Hawthorn Kitson, Anatole France, Francesco La Floresta, Roger Peyrefitte, Florence Trevelyan Cacciola, Truman Capote, Miss Mabel Hill, Frances Winwar, Pinkl e Goetz, Roberto Rimini, Corrado Cagli, Renzino Barbera, Giovanni Panarello, Giovambattista Bambara, Anna Maria Pierangeli, Charles Aznavour, Jean Reno ecc…, può leggere on the road la storia della città, con i suoi grandi protagonisti mentre interagiscono in un clima di coralità culturale, permeano luoghi e persone, plasmano l’identità taorminese. Di grande interesse storico-turistico i luoghi che evocano gli albori e gli sviluppi del turismo taorminese: invernale, “forestiero”, capace di coniugare bello e benessere con la cultura, le arti e un po’ di raffinata trasgressione.
La scommessa di Otto Geleng e don Ciccino “u pazzu”
Progenitore del turismo taorminese fu il conte e pittore Otto Geleng: celebre la scommessa lanciata agli amici d’oltralpe, estasiati dai paesaggi taorminesi dipinti nei suoi quadri. Geleng li sfida a verificarne di persona la veridicità, altrimenti avrebbe loro rimborsato le spese di viaggio. Artista di talento e genio del marketing, conta sull’ospitalità e sull’intraprendenza di Francesco La Floresta, nella cui casa alloggia, per accogliere i facoltosi amici che arrivano numerosi in una Taormina postunitaria, traboccante della sua millenaria bellezza ma priva di strutture ricettive. La Floresta, noto come don Ciccino e soprannominato “u pazzu” dai concittadini – quale imprenditore non lo è? – lo asseconda e Geleng dipinge l’insegna dell’hotel, cui danno il nome di Timeo. Comincia così l’avventura del turismo taorminese, internazionale, invernale, colto, elitario. Fu il conte, che sposò una taorminese e visse a Taormina, a invitare nel 1878 il giovane barone Wilhelm Von Gloeden, colpito dalla tubercolosi.
L’Acropoli della bellezza di Wilhelm von Gloeden
Von Gloeden
arrivò con la sorella Sofia, guarì e rimase a Taormina. Comprò una casa di fronte al San Domenico (non ancora Grand Hotel), ne fece il suo studio di pittore prima e fotografo di grande talento poi. Gay, eccentrico, elegantemente trasgressivo, Von Gloeden a Taormina si sentiva sull’Acropoli della bellezza. A lui l’Isola Bella deve il suo nome. Le sue fotografie, celebri in tutto il mondo, attirarono a Taormina personalità quali Oscar Wilde, Anatole France, Gugliemo II, Eleonora Duse, Richard Strauss. Un flusso turistico eterogeneo ma corale, destinato a crescere sotto il segno della bellezza e della cultura autentica.
La casa in Sicilia di Robert Hawthorn Kitson
Casa Cuseni
, progettata e costruita dal pittore Robert Hawthorn Kitson nel 1905 ed ereditata dalla nipote Daphne Phelps – autrice di Una casa in Sicilia –, è stata un crocevia di personalità illustri. David Herbert Lawrence, che soggiornò dal 1920 al 1922 in via Fontana Vecchia, vi si recava insieme alla moglie Frida per il tè pomeridiano. In seguito, la casa diede ospitalità a Pablo Picasso, Tennessee Williams, Bertand Roussel. Nella sala da pranzo dell’incantevole dimora, oggi aperta al pubblico, si può ammirare un ciclo di affreschi ispirati ai celebri modelli fotografici di Von Gloeden.
L’impronta verde di Miss Florence Trevelyan in Casa Silva
L’anima e il turismo taorminese recano l’impronta decisiva di due dame anglo-taorminesi: Mabel Hill e Florence Trevelyan. Miss Mabel Hill, filantropa dotata di senso del business fondò una Scuola di Ricamo per le ragazze taorminesi, intorno alla quale fiorì un business internazionale florido fino agli anni Cinquanta. L’impronta lasciata da Florence Trevelyan è verde e naturista oltre che filantropica. L’ottocentesca Casa Silva, oggi sede del centro culturale “Babilonia”, fu costruita nell’800 all’interno di un parco e apparteneva agli illustri coniugi Salvatore Cacciola e Florence Trevelyan. Lo stile architettonico e soprattutto il giardino, rigoglioso di agrumi ed essenze mediterranee, recano l’impronta di Miss Florence, rintracciabile anche nei Giardini pubblici e tangibile suo testamento: Florence Trevelyan Cacciola obbligò gli eredi a non costruire mai in “Hallington Siculo” e sull’Isola Bella, non cacciare nelle sue vaste proprietà e ad accogliere e curare gli uccellini e i cani come aveva fatto lei.
Info: www.taobuk.it/taormina-cult